A 21 anni dalla sua apparizione e a 11 anni dalla sua uscita dal commercio, prima di cedere il testimone a Giulietta, l’ Alfa Romeo 147 festeggia quest’anno la ricorrenza ventennale di un importante riconoscimento, la vittoria nel 2001 del premio “Auto dell’Anno”. Ripercorriamone le tappe storiche più importanti con una carrellata sulle motorizzazioni, le versioni, gli allestimenti e i successi commerciali e di vendita.
Successo innato
Apparsa in anteprima al Salone di Torino del 2000 e lanciata sul mercato italiano nell’ottobre 2000, l’Alfa Romeo 147 festeggia quest’anno una ricorrenza molto importante. Sono passati, infatti, ben 20 anni da quel 2001, anno nel quale la segmento C del Biscione fu insignita a gran voce del titolo di “Auto dell’anno”.
Stile inconfondibile
Nata con l’ambizione di bissare il successo dell’Alfa Romeo 156 nel segmento D, la 147 (Progetto 937) s’ispirava non poco alla sorella maggiore, facendo sue non solo alcune soluzioni meccaniche e tecniche come motori e pianale ma anche alcune scelte stilistiche che decretarono il successo della Alfa Romeo 156.
Disegnata da Walter de Silva e Wolfgang Egger, vantava un design molto particolare, fatto si di linee morbide ma dall’impronta particolarmente sportiva e giovanile. I richiami alla berlina 156 sono tanti: frontale aggressivo e grande calandra con scudetto centrale in omaggio alla tradizione della Casa del Biscione, maniglie “nascoste” nelle porte posteriori sulla versione a 5 porte e la tipica fanaleria allungata introdotta proprio su 156.
Peccati veniali
Negli interni, oltre ad una seduta ribassata come le vere sportive, si respirava la tipica aria della Casa italiana. La qualità dei materiali e gli accoppiamenti erano stati migliorati rispetto alle sorelle 145 e 146 ma ancora non erano allo stesso livello delle dirette rivali. Dopotutto però, un po’ come avviene ancora tutt’oggi con la Giulia, una vettura della Casa di Arese la si comprava per le emozioni che era in grado di trasmetterti alla guida e non di certo per la qualità e le finiture del suo abitacolo.
Sapiente mix
Costruita nello stabilimento italiano di Pomigliano d’Arco, fu presentata prima in versione 3 porte e solo l’anno successivo, il 2001, in varante a 5 porte, versione con la quale si aggiudicò l’ambito premio di “Auto dell’Anno” del quale oggi ne celebriamo il ventennale. A nascondersi poi sotto pelle vi erano scelte tecniche innovative e tipiche di vetture di segmento superiori, in questo caso riprese dalla sorella maggiore 156, e scelte progettuali un po’ meno virtuose, dettate però da una mancanza di fondi sufficienti da parte della Casa italiana negli anni della sua progettazione.
La piattaforma sulla quale poggiava l’intero progetto era la stessa della vecchia Fiat Tipo, o meglio, il Pianale C (telaio Tipo 2 di terza generazione) utilizzato sulla 147 derivava fortemente dalla piattaforma Tipo 2 utilizzata proprio sulla Tipo, Tempra, Alfa Romeo 155, Lancia Lybra e seconda serie della Delta. La scelta però di dotarla di un comparto sospensivo particolarmente pregiato (avantreno con quadrilateri alti deformabili e retrotreno McPherson evoluto a doppi bracci trasversali), ripreso anche in questo caso dalla 156, permise ai progettisti di Arese di rendere particolarmente prestazionale ed emozionante questa “vecchia” piattaforma.
Solo benzina e gasolio per la “147”
Sul fronte delle motorizzazioni l’Alfa Romeo 147 fece la sua comparsa sul mercato inizialmente con tre motorizzazioni benzina, tutti Twin Spark e 16V, e una sola motorizzazione Diesel, common rail a 8 valvole. Sul fronte della verde le motorizzazioni erano un 1.6 litri 16V da 105 CV o con variatore di fase per una potenza massima di 120 CV e un 2.0 litri da 150 CV anche con cambio robotizzato Selespeed. Lato gasolio la motorizzazione il 1.9 JTD 8 valvole “Unijet” da 110 CV che fu quasi subito vitaminizzato fino a 115 CV. Esisteva però anche una variante depotenziata di questo propulsore con solo 100 CV che veniva affiancato però solo agli allestimenti di accesso alla gamma.
In un secondo momento anche grazie al restyling di metà carriera, avvenuto nel 2004, la gamma delle motorizzazioni si amplia e molte unità, soprattutto quelle a gasolio, vengono aggiornate. Nel novembre 2002 viene introdotto il 1.9 JTD 16V da 140 CV ma soprattutto fa il suo debutto il performante motore Busso V6 di 3.2 litri da 250 CV e 300 Nm che andrà a spingere la versione più sportiva della gamma, l’Alfa Romeo 147 GTA.
Con il restyling arrivano anche le nuove motorizzazioni Diesel Multijet, denominate JTDm, che spingono il 1.9 litri 4 cilindri turbodiesel a valori di potenza maggiori e gli permettono di acquisire l’omologazione Euro 4: le varianti 8 valvole passano da 115 a 120 CV mentre le variante 16 valvole prima a 140 CV ora propongono 150 CV. Rimangono, invece, invariate le motorizzazioni benzina.
Fra il 2006 e il 2007 arrivano a listino anche le varianti a gasolio sportive (Ducati Corse o Sport Pack) con il 1.9 JTDm 16V che viene spinto fino a 170 CV e viene dotato di serie del differenziale autobloccante meccanico Torsen Q2. Negli ultimi anni della sua gloriosa carriera rimangono, invece, a listino solo le motorizzazioni 1.6 litri 16V benzina (da 105 e 120 CV) e 1.9 JTDm (8V da 120 e 16V 150 CV) e solo la versione di carrozzeria a 5 porte.
Proposta in varie salse
Rimasta in vendita sino al 2010, quando fece il debutto la sua diretta discendente l’Alfa Romeo Giulietta, anche se rimane nei listini fino a febbraio 2011, la berlina compatta di segmento C della Casa del Biscione fu un grosso successo commerciale con lo stabilimento di Pomigliano d’Arco che arrivò a produrne la bellezza di 652.000 unità. Nei suoi 10 anni di vita, come vi abbiamo descritto, vi furono due Model Year, numerose motorizzazioni sia benzina che Diesel, aggiornate negli anni, ma soprattutto tre allestimenti (Impression, Progression e Distintive), diverse versioni speciali (Cup, Connect e Plug In, TI, Exclusive, BlackLine,Q2, Moving e New Progression) e alcune serie limitate (Ducati Corse, la Murphy&Nye e la C’N’C Costume National).
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