A volte la storia delle auto non è lineare. Magari alcuni modelli sono famosi sul loro mercato interno e quasi ignoti al di fuori. Poi basta che succeda qualcosa di imprevisto, magari un’apparizione al cinema, per cambiare tutto. E’ il caso della Toyota Supra. Una sportiva che in Giappone è ben nota sin dall’anno della sua nascita, il 1978, ma che è diventata nota al grande pubblico grazie al ruolo avuto in Fast and Furious, dove è senza dubbio una delle auto maggiormente protagoniste.
Quella che compare nel primo episodio della fortunatissima saga è un esemplare appartenente alla quarta generazione, che è rimasta sul mercato dal 1993 al 2002, prima di entrare in un oblio interrotto solo da pochissimo. La quinta generazione, infatti, è su strada da pochi mesi ed è nata grazie alla collaborazione con BMW (che ha realizzato la nuova Z4) grazie a cui è stato possibile dividere i costi di sviluppo. Ad ogni modo, la Supra degli anni Novanta è diventata un’icona ma è anche una signora auto sportiva, con prestazioni e caratteristiche di tutto rispetto.
Un progetto nato sul finire degli anni Ottanta e arrivato definitivamente su strada nella primavera del 1993. Il telaio è derivato da quello della coupé Lexus SC, rispetto alla quale però, l’auto risulta accorciata di ben 34 centimetri. Il design è completamente inedito e presenta tutte le rotondità tipiche del periodo storico, con anche i cerchi in lega di serie che appaiono piuttosto “plasticosi”. Sotto il cofano c’è un bel 3 litri 6 cilindri in linea che in Giappone e negli Stati Uniti può essere sia aspirato che turbo.
Per il mercati europei, invece, viene approntata una versione sovralimentata con componenti diversi e la potenza passa da 280 a 330 CV, niente male considerando che siamo nel 1993. I due turbocompressori, peraltro, non lavorano in parallelo ma in serie. Il più piccolo si attiva già a 1.800 giri, poi a 3.500 si inizia a risvegliare il secondo, che raggiunge il picco massimo di pressione a 4.000 giri, dove arrivano anche i 441 Nm di coppia.
Così la Supra scatta da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi e volendo corre fino a 285 km/h, se non fosse che il limitatore taglia prima, verso i 250 km/h. Il cambio è un 6 marce manuale sviluppato insieme alla Getrag, la trazione è ovviamente posteriore e se si esagera c’è uno dei primi sistemi di controllo elettronico.
Con i suoi quattro metri e mezzo abbondanti la Supra non è piccolissima, ma il peso rimane contenuto entro i 16 quintali, grazie all’uso dell’alluminio per la costruzione di alcuni componenti, come il cofano, alcuni bracci delle sospensioni e la scatola del cambio.
Anche il tettino removibile, quando presente, era in alluminio e pesava solo 18 kg. Parlando di dinamica, invece, la distribuzione dei pesi è lievemente sbilanciata all’anteriore, con un 53:47; una caratteristica comune a molte auto di questo tipo. Ad ogni modo la Supra è stata una delle auto preferite dai tuner, soprattutto per la solidità del suo motore Toyota che consentiva elaborazioni anche pesanti.
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