Quando avviene il ritiro della patente: guida completa e aggiornata

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16 dicembre 2025, 13.01
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Guida in stato di ebbrezza, eccesso di velocità, uso del cellulare al volante: sono solo alcune delle infrazioni che possono costare la patente. Ma quando avviene il ritiro della patente esattamente? Il Codice della Strada italiano prevede casi specifici in cui le Forze dell'Ordine procedono alla sottrazione immediata del documento, lasciando il conducente impossibilitato a proseguire la marcia.
Il sistema sanzionatorio distingue tra ritiro, sospensione e revoca: tre provvedimenti con conseguenze molto diverse tra loro. Sapere quando è previsto e quanto dura il ritiro della patente per ciascuna violazione permette di comprendere la gravità delle singole infrazioni e, nel caso, di affrontare l'iter burocratico con maggiore consapevolezza. 
Ritiro della patente: cos'è e come funziona
Il ritiro della patente consiste nella sottrazione fisica del documento da parte delle Forze dell'Ordine durante un controllo stradale. Si tratta di un provvedimento amministrativo immediato che impedisce al conducente di proseguire la guida: l'agente accertatore rilascia un verbale e un permesso provvisorio valido esclusivamente per condurre il veicolo in un luogo sicuro.
È importante comprendere che il ritiro non è di per sé una sanzione definitiva, ma piuttosto un atto propedeutico alla sospensione o, nei casi più gravi, alla revoca della patente. La distinzione tra questi tre concetti è essenziale: 
  • Il ritiro è l'atto materiale di sottrazione del documento, eseguito sul posto dalle Forze dell'Ordine. 
  • La sospensione è invece una sanzione accessoria disposta dal Prefetto o dall'Autorità giudiziaria, che vieta la guida per un periodo determinato compreso tra quindici giorni e cinque anni. Al termine, la patente viene restituita senza necessità di sostenere nuovi esami. 
  • La revoca comporta la cancellazione definitiva dell'abilitazione alla guida. 

Quando è previsto il ritiro della patente: i casi stabiliti dal Codice della Strada

Il Codice della Strada individua con precisione le situazioni che determinano il ritiro immediato del documento di guida. Non tutte le infrazioni comportano questa conseguenza: generalmente si tratta di violazioni considerate particolarmente pericolose per la sicurezza stradale o di irregolarità documentali che richiedono un intervento tempestivo. 
La tabella seguente riassume i principali casi previsti dalla normativa vigente.
Infrazione Articolo CdS Sospensione prevista Sanzione pecuniaria
Guida con tasso alcolemico 0,5-0,8 g/l Art. 186 3-6 mesi 543-2.170 €
Guida con tasso alcolemico 0,8-1,5 g/l Art. 186 6-12 mesi 800-3.200 €
Guida con tasso alcolemico oltre 1,5 g/l Art. 186 1-2 anni 1.500-6.000 €
Eccesso di velocità 40-60 km/h Art. 142 1-3 mesi 543-2.170 €
Eccesso di velocità oltre 60 km/h Art. 142 6-12 mesi 845-3.382 €
Guida sotto effetto di stupefacenti Art. 187 1-2 anni 1.500-6.000 €
Uso del cellulare alla guida (recidiva) Art. 173 1-3 mesi 350-1.400 €
Patente scaduta Art. 126 Fino al rinnovo 158-638 €

Quando scatta il ritiro della patente per alcol

La guida in stato di ebbrezza rappresenta una delle cause più frequenti di ritiro della patente e una delle principali responsabili di incidenti stradali gravi. Il Codice della Strada stabilisce soglie precise di tasso alcolemico, oltre le quali scattano sanzioni progressivamente più severe. Per i conducenti ordinari, il limite è fissato a 0,5 grammi per litro, mentre per neopatentati, conducenti professionali e chi ha meno di 21 anni vige il divieto assoluto di assumere alcol prima di mettersi alla guida.
Le conseguenze variano sensibilmente in base al livello di alcol rilevato: 
  • Con un tasso compreso tra 0,5 e 0,8 g/l si configura un illecito amministrativo con sospensione da tre a sei mesi. 
  • Superando la soglia di 0,8 g/l si entra nel campo penale, con possibilità di arresto fino a sei mesi e sospensione fino a un anno. 
  • Oltre 1,5 g/l le sanzioni diventano ancora più pesanti, includendo la confisca del veicolo se di proprietà del trasgressore. 
Il rifiuto di sottoporsi all'alcoltest comporta automaticamente l'applicazione delle sanzioni previste per la fascia più grave. Con le modifiche introdotte dal nuovo Codice della Strada entrato in vigore a dicembre 2024, chi viene condannato per guida in stato di ebbrezza dovrà installare sul proprio veicolo il dispositivo alcolock, che impedisce l'avviamento se rileva alcol nel respiro del conducente.

Quando scatta il ritiro della patente per eccesso di velocità

Superare i limiti di velocità di oltre quaranta chilometri orari comporta il ritiro immediato della patente, una conseguenza che molti automobilisti sottovalutano fino a quando non si trovano a dover affrontare la situazione. 
Quando il superamento del limite si attesta tra i 40 e i 60 km/h, la sanzione pecuniaria varia da 543 a 2.170 euro, con una sospensione della patente da uno a tre mesi e la decurtazione di sei punti. Se invece si oltrepassano i 60 km/h rispetto al limite consentito, le conseguenze si aggravano notevolmente: la multa sale a un importo compreso tra 845 e 3.382 euro, la sospensione va da sei a dodici mesi e vengono sottratti dieci punti
In caso di recidiva nel biennio, la legge prevede la revoca della patente. Il periodo di sospensione decorre dalla data del ritiro materiale del documento, motivo per cui è fondamentale conservare con cura il verbale rilasciato dagli agenti accertatori.

Guida sotto effetto di stupefacenti 

La normativa italiana è particolarmente severa nei confronti di chi si mette al volante dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope. A differenza di quanto accade per l'alcol, non esiste una soglia minima tollerata: la semplice positività agli accertamenti è sufficiente a far scattare le sanzioni previste dall'articolo 187 del Codice della Strada.
Le pene includono un'ammenda da 1.500 a 6.000 euro, l'arresto da sei mesi a un anno e la sospensione della patente da uno a due anni. Se dalla condotta deriva un incidente stradale, la sospensione viene raddoppiata e può trasformarsi in revoca. 
Una novità significativa introdotta nel 2024 riguarda l'accertamento: la positività ai test salivari è ora sufficiente per far scattare la revoca della patente, senza necessità di ulteriori esami di conferma. Chi subisce questo provvedimento non potrà conseguire una nuova patente per almeno tre anni, un periodo durante il quale sarà impossibile mettersi alla guida di qualsiasi veicolo a motore.

Altri casi di ritiro immediato

Oltre alle infrazioni già descritte, il Codice della Strada prevede il ritiro immediato della patente in diverse altre circostanze che è utile conoscere. Non sempre si tratta di comportamenti eclatanti: talvolta bastano semplici disattenzioni burocratiche per trovarsi senza documento di guida.
Tra le situazioni più comuni:
  • Patente scaduta: il documento viene ritirato fino al completamento della procedura di rinnovo.
  • Omissione di soccorso: in caso di incidente con feriti, chi non presta assistenza rischia la sospensione fino a tre anni.
  • Circolazione senza assicurazione: se reiterata nell'arco di due anni, comporta la sospensione da uno a due mesi.
  • Guida contromano: prevede la sospensione da uno a tre mesi.
  • Uso del cellulare alla guida: con le nuove norme, la recidiva comporta la sospensione fino a tre mesi e, per chi ha meno di 20 punti, scatta anche la sospensione breve aggiuntiva di 7 o 15 giorni.
  • Mancato rispetto dell'alt: comporta la sospensione da uno a tre mesi.
  • Passaggio con il semaforo rosso: una violazione spesso sottovalutata che comporta una multa per semaforo rosso, la decurtazione di sei punti dalla patente e che, in caso di recidiva o in presenza di incroci particolarmente pericolosi, può contribuire al ritiro.

Quanto dura il ritiro della patente: tempistiche e iter procedurale

Una volta che la patente viene ritirata, si avvia un iter procedurale ben definito che è importante conoscere per evitare errori che potrebbero aggravare la situazione. Dipende essenzialmente dalla gravità dell'infrazione commessa: si va da pochi giorni per irregolarità documentali fino a due anni per le violazioni più gravi legate ad alcol e stupefacenti.
L'organo di polizia che ha effettuato il ritiro trasmette il documento alla Prefettura competente entro cinque giorni, insieme al verbale dell'infrazione contestata. Il Prefetto dispone di quindici giorni per emanare l'ordinanza di sospensione, nella quale viene specificata la durata esatta del provvedimento. Se entro questo termine non viene notificata alcuna ordinanza, il conducente ha diritto a richiedere la restituzione della patente. 
Esiste tuttavia una possibilità per chi necessita di guidare per ragioni lavorative: presentando istanza motivata e documentata al Prefetto entro quindici giorni dal ritiro, è possibile ottenere un permesso di guida limitato a un massimo di tre ore giornaliere. Attenzione però: in caso di concessione del permesso, il periodo di sospensione viene aumentato di un numero di giorni pari al doppio delle ore autorizzate.

Il ruolo dei punti patente nelle sanzioni stradali

Oltre al ritiro e alla sospensione, ogni infrazione comporta anche la decurtazione di punti dalla patente. Il meccanismo della patente a punti, introdotto in Italia nel 2003, funziona come un sistema di crediti: ogni conducente parte con venti punti, che diminuiscono a ogni violazione e possono essere recuperati con corsi di aggiornamento o comportamenti virtuosi. L'azzeramento del saldo comporta la revisione della patente, con l'obbligo di sostenere nuovamente gli esami.
Il nuovo Codice della Strada ha reso questo meccanismo ancora più stringente. Per chi ha meno di venti punti al momento dell'infrazione, scatta la sospensione breve: sette giorni aggiuntivi se i punti residui sono almeno dieci, quindici giorni se sono inferiori. Questo provvedimento si somma alla sospensione ordinaria, aggravando le conseguenze per i conducenti recidivi. 
La logica è chiara: chi ha già accumulato infrazioni viene monitorato con maggiore attenzione, secondo un principio di responsabilizzazione progressiva che caratterizza tutti i settori regolamentati. Ad esempio, nel settore sanitario, un medico che ha ricevuto segnalazioni per prescrizioni non conformi viene sottoposto a revisioni più frequenti e programmi di aggiornamento obbligatori. Nel mondo finanziario, chi compie operazioni sospette viene inserito in controlli antiriciclaggio più stringenti. Anche nel gioco d’azzardo online, in Italia regolamentato dall’ADM, questo principio si traduce in sistemi di identificazione e tracciabilità dell’utente: l’accesso ai casino con registrazione SPID garantisce vantaggi concreti e standard di sicurezza elevati, assicurando una verifica certa dell’identità e rendendo più efficace l’applicazione di limiti di deposito e strumenti di autoesclusione.

Come riottenere la patente dopo il ritiro

Il percorso per tornare al volante dipende dalla natura dell'infrazione che ha determinato il ritiro. Nei casi più semplici, come la guida con patente scaduta, è sufficiente completare la procedura di rinnovo per rientrare in possesso del documento. Quando invece il ritiro è conseguenza di un reato, e quindi di una denuncia, il procedimento diventa più articolato e coinvolge anche l’Autorità giudiziaria, oltre alla Prefettura.
Per chi ha subito il ritiro per guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, è obbligatorio sottoporsi a visita presso la Commissione Medica Locale. Questa struttura, presente in ogni capoluogo di provincia, ha il compito di verificare che il conducente abbia recuperato i requisiti psicofisici per guidare in sicurezza. La visita prevede una serie di esami clinici specifici: analisi del sangue con particolare attenzione al CDT (Carbohydrate Deficient Transferrin), emocromo, gamma GT e, in molti casi, l'esame del capello per rilevare l'etilglucoronide. Questi accertamenti devono essere effettuati nei 21-28 giorni precedenti la visita collegiale. 
Se gli esiti risultano nella norma, la Commissione rilascia un certificato di idoneità che dovrà essere presentato alla Motorizzazione per ottenere la nuova patente. In caso contrario, potrebbero essere richiesti ulteriori controlli o percorsi terapeutici specifici.

Domande frequenti sul ritiro della patente

È possibile guidare all'estero durante il periodo di sospensione? La questione è complessa. Se la patente italiana viene sospesa in Italia, il divieto vale su tutto il territorio nazionale. All'estero, tecnicamente, il provvedimento italiano non ha efficacia diretta. Tuttavia, senza il possesso fisico del documento, guidare diventa impossibile ovunque. Se invece l'infrazione viene commessa all'estero, la sospensione ha validità solo nel Paese che l'ha emessa, ma la patente ritirata dovrà essere recuperata attraverso procedure che coinvolgono il consolato italiano.
Il ritiro della patente viene annotato sulla fedina penale? Dipende dalla natura dell'infrazione. Le sanzioni amministrative, come quelle per eccesso di velocità, non compaiono nel casellario giudiziale. I reati penali, come la guida in stato di ebbrezza con tasso superiore a 0,8 g/l, vengono invece iscritti. Chi opta per i lavori di pubblica utilità in sostituzione della pena può ottenere l'estinzione del reato e la conseguente non iscrizione nel certificato richiesto dall'interessato.
Cosa succede se vengo fermato mentre guido con la patente sospesa? Si tratta di una violazione molto grave, disciplinata dall'articolo 218 comma 6 del Codice della Strada. Le conseguenze includono una sanzione da 2.046 a 8.186 euro, la revoca della patente e il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi. In caso di recidiva, al posto del fermo si applica la confisca del veicolo.
Posso noleggiare un'auto o uno scooter durante la sospensione? No. Il divieto di guida riguarda qualsiasi veicolo che richieda la categoria di patente sospesa, indipendentemente dal fatto che sia di proprietà, noleggiato o in prestito. Mettersi alla guida significherebbe violare il provvedimento di sospensione con tutte le conseguenze già descritte.
Il datore di lavoro viene informato del ritiro della patente? Non esiste alcuna comunicazione automatica tra Prefettura e datore di lavoro. Tuttavia, se la guida rientra tra le mansioni contrattuali, il dipendente potrebbe essere tenuto a informare l'azienda in base agli obblighi previsti dal contratto di lavoro o dal regolamento aziendale.
Quanto costa la visita medica per riottenere la patente dopo ritiro per alcol? I costi variano a livello regionale. La visita presso la Commissione Medica Locale ha un costo compreso tra 30 e 50 euro, ai quali si aggiungono i diritti di motorizzazione (16-26 euro) e gli esami clinici obbligatori. Questi ultimi, possono costare complessivamente tra 100 e 200 euro, portando la spesa totale a un importo indicativo di 150-300 euro.
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