Dopo settimane di indiscrezioni e teaser,
Tesla ha svelato ufficialmente le nuove Model Y Standard e Model 3 Standard, le versioni “entry level” dei due modelli più venduti del marchio americano.
La mossa di Elon Musk è chiara: difendere le quote di mercato in un contesto sempre più competitivo, ma al prezzo di qualche rinuncia tecnica ed estetica.
Con queste versioni semplificate, Tesla sostituisce la precedente Long Range, ora ribattezzata Premium, mantenendo in gamma la Performance come top di gamma.
Minimalismo estremo
Sulla nuova Model Y Standard scompare il frontale con le barre luminose in stile Cybertruck, sostituito da gruppi ottici più compatti. I cerchi di serie scendono a 18 pollici (con optional da 19), mentre la palette colori si limita a tre tinte – bianco, nero e grigio, quest’ultimo gratuito.
Gli interni abbandonano la pelle vegana per tessuti sintetici, e fanno un passo indietro anche sul fronte comfort: niente più sedili ventilati o riscaldati dietro, sparisce lo schermo per i passeggeri posteriori e il volante torna regolabile manualmente. Resta invece la leva per gli indicatori di direzione, dopo le critiche ricevute per la loro eliminazione sulla Model 3 restyling.
La sorpresa è il tetto in vetro “solo esterno”, una soluzione economica che riduce i costi, ma anche la sensazione di spazio tipica dei modelli Tesla.
Meno potenza, ma autonomia solida
La Model Y Standard è spinta da un motore elettrico singolo posteriore da 300 cavalli, per uno 0-100 in 6,8 secondi. La batteria da 69,5 kWh offre un’autonomia di 516 km con cerchi da 18 pollici (487 km con i 19).
La Model 3 Standard, quasi identica esteticamente alla Premium, introduce solo una nuova telecamera anteriore e lo stesso powertrain della Y. L’autonomia dichiarata è di 519 km (18”) e 489 km (19”), con una batteria condivisa tra i due modelli.
Prezzi aggressivi per le "standard"
Negli Stati Uniti, la Model 3 Standard parte da 38.630 dollari, circa 5.500 in meno rispetto alla Premium RWD. La Model Y Standard da 41.630 dollari, 5.000 in meno della RWD tradizionale. Prezzi competitivi, ma ottenuti riducendo dotazioni e materiali.
Tesla sceglie così la via del compromesso: modelli più accessibili ma meno iconici, pensati per ampliare la base clienti e rispondere alla concorrenza cinese. Resta da capire se questo “minimalismo di ritorno” piacerà davvero a chi sceglie Tesla per tecnologia e comfort, o se segnerà l’inizio di una nuova fase difensiva per il marchio di Musk.