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Biocarburanti meglio dell’elettrico? C’è chi lo sostiene

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Un attacco duro e frontale è stato sferrato da Claudio Spinaci, il presidente dell’Unem, nei confronti dell’Unione Europea. Il tema è la transizione elettrica ed il piano “Fit for 55” che dal 2035 vieterà la vendita di auto alimentate a Diesel e benzina. Claudio Spinaci ha detto che l’UE confonde obiettivi con strumenti, in quanto i biocarburanti (e-fuels), sono, almeno questa è la sua opinione, molto meglio dell’elettrico come lo conosciamo oggi.

Biocarburanti meglio dell’elettrico per Claudio Spinaci, presidente dell’Unem

Non ha usato mezzi termini Claudio Spinaci, presidente dell’Unem, il quale ha attaccato la decisione dell’Unione Europea di bandire la vendita di automobili alimentata a benzina e Diesel in favore dell’elettrico. Non si tratta di intransigenza nei confronti della transizione elettrica, ma Spinaci sostiene che l’impiego di biocarburanti possa essere una soluzione migliore e più efficace rispetto l’elettrificazione.

Spinaci ha detto in un’intervista al quotidiano La Stampa:

Quello che sta succedendo in Europa ha dell’incredibile, si continua a perseverare nell’errore di confondere gli obiettivi con gli strumenti È solo una scelta ideologica, che oltre alla filiera dell’auto produrrà un impatto occupazionale molto forte anche sul nostro settore, che tra addetti diretti e indiretti occupa 150.000 persone. Decarbonizzare non significa necessariamente elettrificare tutti i trasporti. In questo modo non ci avviciniamo all’obiettivo, ce ne allontaniamo, tra l’altro con impatti economici e sociali devastanti. Sono anni che avvertiamo sui rischi di questa escalation dirigistica che punta a vietare ogni modalità di trasporto che non sia elettrica. Si è cominciato con le auto, ora tocca ai camion e poi sarà la volta di aerei e navi. Mi stupisce il fatto che solo ora qualcuno cominci a rendersene conto. Spero non sia troppo tardi e che il Governo italiano possa opporsi in qualche modo. Di recente abbiamo presentato uno studio che dimostra come l’obiettivo si possa raggiungere in modo più sostenibile economicamente e socialmente con una più realistica penetrazione del vettore elettrico e una valorizzazione dei LFC, di cui fanno parte i biocarburanti, oggi esclusi dai piani europei. Carburanti ‘neutri’ in quanto non aggiungono emissioni in atmosfera perché in fase di impiego emettono quanto assorbito in fase di produzione, che è poi l’obiettivo degli accordi di Parigi che puntano ad ‘emissioni zero nette’. I vantaggi sarebbero significativi ed immediati perché sono prodotti impiegabili nel parco auto in circolazione, e in grado di abbattere fino al 100% le emissioni di CO2 dei trasporti se calcolate sull’intero ciclo di vita. Non credo spariranno, caso mai si trasformeranno in punti vendita energie per la mobilità dove, oltre a biocarburanti, biometano e bio-gnl, carburanti sintetici ed anche energia elettrica, saranno disponibili vari servizi agli automobilisti. Quanto alla ristrutturazione della rete, sono anni che ne parliamo. Già 6-7 anni fa un nostro studio dimostrava che in Italia, pur tenendo conto delle peculiarità orografiche e ambientali, il numero ottimale dei punti vendita non avrebbe dovuto superare i 15.000 impianti. Figuriamoci oggi”.

Fonte: LaStampa.it

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