Così come per la benzina, il caro carburanti ha colpito nuovamente anche il Diesel. Il gasolio fa i conti con la fine della tregua delle passate settimane. Da giorni, infatti, i prezzi dei carburanti hanno ripreso ad impennarsi in una maniera alquanto smisurata ed improvvisa, con il gasolio che allarga ancora la forbice con la verde. Ormai il costo di un rifornimento di Diesel è vicino ai 2 euro/litro, nonostante il taglio delle accise del Governo.
A cominciare dal weekend appena trascorso, tutte le principali compagnie hanno iniziato a ritoccare i prezzi raccomandati con aumenti fino a 4 cent/litro. Il tutto scaturisce dagli aggiornamenti inerenti la guerra tra Russia ed Ucraina, con la nuova escalation di tensione a creare ulteriore scompiglio nei mercati internazionali. Ad essere interessate sono di conseguenza le quotazioni del petrolio ed a cascata dei prodotti raffinati, carburanti in primis. Il prezzo del greggio è poi legato al doppio filo alle recenti decisioni dall’Opec+ ed alle sanzioni inflitte alla Russia.
Da un lato c’è la decisione dei Paesi esportatori di tagliare la produzione di petrolio per 2 milioni di barili al giorno, con l’obiettivo di far salire le quotazioni, e dall’altro c’è l’embargo pronto a partire dal 5 dicembre, seguito il 5 febbraio dallo stop alle importazioni di prodotti finiti, come il gasolio, che l’Europa ha tradizionalmente comprato in grandi quantità da Mosca. Quindi il Brent sfiora i 97 dollari a barile, è quindi indispensabile ed inevitabile studiare una rimodulazione dell’attuale taglio di 30 centesimi sulle accise.
L’apprezzato ed indispensabile taglio delle accise introdotto mesi fa dal Governo Draghi e prorogato più volte fino ad arrivare alla scadenza del 17 ottobre 2022, ora deve essere rivisto. Come? La sforbiciata alle accise potrebbe richiedere un nuovo approccio secondo gli esperti, tra questi c’è lo specialista di mercati petroliferi, Antonello Minciaroni, dalle pagine di Quotidiano Energia. L’idea lanciata, e tutto sommato giusta in questo momento, sarebbe quella di differenziare l’intervento fiscale sui carburanti per allentare maggiormente la pressione rialzista sul Diesel, vale a dire il carburante più utilizzato per gli usi professionali. Un’azione simile non andrebbe ad incrementare ulteriormente l’aggravio sui costi di trasporto, evitando di fatto, si spera, le ripercussioni inflazionistiche trasversali su tutti i beni.
Questi sono i prezzi dei carburanti in Italia elaborati sulla base delle comunicazioni dei singoli gestori all’Osservatorio del ministero dello Sviluppo economico:
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