FIAT Zic, Vanzic e Zicster. Tre sorelle nel segno dell’innovazione

Storiche
11 luglio 2025, 8.30
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Il progetto FIAT Zic (Zero Impact Car) nacque su iniziativa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) nell’ambito del progetto “Materiali speciali per tecnologie avanzate”, promuovendolo attraverso il Centro Ricerche FIAT (CRF) che stabilì una propositiva collaborazione con Centro Stile Fiat e Istituto Europeo di Design (Centro Ricerche) (IED) di Torino.
Della parte più tecnologicamente avanzata si occupò principalmente il CRF che gestì direttamente l’attività di otto unità operative specializzate in diversi campi e di ben 32 componentisti, fornitori di parti hardware e software avanzati. Il design invece venne curato dal Centro Stile Fiat in collaborazione con lo IED. L’obiettivo comune fu quello di dar forma pragmatica e funzionante ad una vettura cittadina estremamente innovativa dal punto di vista della concezione, stile, struttura e materiali, secondo una spiccata vocazione alla sostenibilità ambientale.
Possiamo dire che l’intera vettura parte da una struttura centrale che funge da spina dorsale per l’intero progetto, traendo concettualmente ispirazione dal mondo della natura, in particolare dalle foglie. All’interno di questo elemento centrale trova posto il pacco batterie, abbassando così il baricentro e centrando le masse, trovando al contempo una posizione vantaggiosa per l’intera organizzazione spaziale dell’abitacolo e dei volumi. Da questo elemento “germina” il resto del telaio in estrusi di alluminio, mentre il pianale è costituito da un leggero pannello in materiali compositi con struttura a “sandwich” parimenti resistente.
È chiaro come la leggerezza sia stato un’altro dei concetti portanti del progetto, a vantaggio di minori consumi, prestazioni brillanti e maggior efficenza generale, senza intaccare la sicurezza della vettura. Il motore elettrico montato al posteriore vicino agli assi delle ruote, è un’unità da 21,5 kW, ed offriva velocità massima di 100 km/h, autonomia di 230 km a 50 km/h costanti e di 170 km nell’uso urbano.

Avveniristica e reale

fiat zic posteriore
È chiaro come una tecnica del genere non potesse essere nascosta, ma anzi suggerisse l’approccio apposto; dunque valorizzarla sfruttandone le inedite possibilità. Facendo tesoro delle caratteristiche di maggior semplicità della trazione elettrica e dell’innovativo pianale a spina che ospita la batteria generando al contempo il resto del telaio, il team guidato da Roberto Giolito al Centro Stile Fiat organizzò interno ed esterno della FIAT Zic partendo da questi elementi tecnici, agganciandovi lateralmente i sedili a guscio realizzati in magnesio e facendoli diventare flottanti così da liberare spazio aumentando la sicurezza: normalmente durante un’urto le cinture di sicurezza tendono a tirare il passeggero verso l’esterno della vettura, in questo modo l’effetto e invece abbondantemente smorzato.
Sempre da questa organizzazione a spina (o foglia) parte il tunnel centrale, che ospita comandi e bocchette dell’aria, generando il cruscotto attraverso un modellato estremamente morbido, raccolto e di chiara ispirazione naturale (biodesign). La strumentazione è centrale, quasi “space age”; tutto all’interno è all’insegna dello spazio e della semplicità. Elementi molto particolari sono la pedaliera, la “ruota” per l’abbassamento dei finestrini anteriori (la Zic ha 2 porte) e l’incavo nella parte superiore della portiera per chiuderla.
Esternamente la FIAT Zic ha una profilo quasi monovolume, caratterizzato da una fanaleria alta che, anticipando quella della Fiat Multipla, sottolinea la linea di cintura integrando gli specchietti laterali. Spicca l’ampio parabrezza quasi “a bolla” che garantisce ampia visibilità e luminosità interna aumentando la percezione dello spazio, e la fascia paraurti che gira intorno alla vettura (oggi sottolineata dal colore giallo ma inizialmente in tinta oro come il resto dell’auto). Originali le maniglie ricavate direttamente dal pannello portiera realizzate, come il resto della carrozzeria in pannelli a sandwhich di polimero composito.
La parte forse più curiosa dell’intera automobile è il posteriore, la cui forma è frutto di due osservazioni tecniche che si traducono in un’estetica nuova: con l’intento di garantire la massima efficienza del veicolo e dunque anche la sua vocazione al risparmio energetico, cofano motore e lunotto avvolgente rientrano nella vettura, originando una forte angolatura che, da una parte fa risparmiare energia per il riscaldamento e raffreddamento della parte utile dell’abitacolo, dall’altra offre una migliore resa aerodinamica.
interni FIAT Zic

Con la Zic nascono le sorelle Vanzic e Zicster

A seguito di tutte le valutazioni tecniche, funzionali e stilistiche si è proceduto alla costruzione di due prototipi funzionanti, quello un tempo in tinta oro oggi esposto presso la collezione Stellantis-FCA Heritage Hub ed uno verde, realizzati con la partecipazione della Carrozzeria Savio e della Cecomp. Fiat Zic venne presentata nel 1995, dopo soli 24 mesi di ricerca e sviluppo destando curiosità e grande interesse.
Alla Zic si affiancò nel 1996 la FIAT Vanzic, una variante monovolume che seguì gran parte del ragionamento precedente, aggiornato e adattato con la possibilità delle quattro porte ed una maggiore modularità interna. Il modello è azionato da un motore elettrico, coadiuvato da un motogeneratore termico in grado di produrre a bordo parte dell’energia elettrica necessaria aumentando l’autonomia del veicolo fino a 200 km. Altra variante sempre nel 1996 fu la FIAT Zicster (da Zic + Spider = Zicster), ovvero la versione scoperta e nuovamente pura elettrica della FIAT Zic, munita di un tettuccio a conchiglia in tessuto rigido ripiegabile che si apre e chiude mediante una semplice cerniera. La FIAT Zicster ha forme inedite, quasi trapezoidali caratterizzate dalle superfici trasparenti oscurate che formano una sorta di “visiera”, che le donano una maggiore dinamicità, ulteriormente sottolineata dalla linea di cintura continua che suddivide il volume vettura. Anche Vanzic e Zicster sono conservate presso Stellantis-FCA Heritage Hub.
Sono tre sorelle spiazzanti quanto innovative, che oggi non sfigurerebbero nelle nostre difficili città in evoluzione; tre progetti che dimostrano ancora oggi l’incredibile capacità italiana di fare vera innovazione mettendo insieme le energie migliori. Ringraziamo Roberto Giolito per averci fornito informazioni e gentile disponibilità.
Autore: Federico Signorelli
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