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Multe più care dal 1 gennaio 2025: cosa c’è di vero

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Dal 1° gennaio 2025, il governo potrebbe applicare un aumento degli importi delle multe del 17,3%, calcolando quattro anni di inflazione, oppure limitarsi a un +1,5% per il biennio 2023-2024. Tutto questo poiché la legge prevede l’aggiornamento biennale delle multe stradali in base all’inflazione, ma l’aumento è stato sospeso per il 2023 e il 2024. C’è anche la possibilità di una nuova sospensione, che rimanderebbe gli aumenti al 2027. I Comuni, che dipendono dalle multe per sostenere i loro bilanci, potrebbero subire ulteriori perdite se non verranno applicati gli aumenti.

Aumenti delle multe nel 2025?

Secondo l’articolo 195 del Codice della Strada, ogni due anni il governo può aggiornare gli importi delle multe in base alla variazione dell’indice dei prezzi al consumo. Dal 1995, questi adeguamenti si sono susseguiti regolarmente, ma per il 2023 e il 2024 l’aumento del 15% è stato sospeso, senza però essere annullato. A partire dal 1° gennaio 2025, il governo potrebbe decidere di applicare l’aumento conteggiando quattro anni di inflazione.

Se il governo decidesse di includere gli ultimi quattro anni di inflazione, ci sarebbe un aumento del 17,3%. L’esecutivo potrebbe anche scegliere di applicare l’aumento solo per il biennio 2023-2024, limitandosi a un incremento dell’1,5%. C’è anche la possibilità di una nuova sospensione, rinviando così l’aumento. In quest’ultimo caso, la prossima scadenza sarebbe nel 2027, creando un aumento potenzialmente ancora più significativo, poiché si aggiungerebbe anche l’inflazione del biennio 2025-2026.

L’impatto sui Comuni

Dietro questa decisione ci sono anche le pressioni dei Comuni, che dipendono fortemente dalle entrate generate dalle multe, soprattutto attraverso gli autovelox. Molti di questi dispositivi, però, non sono omologati e quindi non validi secondo la legge e la Cassazione. Di conseguenza, i Comuni temono di perdere ulteriori entrate, aggravando i buchi di bilancio. Un eventuale blocco degli aumenti delle multe nel 2025 potrebbe accentuare queste difficoltà economiche, alimentando le pressioni politiche per cercare nuove fonti di finanziamento.

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