Guida in stato di ebbrezza, eccesso di velocità, uso del
cellulare al volante: sono solo alcune delle infrazioni che possono costare la
patente. Ma quando avviene il ritiro della patente esattamente? Il
Codice della Strada italiano prevede casi specifici in cui le Forze dell'Ordine
procedono alla sottrazione immediata del documento, lasciando il
conducente impossibilitato a proseguire la marcia.
Il sistema sanzionatorio distingue tra ritiro,
sospensione e revoca: tre provvedimenti con conseguenze molto diverse tra
loro. Sapere quando è previsto e quanto dura il ritiro della patente per
ciascuna violazione permette di comprendere la gravità delle singole infrazioni
e, nel caso, di affrontare l'iter burocratico con maggiore
consapevolezza.
Ritiro della patente: cos'è e come funziona
Il ritiro della patente consiste nella sottrazione
fisica del documento da parte delle Forze dell'Ordine durante un controllo
stradale. Si tratta di un provvedimento amministrativo immediato che
impedisce al conducente di proseguire la guida: l'agente accertatore rilascia
un verbale e un permesso provvisorio valido esclusivamente per condurre il
veicolo in un luogo sicuro.
È importante comprendere che il ritiro non è di per sé una
sanzione definitiva, ma piuttosto un atto propedeutico alla sospensione
o, nei casi più gravi, alla revoca della patente. La distinzione tra questi tre
concetti è essenziale:
- Il ritiro
è l'atto materiale di sottrazione del documento, eseguito sul posto dalle
Forze dell'Ordine.
- La sospensione
è invece una sanzione accessoria disposta dal Prefetto o dall'Autorità
giudiziaria, che vieta la guida per un periodo determinato compreso tra
quindici giorni e cinque anni. Al termine, la patente viene restituita
senza necessità di sostenere nuovi esami.
- La revoca
comporta la cancellazione definitiva dell'abilitazione alla guida.
Quando è previsto il ritiro della patente: i casi
stabiliti dal Codice della Strada
Il Codice della Strada individua con precisione le
situazioni che determinano il ritiro immediato del documento di guida.
Non tutte le infrazioni comportano questa conseguenza: generalmente si tratta
di violazioni considerate particolarmente pericolose per la sicurezza stradale
o di irregolarità documentali che richiedono un intervento tempestivo.
La tabella seguente riassume i principali casi previsti
dalla normativa vigente.
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Infrazione
|
Articolo CdS
|
Sospensione prevista
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Sanzione pecuniaria
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Guida con tasso alcolemico 0,5-0,8 g/l
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Art. 186
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3-6 mesi
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543-2.170 €
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Guida con tasso alcolemico 0,8-1,5 g/l
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Art. 186
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6-12 mesi
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800-3.200 €
|
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Guida con tasso alcolemico oltre 1,5 g/l
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Art. 186
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1-2 anni
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1.500-6.000 €
|
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Eccesso di velocità 40-60 km/h
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Art. 142
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1-3 mesi
|
543-2.170 €
|
|
Eccesso di velocità oltre 60 km/h
|
Art. 142
|
6-12 mesi
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845-3.382 €
|
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Guida sotto effetto di stupefacenti
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Art. 187
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1-2 anni
|
1.500-6.000 €
|
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Uso del cellulare alla guida (recidiva)
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Art. 173
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1-3 mesi
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350-1.400 €
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Patente scaduta
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Art. 126
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Fino al rinnovo
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158-638 €
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Quando scatta il ritiro della patente per alcol
La guida in stato di ebbrezza rappresenta una delle
cause più frequenti di ritiro della patente e una delle principali responsabili
di incidenti stradali gravi. Il Codice della Strada stabilisce soglie precise
di tasso alcolemico, oltre le quali scattano sanzioni progressivamente più
severe. Per i conducenti ordinari, il limite è fissato a 0,5 grammi per
litro, mentre per neopatentati, conducenti professionali e chi ha meno di
21 anni vige il divieto assoluto di assumere alcol prima di mettersi alla
guida.
Le conseguenze variano sensibilmente in base al livello di
alcol rilevato:
- Con
un tasso compreso tra 0,5 e 0,8 g/l si configura un illecito
amministrativo con sospensione da tre a sei mesi.
- Superando
la soglia di 0,8 g/l si entra nel campo penale, con possibilità di
arresto fino a sei mesi e sospensione fino a un anno.
- Oltre
1,5 g/l le sanzioni diventano ancora più pesanti, includendo la confisca
del veicolo se di proprietà del trasgressore.
Il rifiuto di sottoporsi all'alcoltest comporta
automaticamente l'applicazione delle sanzioni previste per la fascia più grave.
Con le modifiche introdotte dal nuovo Codice della Strada entrato in vigore a
dicembre 2024, chi viene condannato per guida in stato di ebbrezza dovrà
installare sul proprio veicolo il dispositivo alcolock, che impedisce
l'avviamento se rileva alcol nel respiro del conducente.
Quando scatta il ritiro della patente per eccesso di
velocità
Superare i limiti di velocità di oltre quaranta
chilometri orari comporta il ritiro immediato della patente, una
conseguenza che molti automobilisti sottovalutano fino a quando non si trovano
a dover affrontare la situazione.
Quando il superamento del limite si attesta tra i 40 e i
60 km/h, la sanzione pecuniaria varia da 543 a 2.170 euro, con una
sospensione della patente da uno a tre mesi e la decurtazione di sei punti.
Se invece si oltrepassano i 60 km/h rispetto al limite consentito, le
conseguenze si aggravano notevolmente: la multa sale a un importo compreso tra
845 e 3.382 euro, la sospensione va da sei a dodici mesi e vengono sottratti
dieci punti.
In caso di recidiva nel biennio, la legge prevede la
revoca della patente. Il periodo di sospensione decorre dalla data del ritiro
materiale del documento, motivo per cui è fondamentale conservare con cura il
verbale rilasciato dagli agenti accertatori.
Guida sotto effetto di stupefacenti
La normativa italiana è particolarmente severa nei confronti
di chi si mette al volante dopo aver assunto sostanze stupefacenti o
psicotrope. A differenza di quanto accade per l'alcol, non esiste una
soglia minima tollerata: la semplice positività agli accertamenti è
sufficiente a far scattare le sanzioni previste dall'articolo 187 del Codice
della Strada.
Le pene includono un'ammenda da 1.500 a 6.000 euro,
l'arresto da sei mesi a un anno e la sospensione della patente da uno a due
anni. Se dalla condotta deriva un incidente stradale, la sospensione viene raddoppiata
e può trasformarsi in revoca.
Una novità significativa introdotta nel 2024 riguarda
l'accertamento: la positività ai test salivari è ora sufficiente per far
scattare la revoca della patente, senza necessità di ulteriori esami di
conferma. Chi subisce questo provvedimento non potrà conseguire una nuova
patente per almeno tre anni, un periodo durante il quale sarà impossibile
mettersi alla guida di qualsiasi veicolo a motore.
Altri casi di ritiro immediato
Oltre alle infrazioni già descritte, il Codice della Strada
prevede il ritiro immediato della patente in diverse altre circostanze
che è utile conoscere. Non sempre si tratta di comportamenti eclatanti:
talvolta bastano semplici disattenzioni burocratiche per trovarsi senza
documento di guida.
Tra le situazioni più comuni:
- Patente
scaduta: il documento viene ritirato fino al completamento della
procedura di rinnovo.
- Omissione
di soccorso: in caso di incidente con feriti, chi non presta
assistenza rischia la sospensione fino a tre anni.
- Circolazione
senza assicurazione: se reiterata nell'arco di due anni, comporta la
sospensione da uno a due mesi.
- Guida
contromano: prevede la sospensione da uno a tre mesi.
- Uso
del cellulare alla guida: con le nuove norme, la recidiva comporta la
sospensione fino a tre mesi e, per chi ha meno di 20 punti, scatta anche
la sospensione breve aggiuntiva di 7 o 15 giorni.
- Mancato
rispetto dell'alt: comporta la sospensione da uno a tre mesi.
- Passaggio
con il semaforo rosso: una violazione spesso sottovalutata che
comporta una multa
per semaforo rosso, la decurtazione di sei punti dalla patente e che,
in caso di recidiva o in presenza di incroci particolarmente pericolosi,
può contribuire al ritiro.
Quanto dura il ritiro della patente: tempistiche e iter
procedurale
Una volta che la patente viene ritirata, si avvia un iter
procedurale ben definito che è importante conoscere per evitare errori che
potrebbero aggravare la situazione. Dipende essenzialmente dalla gravità
dell'infrazione commessa: si va da pochi giorni per irregolarità documentali
fino a due anni per le violazioni più gravi legate ad alcol e stupefacenti.
L'organo di polizia che ha effettuato il ritiro trasmette il
documento alla Prefettura competente entro cinque giorni, insieme al verbale
dell'infrazione contestata. Il Prefetto dispone di quindici giorni per
emanare l'ordinanza di sospensione, nella quale viene specificata la durata
esatta del provvedimento. Se entro questo termine non viene notificata alcuna
ordinanza, il conducente ha diritto a richiedere la restituzione della
patente.
Esiste tuttavia una possibilità per chi necessita di guidare
per ragioni lavorative: presentando istanza motivata e documentata al Prefetto
entro quindici giorni dal ritiro, è possibile ottenere un permesso di guida
limitato a un massimo di tre ore giornaliere. Attenzione però: in caso di
concessione del permesso, il periodo di sospensione viene aumentato di un
numero di giorni pari al doppio delle ore autorizzate.
Il ruolo dei punti patente nelle sanzioni stradali
Oltre al ritiro e alla sospensione, ogni infrazione comporta
anche la decurtazione di punti dalla patente. Il meccanismo della
patente a punti, introdotto in Italia nel 2003, funziona come un sistema di
crediti: ogni conducente parte con venti punti, che diminuiscono a ogni
violazione e possono essere recuperati con corsi di aggiornamento o comportamenti
virtuosi. L'azzeramento del saldo comporta la revisione della patente,
con l'obbligo di sostenere nuovamente gli esami.
Il nuovo Codice della Strada ha reso questo meccanismo
ancora più stringente. Per chi ha meno di venti punti al momento
dell'infrazione, scatta la sospensione breve: sette giorni aggiuntivi se
i punti residui sono almeno dieci, quindici giorni se sono inferiori. Questo
provvedimento si somma alla sospensione ordinaria, aggravando le conseguenze
per i conducenti recidivi.
La logica è chiara: chi ha già accumulato infrazioni viene
monitorato con maggiore attenzione, secondo un
principio di
responsabilizzazione progressiva che caratterizza tutti i
settori
regolamentati. Ad esempio, nel settore sanitario, un medico che ha ricevuto
segnalazioni per prescrizioni non conformi viene sottoposto a revisioni più
frequenti e programmi di aggiornamento obbligatori. Nel mondo finanziario, chi
compie operazioni sospette viene inserito in controlli antiriciclaggio più
stringenti. Anche nel gioco d’azzardo online, in Italia regolamentato dall’ADM,
questo principio si traduce in sistemi di identificazione e tracciabilità
dell’utente: l’accesso ai casino con registrazione SPID
garantisce vantaggi
concreti e standard di sicurezza elevati, assicurando una verifica certa
dell’identità e rendendo più efficace l’applicazione di limiti di deposito e
strumenti di autoesclusione.
Come riottenere la patente dopo il ritiro
Il percorso per tornare al volante dipende dalla
natura
dell'infrazione che ha determinato il ritiro. Nei casi più semplici, come
la guida con patente scaduta, è sufficiente completare la procedura di rinnovo
per rientrare in possesso del documento. Quando invece il ritiro è conseguenza
di un reato, e quindi di una
denuncia, il
procedimento diventa più articolato e coinvolge anche l’Autorità giudiziaria,
oltre alla Prefettura.
Per chi ha subito il ritiro per guida in stato di
ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, è obbligatorio sottoporsi a
visita presso la Commissione Medica Locale. Questa struttura, presente in ogni
capoluogo di provincia, ha il compito di verificare che il conducente abbia
recuperato i requisiti psicofisici per guidare in sicurezza. La visita prevede
una serie di esami clinici specifici: analisi del sangue con particolare
attenzione al CDT (Carbohydrate Deficient Transferrin), emocromo, gamma GT e,
in molti casi, l'esame del capello per rilevare l'etilglucoronide. Questi
accertamenti devono essere effettuati nei 21-28 giorni precedenti la visita
collegiale.
Se gli esiti risultano nella norma, la Commissione rilascia
un certificato di idoneità che dovrà essere presentato alla Motorizzazione per
ottenere la nuova patente. In caso contrario, potrebbero essere richiesti
ulteriori controlli o percorsi terapeutici specifici.
Domande frequenti sul ritiro della patente
È possibile guidare all'estero durante il periodo di
sospensione?
La questione è complessa. Se la patente italiana viene sospesa in Italia,
il divieto vale su tutto il territorio nazionale. All'estero,
tecnicamente, il provvedimento italiano non ha efficacia diretta. Tuttavia,
senza il possesso fisico del documento, guidare diventa impossibile ovunque. Se
invece l'infrazione viene commessa all'estero, la sospensione ha validità solo
nel Paese che l'ha emessa, ma la patente ritirata dovrà essere recuperata
attraverso procedure che coinvolgono il consolato italiano.
Il ritiro della patente viene annotato sulla fedina
penale?
Dipende dalla natura dell'infrazione. Le sanzioni amministrative,
come quelle per eccesso di velocità, non compaiono nel casellario giudiziale. I
reati penali, come la guida in stato di ebbrezza con tasso superiore a 0,8 g/l,
vengono invece iscritti. Chi opta per i lavori di pubblica utilità in
sostituzione della pena può ottenere l'estinzione del reato e la conseguente
non iscrizione nel certificato richiesto dall'interessato.
Cosa succede se vengo fermato mentre guido con la patente
sospesa?
Si tratta di una violazione molto grave, disciplinata dall'articolo 218
comma 6 del Codice della Strada. Le conseguenze includono una sanzione da
2.046 a 8.186 euro, la revoca della patente e il fermo amministrativo del
veicolo per tre mesi. In caso di recidiva, al posto del fermo si applica la
confisca del veicolo.
Posso noleggiare un'auto o uno scooter durante la
sospensione?
No. Il divieto di guida riguarda qualsiasi veicolo che richieda la
categoria di patente sospesa, indipendentemente dal fatto che sia di proprietà,
noleggiato o in prestito. Mettersi alla guida significherebbe violare il
provvedimento di sospensione con tutte le conseguenze già descritte.
Il datore di lavoro viene informato del ritiro della
patente?
Non esiste alcuna comunicazione automatica tra Prefettura e datore di
lavoro. Tuttavia, se la guida rientra tra le mansioni contrattuali, il
dipendente potrebbe essere tenuto a informare l'azienda in base agli obblighi
previsti dal contratto di lavoro o dal regolamento aziendale.
Quanto costa la visita medica per riottenere la patente
dopo ritiro per alcol?
I costi variano a livello regionale. La visita presso la Commissione
Medica Locale ha un costo compreso tra 30 e 50 euro, ai quali si aggiungono
i diritti di motorizzazione (16-26 euro) e gli esami clinici obbligatori.
Questi ultimi, possono costare complessivamente tra 100 e 200 euro, portando la
spesa totale a un importo indicativo di 150-300 euro.