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Una domenica nel Tempio della Velocità con SEAT Italia e Autoappassionati.it

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Era da molto che non mi alzavo presto, ad un orario quasi normale per un giorno lavorativo ma non per una domenica nel bel mezzo di un “ponte” lungo quanto basta per assecondare il sopimento tipico che porta con sé il periodo primaverile. E da ancora più tempo non lo facevo per un buon motivo: inseguire una mia passione.

Grazie ad Autoappassionati.it e SEAT Italia sono stato invitato ad assistere ad un weekend di gara delle Ibiza e Leon Cup, le due piccole (ma neanche tanto…) pesti spagnole, vogliose di dar spettacolo con alla guida esperti gentlemen driver e giovani promesse del Motorsport.

Dopo un paio d’ore di viaggio il risveglio improvviso di fronte all’entrata del bellissimo parco che fa da scrigno ad un tesoro d’oggi e di ieri: il Tempio della Velocità, l’Autodromo di Monza.

Le prime volte ci devono pur essere e, nonostante non sia più un appassionato neofita dell’automobilismo, questa è stata la mia prima volta nell’autodromo nazionale più prestigioso e rinomato, sede di battaglie epiche tra auto di ogni tempo e categoria e contraddistinto dalle grandi velocità che i rettilinei, anticipati dalle ampie curve, consentono di far raggiungere alle vetture da corsa e sportive che decidono, rispettosamente, di sfidarlo.

Ad accogliermi ai cancelli gli amici di Autoappassionati.it, Guido Casetta e Matteo Di Lallo; ragazzi svegli e simpatici, i cui occhi non possono nascondere la scintilla di chi conosce la vera passione per l’automobile e che la raccontano con l’entusiasmo tipico di chi sa di cosa parla e, in più, si diverte facendolo.

monza

Entrato nel box vengo accolto dai responsabili SEAT Italia, gentili e disponibili a soddisfare ogni mia curiosità, assieme ad una schiera di Leon Cup Racer pronte a sfidarsi fino all’ultima sportellata. Attirano l’attenzione i loro fianchi larghissimi, necessari a contenere le carreggiate aumentate e le ruote da competizione: saranno proprio questi fianchi a “prendersele” quando, nella mischia, qualcuno inizierà a far sul serio.

Mi godo gara 1 all’interno del box SEAT ed al muretto; da lì posso finalmente sentire tutti i cavalli sprigionati dai 2.0 litri compressi che scaricano il loro vigore sull’asfalto di Monza. Le vibrazioni e gli urli degli scarichi in pieno rettilineo emozionano, e le piccole pesti sfrecciano a velocità impressionanti sul traguardo prima di frenare per affrontare la prima variante. I piloti danno grande spettacolo ed emozione vera è ciò che non può non provare chiunque sia nato con questa bellissima malattia: l’amore per le auto. Tutto questo viene esaltato da molti altri stimoli, non ultimo il profumo di benzina presente nei box e quelle saracinesche chiuse a metà dalle quali si intravedono occhi bellissimi di auto che sono pronte a sfidarsi in altri duelli nelle gare che seguiranno.

Terminata la Gara 1 della Leon Cup ho il tempo per intrattenermi con Guido e Matteo, ragazzi dalla formazione completamente diversa ma accomunati dalla grande passione per l’automobile. Ancora una volta nella mia vita ho prova di come, l’auto, riesca ad essere non solo un “bene fisico”, ma un linguaggio comune, un concetto liberamente interpretabile capace di affascinare tutti coloro dimostrino una sensibilità verso di essa. I discorsi si sprecano e spaziano dalle novità sull’automotive, alle proprie esperienze di guida ed alle origini ed ai motivi che hanno fatto accostare ognuno all’automobile, per poi, irrimediabilmente, capitolare innamorandosene. Il tempo passa velocemente (almeno per me) e la mia logorrea investe i 2 malcapitati che, almeno in apparenza, sembrano reggerne il peso e dopo le lunghe chiacchere sugli accoglienti divanetti dell’hospitality SEAT ecco che arriva l’ora X: quella di scendere in pista per provare l’ebbrezza di un Hot Lap su una SEAT Leon Cupra stradale, accompagnata da 280 destrieri (parecchio arrabbiati) magistralmente condotti dal Direttore di SEAT Italia nonché driver nella Ibiza Cup, Gianpiero Wyhinny. Una volta terminata la corsia dei box si aprono le danze e la voce del 2.0 litri turbo si fa sentire nell’abitacolo. Il vigore del “piccolo” motore sovralimentato è impressionante, di auto ne ho provate molte ma devo dire che come rapporto cavalleria/sensazione di spinta quest’auto mi ha letteralmente sorpreso. Altrettanto stupefacente è la sensazione di solidità e sicurezza della Leon percorrendo la curva Biassono dopo la prima variante; affrontata ad alta velocità ed “in pieno”, l’appoggio sui cerchi da 19 pollici è sicuro e non dà spazio ad alcuna incertezza o scostamento dalla linea ideale. Mentre la spinta continua a impressionare affrontiamo rapidamente tutte le curve sino ad arrivare all’Ascari dove il Direttore mi ha ricordato (senza proferir verbo…) che un pilota sa “al centimetro” dove mettere le ruote: nella controcurva verso destra ero assolutamente certo di prendere il volo a causa di un dosso all’interno del cordolo che, però, dev’essere arretrato da solo, intimorito dalla ferocia della Cupra.

Giropista

Finito il giro senz’altro emozionante ho ricevuto un altro “regalo”, quello di poter provare in prima persona la nera spagnola per un test drive stradale. Bramavo farlo, soprattutto per capire come una “tutto avanti” riuscisse ad essere così efficace e a dare la sensazione di annullare il caratteristico sottosterzo delle trazioni anteriori.

Vengo accolto in auto da un grande sedile avvolgente e mi stupisco di come il precedente pilota abbia lasciato volante e sedile nella posizione perfetta per me. Il volante è abbassato quasi completamente ma essendo “tagliato” nella parte inferiore non interferisce con i movimenti delle gambe (anche se il punta-tacco non si può certo fare con un DSG); lo schienale è alla giusta inclinazione e la distanza da volante e pedaliera è perfetta. Difficilmente sono riuscito a trovare una posizione di guida così sportiva su un’auto non estrema, prova questa che i comandi dispongono di ampie regolazioni.

Giro la chiave e la strumentazione prende vita, decido di utilizzare il comando sequenziale al volante ma mi rendo presto conto che si dispone di un ottimo automatico. Parto alla ricerca di una strada abbastanza libera per sentir “cantare” il motore ad un regime di giri medio alto ma uscire dal traffico è un’impresa. Tra strade strette, dossi e sensi unici ho modo di avvertire che l’assetto, che tanta sicurezza dava in pista e nella guida sportiva, non è esasperato come temevo e le asperità vengono senz’altro avvertite ma in modo più che tollerabile, anche in considerazione del fatto che la vettura è equipaggiata con cerchi da 19 pollici. Il comando sequenziale del cambio ha poco senso nel traffico ma ho potuto constatare come la gestione delle marce avvenga comunque in modalità automatica se l’automatismo ritiene di “non gradire” un regime di giri. La partenza da fermo per esempio avviene sempre in prima marcia (scala automaticamente se ci si ferma con un altro rapporto selezionato) ed un paio di volte la trasmissione ha disubbidito ad un mio ordine senza apparenti motivazioni (che ci saranno senz’altro state). Le marce entrano fluide una dopo l’altra, sia che si utilizzi il cambio in drive che in sequenziale, e non v’è alcuno scossone durante la cambiata, anche ad alti regimi di giri. Probabilmente questa è l’unica cosa che cambierei, la troppa “educazione” e dolcezza nelle cambiate in modalità sequenziale; non si chiede certo un calcio negli stinchi stile 599 GTB del suo elettroattuato (a parer mio esagerata), ma un piccolo sobbalzo non guasterebbe. Verso la fine della prova finalmente un tratto di strada libero con un paio di curve mi permette di mettere in crisi l’avantreno per cercare di provare che è una trazione anteriore e ci riesco… a metà. La trazione è talmente tanta anche con le ruote girate ad angoli importanti che non si può definire un difetto peculiare di una FWD, reagirebbe così qualunque auto. Altro punto a favore di questa Leon Cupra quindi che, a meno che non si sia in procinto di iscriversi al campionato di formula Drift, è un’auto davvero ottima, dalla grande potenza, molto gestibile e coinvolgente, con un solo grande difetto: dà assuefazione alla velocità.

Finito il test e dopo un altro scambio di opinioni con gli amici di Autoappassionati.it mi congedo da loro e dal Tempio della Velocità concludendo questa domenica speciale pensando che, da domani, guarderò con occhi diversi la nuova Leon 1.2 di mia sorella che oltre agli splendidi fari a led, nella versione Cupra, è davvero capace di grandi cose.

Scritto da Antonio Polizzi

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