Motorsport

Maserati e il motorsport: dalla F1 alle GT, in futuro la Formula E

Tempo di lettura: 6 minuti

Sebbene sia assente da un Mondiale da diversi anni, la storia di Maserati nel motorsport è da brividi. 

Per molti, Maserati è “solo” quel brand italiano che realizza vetture che uniscono velocità, sound, confort e lusso in una sola vettura. Altri sapranno che per anni la Casa del Tridente è stata gestita da Ferrari, altri ancora ricorderanno alcune vetture del passato come la Biturbo, la Bora, la Sebring o le varie serie di Quattroporte.

Maserati è però molto più di questo, tanto che la storia di questo marchio italiano così celebre è legato a doppio filo a qualcosa che in pochi associano al Tridente: il motorsport. In realtà, infatti, Maserati nasce col motorsport nelle vene, producendo per i primi anni solo e solamente vetture da corsa. Per questo, l’annuncio dell’entrata di Maserati in Formula E dal 2023 non deve sorprendere: il legame tra il Tridente e le corse è longevo e fortissimo. Prima di parlare del futuro che attende il Tridente nella serie elettrica, ripercorriamo la storia di Maserati nel motorsport scoprendo episodi che, forse, non tutti ricordano.

Gli albori di Maserati nel motorsport: dalle prime vittorie di Alfieri alla Tipo 26

La storia di Maserati è legata indissolubilmente a quella della famiglia che ha fondato la Casa, i Maserati appunto. Il vogherese Rodolfo Maserati, infatti, sicuramente non immaginava come, trasferitosi a Bologna, sei dei suoi sette figli finirono per lavorare all’interno di una piccola officina di auto da corsa.

Il fratello più appassionato di motori, Alfieri Maserati, fondò infatti l’omonima officina il 1° dicembre 1914, sviluppando auto da corsa su base Isotta Fraschini. Dopo i primi anni in cui Alfieri portava avanti la carriera da imprenditore con quella agonistica, correndo con ottimi risultati tra gli anni ’10 e gli anni ’20, una squalifica di 5 anni inflittagli nel 1924 convinse il fondatore a dedicare l’anima alla sua neonata azienda. Ed è infatti nel 1926 che arrivò il primo modello interamente realizzato da Maserati, la Tipo 26. Dotata di un motore 1.5 8 cilindri in linea con compressore volumetrico e derivata da una Diatto, la Tipo 26 è anche la prima Maserati che ha sfoggiato il logo del Tridente sulla griglia. Il merito va all’unico dei fratelli Maserati che non intraprese la carriera ingegneristica, Mario. Mario Maserati era infatti un artista, pittore e scultore, e spronato dal fratello Alfieri disegnò il leggendario Tridente, un omaggio alla statua di Nettuno dell’omonima piazza della città di Bologna.

Maserati e il motorsport: il passaggio alla gestione Orsi, e il trasferimento da Bologna a Modena

La Tipo 26 si rivelò una buona vettura da corsa, che ottenne subito un nono posto assoluto con al volante proprio Alfieri Maserati nella Targa Florio del 1926. Per il primo successo si dovette però aspettare il Gran Premio di Tripoli del 1927, nella Libia Italiana, e arrivarono poi altri successi prestigiosi, come quelli alla 1000 km di Buenos Aires e a quella del Nurburgring. Il nome di Maserati cominciò a farsi pesante nel mondo dei motori, ma nel 1932 ci fu un avvenimento che cambiò la storia della Casa.

In quell’anno, Alfieri Maserati morì dopo le complicazioni per un intervento chirurgico ad un rene dovuto a un incidente capitatogli nel corso del 1927. La Casa fu ereditata dai suoi tre fratelli Bindo, Ettore ed Ernesto. I tre, però, mancavano dello spirito imprenditoriale del fratello, e 5 anni dopo, nel 1937, furono costretti a vendere Maserati all’industriale modenese dell’acciaio Adolfo Orsi. Orsi offrì ai tre fratelli Maserati di rimanere nell’azienda in qualità di consulenti per 10 anni, e prese una decisione che cambiò per sempre la storia di Maserati. Orsi infatti spostò la sede di Maserati da Bologna a Modena, un fatto che un decennio più tardi la renderà una enorme rivale della concittadina Ferrari, nel frattempo impegnata a farsi un nome nel mondo delle corse prima dello scoppio della seconda guerra mondiale con il Marchio del cavallino sulle Alfa Romeo dell’epoca.

Dopo l’arrivo di Orsi, Maserati continuò a correre, e anzi si impegnò ancora di più nelle corse. Dal 1937, Maserati ottenne diversi successi e le prime grandi soddisfazioni nel motorsport, dalle gare di durata come la Mille Miglia, le corse di 1000 km e anche nei Gran Premi. La grande affermazione internazionale però arrivò nel 1939, quando con la splendida Maserati 8CTF la Casa di Modena entrò nella storia dei motori. La monoposto da Gran Premio era dotata di un 8 cilindri in linea da 3 litri con due compressori da ben 370 CV, e diventò nel 1939 la prima e unica vettura italiana capace di vincere la 500 Miglia di Indianapolis. In realtà, la Maserati 8CTF riuscì a vincere la 500 Miglia per due anni consecutivi, nel 1939 e nel 1940, con alla guida l’americano Wilbur Shaw. 

Dopo questi successi, com’è immaginabile, il mondo delle corse si fermò per lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Maserati si occupò della produzione di candele di accensione e batterie per mezzi militari, attendendo con speranza la fine del conflitto così da poter tornare sui suoi passi. Dopo la fine della guerra, la Casa modenese si rilanciò subito con la sua prima vettura Gran Turismo, la A6 1500 del 1947. Questa elegante berlinetta, che fu la prima Maserati stradale, era disponibile con il “vestito” da corsa, che ottenne subito una vittoria con Alberto Ascari sul circuito di Modena nel 1947. Sempre durante il 1947 i fratelli Maserati lasciarono la loro azienda, e formarono a Bologna la OSCA, altra Casa geniale di auto da corsa. Ma questa è una storia per un altro articolo.

L’apice della storia Maserati nel motorsport: l’approdo in Formula 1 e i due titoli mondiali

Adolfo Orsi, lasciato da solo a capo della Casa, decise che Maserati doveva competere al livello più alto dell’automobilismo mondiale, la Formula 1. Maserati fu infatti una delle fondatrici del primo Campionato Mondiale di Formula 1 del 1950, schierandosi come acerrima rivale della concittadina Ferrari. Nei primi anni della Formula 1 si assistette ad una sfida a tre tutta italiana tra la Ferrari, l’Alfa Romeo e la Maserati. Con i primi tre titoli appannaggio di Alfa Romeo con Nino Farina nel 1950, Fangio nel 1951 e Ferrari con Ascari nel 1952 e 1953, Maserati fu sempre in lizza per il Campionato, che arrivò finalmente nel 1954.

Juan Manuel Fangio al volante della 250F, una vettura che ha permesso a Maserati di scrivere una pagina importante di storia del motorsport

In realtà, Fangio vinse il Campionato del Mondo Piloti del 1954 dividendosi tra Maserati e l’entrante Mercedes-Benz. Non essendoci però un Titolo Costruttori all’epoca, Maserati condivide il titolo con la Stella tedesca. Per il primo titolo “genuino” di Maserati bisognerà attendere il 1957, con Juan Manuel Fangio che ottenne il suo quinto e ultimo titolo piloti alla guida di una Maserati 250F. 

L’abbandono di Maserati al Motorsport del 1958, e il ritorno come motorista

Sfortunatamente, il titolo Costruttori venne introdotto solo nel 1958, e per questo Maserati non potrà mai vantare alcun titolo “Marche”. Proprio in quell’anno, però, la Casa era in cattive acque dal punto di vista economico, tanto da costringere Orsi ad annunciare il proprio ritiro dalle competizioni in forma ufficiale durante la stagione, non prima di aver offerto a Maria Teresa de Filippis la possibilità di diventare la prima donna a qualificarsi per un Gran Premio, sulle strade del Gran Premio di Monaco.

Dopo quell’ultimo exploit, Maserati continuò ad essere presente in forma privata con la sua 250F, scomparendo dal Circus della Formula 1 solo nel 1960. Ancora sotto la gestione Orsi arrivò l’ultima partecipazione al Campionato del Mondo di Formula 1, in qualità di fornitore di motori. Tra il 1966 e il 1969 infatti Maserati fornì dei 3.0 V12 alla scuderia inglese Cooper (si, quelli delle MINI!), ottenendo due vittorie con John Surtees e Pedro Rodriguez. 

Il ritorno alle corse di Maserati nei primi anni ’00 con la MC12, e il ritorno nel 2023 in FE

In quegli anni, Maserati si concentrò principalmente sulle vetture stradali, e nel 1968 passò di mano, diventando di proprietà della Casa francese Citroen. Da quel momento, Maserati rinchiuse in un cassetto tutte le velleità sportive. Dal 1968, Maserati passò da Citroen alla GEPI, la società pubblica per il salvataggio di aziende in crisi, all’acquisizione da parte di De Tomaso, in 20 anni a dir poco burrascosi Maserati perse il suo pedigree sportivo. La Casa cadde in un sempre maggiore declino, fino all’arrivo nel 1993 della FIAT prima, e nel 1997 della Ferrari in seconda battuta. Sotto la gestione dell’ex acerrima nemica di Maranello, Maserati si riprese. E soprattutto, un po’ a sorpresa, tornò alle corse. Il merito fu della Maserati MC12, realizzata sulla base della Ferrari Enzo, che partecipò al Campionato Mondiale GT1 dal 2004 al 2010, ottenendo decine di vittorie comprese tre primi posti alla tostissima 24 Ore di Spa.

Nel 2010, però, si chiuse il progetto MC12, e con lui le velleità di motorsport di Maserati. Almeno, fino ad oggi: è notizia di ieri che Maserati ha deciso di tornare finalmente nel mondo delle corse dal 2023, entrando nel Campionato del Mondo di Formula E. Sappiamo ancora pochissimo della prossima incredibile sfida di Maserati. Sicuramente, però, non vediamo l’ora di vedere come se la caverà al suo mitico ritorno nel motorsport. La storia di Maserati insegna che tutte le volte che è entrata in campo, ha vinto gare e campionati. Sarà lo stesso anche questa volta per un altro grande capitolo nella sua travagliata storia nelle competizioni?

Redazione Autoappassionati.it

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