Si dice che il posto dove nasciamo influenza tutta la nostra vita, nel bene e nel male, e che noi non possiamo farci niente. Non ce ne vogliano, dunque, le altre piccole “arrabbiate” degli anni Novanta, se la Fiat Punto GT è la nostra preferita.
Probabilmente i francesi potrebbero dire lo stesso per la Renault Clio RS (o della più “antica” 5 GT Turbo), i tedeschi potrebbero esaltare la Polo GTI e via dicendo. Bene, benissimo. A ognuno i propri sogni di ragazzo. E chi è troppo giovane per aver vissuto al 100% l’epopea della Uno Turbo, non può che amare la Fiat Punto GT e il suo 1.4 turbo da 136 CV a 5.750 giri. Una potenza che è solo teorica, visto che è più difficile trovare una GT originale piuttosto che una elaborata, anche perché il piccolo motore Fiat accettava di buon grado pressioni di sovralimentazioni barbare, grazie alla cara vecchia ghisa con cui è stato costruito. Pochi lo sanno, ma questo propulsore non appartiene alla serie Fire, ma deriva ancora dal 4 cilindri nato con la 128 tanto che non ha nemmeno la distribuzione a 4 valvole per cilindro.
Ma di questo ci interessa molto poco quando sentiamo il fischio del turbo e vediamo il cofano della Fiat Punto GT puntare verso l’alto come quello di un motoscafo a tutta manetta. La turbina giapponese IHI VL7 raffreddata ad acqua soffia fino a 1,3 bar, mentre la centralina Bosch Motronic evita l’innesco di fenomeni di detonazione, che l’aumento del rapporto di compressione a 7,8:1 avrebbe potuto provocare.
Ovviamente l’erogazione della Fiat Punto GT è “vecchia scuola”: si seppellisce il pedale del gas sotto il tappetino, si attende rispettosamente il turbo lag preparandosi a gestire la botta e, infine, ecco la spinta. Repentina, rabbiosa e potente, tanto da far sognare almeno un paio di generazioni di appassionati. Considerando anche la massa di poco superiore alla tonnellata, le prestazioni sono di tutto rispetto per il 1993. Scatto da 0 a 100 km/h coperto in 7,9 secondi e velocità massima di 204 km/h, mentre per il chilometro da fermo bastano 29 secondi.
Anche la frenata è migliorata grazie all’ABS di serie, mentre sulla guidabilità va fatto un discorso a parte. La scocca non subisce particolari irrigidimenti rispetto a quella della Punto normale e anche le sospensioni sono le stesse. A cambiare è la regolazione dell’assetto che è più basso e più rigido, ma Fiat opta per una regolazione piuttosto facile e conservativa, al contrario di quelle tradizionali delle piccole francesi con il retrotreno “ballerino”.
Questo vuol dire che il sottosterzo è sempre in agguato, soprattutto se in uscita di curva si ha fretta di ridare gas e se le ruote non sono perfettamente dritte, anche perché non è previsto alcun differenziale autobloccante. Inoltre, se la carrozzeria alta giova all’abitabilità, sicuramente non aiuta a mantenere basso il baricentro. Insomma, se si vuole guidare davvero sportivamente, la Fiat Punto GT necessita di qualche intervento anche a livello di telaio e sospensioni. Il bello è che basta poco per farla rendere molto di più. Provare per credere.