Autogrill, prezzi da capogiro: acqua a 3 euro, panini fino a 8,50. Ecco quanto costa davvero fermarsi in autostrada

Attualità
09 luglio 2025, 8.10
autogrill
Con l’estate che entra nel vivo e milioni di italiani in viaggio lungo la rete autostradale, torna sotto i riflettori il caro prezzi negli autogrill. Un’indagine condotta da Altroconsumo in 16 aree di servizio nei pressi di Milano, Roma, Napoli e Venezia ha rivelato aumenti record per prodotti essenziali come acqua, panini, caffè e snack.
I dati raccolti mostrano una tendenza all'alto: una bottiglia d'acqua può costare fino a 3,18 euro al litro, cinque volte il prezzo medio in supermercato. Ma non è tutto: per un panino semplice si possono pagare anche 8,50 euro, mentre un caffè costa in media il 21% in più rispetto ai bar delle città.
Di seguito tutti i dati dell’indagine, i confronti con i prezzi “in città” e cosa è cambiato rispetto al 2024.

Acqua a 3 euro al litro: quintuplicato il prezzo rispetto al supermercato

Nelle aree di servizio autostradali il costo medio di un litro d’acqua (sia naturale che frizzante) è pari a 3,18 euro, contro i 63 centesimi rilevati nei supermercati italiani.
Nonostante un calo del 5% rispetto al 2024, il prezzo resta sproporzionato, soprattutto considerando che l’acqua è un bene primario, ancor più essenziale durante le ondate di calore estive.

Caffè e cappuccino: la colazione in autostrada costa (ancora) di più

Un altro aumento significativo riguarda le consumazioni da bar. Un caffè al banco costa in media 1,46 euro, con punte fino a 1,50 euro, mentre nei bar cittadini si aggira intorno a 1,20 euro.
Il cappuccino, invece, ha un prezzo medio di 1,85 euro in autogrill, stabile rispetto al 2024 ma comunque il 16% in più rispetto al prezzo medio nei bar urbani (1,60 euro).
Le brioche, infine, registrano l’aumento maggiore: +16% rispetto all’anno scorso. Il prezzo medio è di 2 euro, ma può variare da 1,50 a 2,20 euro a seconda della località.

Panini fino a 8,50 euro: giù il prezzo medio, ma restano carissimi

Sebbene il prezzo medio dei panini sia leggermente calato rispetto al 2024 (da 7,20 a 6,80 euro), resta comunque del 57% più alto rispetto ai bar cittadini, dove un panino semplice costa in media 4,30 euro.
In alcuni casi, per una farcitura base come salame o prosciutto, si arriva a pagare 8,50 euro. Una cifra che, su tratte lunghe, può pesare notevolmente sul budget delle famiglie in viaggio.

Cola a 8 euro/litro e gelati a 3 euro: il costo degli snack confezionati

Anche i prodotti confezionati non fanno eccezione. Una bottiglietta di Coca-Cola in autogrill può arrivare a costare 8 euro al litro, contro i 1,39 euro/litro dei supermercati.
I gelati confezionati, come il classico Magnum Algida, si trovano a oltre 3 euro (contro 1,30 euro nei supermercati), con un aumento del 5% rispetto al 2024.
Tra gli altri snack analizzati:
  • Energy drink: fino a 16 euro/litro, +23% rispetto al 2024
  • Patatine: circa 3,50 euro per confezioni da 165-200g
  • Cracker: da 2,49 a 3,70 euro per confezione da 100g
  • Cioccolato: da 1,30 a 4,99 euro a tavoletta (in media, in lieve calo rispetto allo scorso anno)

Metodologia dell’indagine: 16 aree di servizio tra nord e sud

L’indagine è stata condotta tra giugno e luglio 2025 in 16 aree di servizio gestite da Autogrill, Chef Express, My Chef, Hermes, Sarni e Ristop. Le rilevazioni sono avvenute nei pressi delle principali città italiane: Milano, Venezia, Roma e Napoli.
Per i confronti con i prezzi esterni all'autostrada sono stati utilizzati:
  • I dati dell’indagine supermercati di Altroconsumo (marzo 2025)
  • Il database Osservaprezzi del MIMIT
  • I risultati dell’indagine ACmakers sulla colazione al bar (2024)
Per ogni categoria, è stato scelto il formato più economico tra quelli disponibili, al fine di garantire uniformità e trasparenza nei confronti.

Serve maggiore trasparenza sui prezzi

Se da un lato le aree di servizio offrono un comodo punto di ristoro lungo i viaggi, dall’altro il divario di prezzo rispetto alla rete ordinaria è eccessivo e penalizza soprattutto le famiglie.
I rincari su prodotti di largo consumo non sempre sono giustificati dai costi di gestione delle aree autostradali. In un contesto in cui la mobilità su gomma è sempre più scelta come alternativa all’aereo, una maggiore trasparenza sui prezzi – e magari una regolazione più equa – potrebbe fare la differenza.
loading

Le Più Lette

Loading