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Vita da pendolare: com’è e come è cambiata con la pandemia?

Tempo di lettura: 3 minuti

Si svegliano presto per spostarsi da una città all’altra e raggiungere il luogo dove lavorano o studiano, soprattutto in auto, percorrono in media circa 80 km al giorno, trascorrono in “solitudine” 80 minuti in viaggio (ma meno rispetto al periodo pre-pandemia), spendono al mese 180 euro.

Ma nonostante questo, il “gioco vale la candela” e, seppur non sempre sono stati loro a scegliere questa vita, sono soddisfatti della propria situazione, tanto da non volerla cambiare. È l’identikit del Pendolare italiano emerso dall’ultima ricerca di AutoScout24, il più grande marketplace automotive online pan-europeo, condotta su un campione di utenti che per motivi di lavoro o studio si spostano tra due comuni diversi. Un esercito che coinvolge ogni giorno, secondo gli ultimi dati ISTAT, oltre 15 milioni di persone. Una situazione che, per obbligo o scelta, prevede comunque un rapporto quotidiano con la mobilità, dove l’auto ha un ruolo sempre più centrale, soprattutto a seguito della pandemia.

La vita da pendolare piace?

Partiamo dall’inizio. Pendolari si è per necessità o per scelta? L’81% dichiara di aver iniziato a viaggiare verso un’altra città per necessità (motivi di lavoro o di studio). Eppure, sono tanti quelli che, pur vivendo nella stessa città, hanno preferito lasciare gli agi della vicinanza diventando così “viaggiatori” a tutti gli effetti (19%).

Qual è il loro livello di soddisfazione? Nonostante i possibili disagi dettati dagli spostamenti, dalla ricerca di AutoScout24 emerge un giudizio positivo da parte dei pendolari (voto 7 in una scala da 1 a 10). Infatti, se potessero decidere di trasferirsi vicino al luogo di lavoro o studio, evitando così la trasferta fissa, ben il 73% sceglierebbe di non farlo. Molti come atto di “amore” verso il luogo dove abitano.

Quali sono le abitudini?

La maggior parte del campione (44%) esce di casa tra le ore 7 e le 8, ma più di un quarto (27%) va via prima delle ore 7 e il 13% tra le 8 e le 9.

Si spostano in media 5 o 6 volte a settimana (51%), percorrono circa 80 km tra andata e ritorno, impiegano 80 minuti in una giornata tipo e spendono in media quasi 200 euro al mese. Gli spostamenti avvengono soprattutto da un piccolo centro verso uno medio/grande (39%) o tra due piccoli centri (30%). 

Si muovono principalmente in “solitudine” – l’86% lo fa da solo -, ma è una condizione che non vogliono assolutamente cambiare, dato che quasi due terzi (64%) preferisce non avere compagnia durante il viaggio.

Una curiosità. Ribadendo che sono soddisfatti della loro situazione, come avrebbero impiegato il tempo “risparmiato” se non fossero pendolari? Dedicandosi ai propri hobby (41%), passando più tempo con la famiglia (32%), facendo sport (32%) o dormendo di più (25%). Solo il 12% dedicherebbe più tempo al lavoro.

Come si spostano?

Dalla ricerca emerge in assoluto la centralità dell’auto, indicata come mezzo di spostamento principale da ben il 90% dei rispondenti. Solo il 6% usa bus, metro o tram e il 4% il treno.

Chi usa la macchina utilizza perlopiù una berlina (42%) o un suv (29%), con alimentazione Diesel (70%), e durante il tragitto passa il tempo informandosi attraverso la radio (61%), ascoltando musica (49%), al telefono per lavoro (17%), mentre c’è anche chi ne approfitta per fare mente locale e pianificare le attività lavorative da fare (14%). Il 12% parla al telefono con amici, parenti o con il proprio partner e l’11% riflette sulla propria vita.

Chi invece si sposta con i mezzi pubblici, preferisce ascoltare la musica (39%) o dormire (26%).

Ma il pendolare deve fare i conti anche con gli ostacoli che potrebbero far aumentare la durata del viaggio. Solo il 36% di chi viaggia in auto si trova a dover fronteggiare situazioni critiche come traffico o incidenti, un dato che sale al 43% tra chi usa i mezzi pubblici (treni soppressi, bus e tram danneggiati e ecc.).

Gli effetti della pandemia

Questa situazione ha impattato su quasi un quinto del campione (18%) nella scelta del mezzo di spostamento giornaliero: tra questi, il 75% utilizza maggiormente l’auto da quando c’è il Covid, rispetto ad un 28% ed un 29% che affermano rispettivamente di aver ridotto l’uso di treni e altri mezzi pubblici. Per il 70% il cambiamento del mezzo dipende soprattutto da una questione di sicurezza, per evitare le occasioni di contagio, ma il 25% lo fa per una questione economica. Per quanto riguarda le tempistiche, ben il 47% di chi viaggia in auto impiega meno rispetto al periodo pre-pandemia per raggiungere la destinazione.

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