C’è chi non crede più nel segmento A, tanto da averlo abbandonato definitivamente. Non è sicuramente il caso di Toyota che per la sua nuova citycar, la Aygo X (si scrive X, ma si legge Cross), ha deciso di stravolgere le forme della vecchia Aygo puntando su una segmento A poco convenzionale. Si tratta infatti di un tentativo di renderla un vero e proprio mini crossover, ben più lungo e spazioso del passato e ricco di sistemi di assistenza alla guida di ultimissima generazione, connessione idem come sopra e, non ultima, una guidabilità che è migliorata, pur nei limiti del territorio urbano.
La terza generazione della piccola Aygo, quindi, diventa più matura, si alza letteralmente da terra e guadagna quella X che profuma di influenze dal mondo degli onnipresenti crossover, dove Toyota per altro sta già facendo molto bene con la nuova Yaris Cross. La piattaforma, TNGA-B, è la stessa per quest’ultima, per la stessa Aygo X e per Yaris, altra best seller del segmento B. Dimenticatevi la vecchia Aygo nata in comune con PSA (Peugeot 108 e Citroen C1).
La nuova Toyota Aygo X è un salto generazionale notevole con i suoi pro e i suoi contro, come abbiamo avuto modo di esaminare provandola in questo primo contatto sulle strade di Barcellona.
Ispirazione dalle spezie, sia chiaro, per quanto riguarda le colorazioni, ma su quelle ci torniamo a breve. Partiamo dalle dimensioni della Toyota Aygo X, decisamente un altro mondo rispetto alla Aygo di seconda generazione.
La nuova piattaforma TNGA, condivisa cn Yaris e Yaris Cross, ha permesso un aumento considerevole sia del passo, quindi della lunghezza, sia della larghezza. Nel dettaglio:
Considerate che, solo per quanto riguarda la lunghezza, Aygo X segna ben 23,5 centimetri in più di Aygo, così come 12,5 centimetri in larghezza e 6,5 centimetri in altezza. Aygo X è anche più alta da terra, lo si nota in questa foto vista di lato. Sono 1,1 i centimetri di differenza, più considerevoli i 9 centimetri di passo che hanno migliorato, fin dove possibile, l’abitabilità interna.
Lato estetico, e funzionale, Toyota Aygo X è una citycar assolutamente al passo con i tempi. Vero, i passaruota così squadrati ricordano una Yaris Cross miniaturizzata, ma è davanti che c’è la maggiore innovazione grazie ai Full LED presenti di serie sul terzo dei quattro allestimenti. Il suo design è stato curato nei minimi particolari dal centro stile europeo della Casa giapponese. Certo, i contrasti di colore sono da vettura che vuole farsi notare, ed è nella natura di una citycar adempiere a questo scopo. Dietro Aygo X, nonostante le luci a LED, è rimasta fedele parente della progenitrice, con il suo tetto in vetro (nero lucido) apribile manualmente.
Già, i colori, assoluti protagonisti su questo modello. Facciamo ordine: c’è la vernice pastello Super White di serie sul primo allestimento, cui si aggiunge, in optional (750 euro) la metallizzata Black Met. Diverso il discorso per le tinte ispirate al mondo delle spezie, una novità curiosa di Aygo X. Sono anche loro metallizzate e si chiamano Cardamom Green, Ginger Beige e Juniper Blue, mentre la Chili Red è una perlata (sempre optional a 350 euro) ed è la vernice che vedete in queste foto. C’è anche l’opzione Bi-Tone, ma non sull’allestimento d’ingresso Active.
Non stonano assolutamente, e aiutano nella guida di tutti i giorni (specie sulle buche) i cerchi in lega da 18″ che contribuiscono a far sembrare più grande di quanto in realtà sia la Toyota Aygo X. Infine, il tetto panoramico a tendina apribile elettricamente è riservato alle versioni Air, proposte su tutti e 4 gli allestimenti. Costa 1.000 euro in più sul listino ma è l’ideale per chi vuole vivere a pieno la stagione calda, per sentirsi su una mini cabriolet.
Veniamo agli interni della Toyota Aygo X, da una parte delizia e dall’altra mezza croce. Mezza sì, via il dente via il dolore, perchè nonostante l’aumento del passo è vero che davanti si sta più comodi e la seduta è alta, quasi da crossover, ma impostando il sedile sulla mia posizione di guida, per me che sono alto 1,83 metri, chi siede dietro di spazio ne ha poco, specie per le gambe. Insomma, siamo sempre in un segmento dove lo spazio non è la caratteristica principe però ci saremmo aspettati qualcosa in più.
Come vedete dalla foto, nuovo è lo schermo da 9″ dotato di navigatore e mirroring wireless disponibili sugli allestimenti alto di gamma (da Lounge), così come nuovo è il volante ricco di tasti. Va precisato che si parte da uno schermo da 7″ (800×48) senza navigatore, per salire all’8″ di Aygo X Trend e per terminare con il display da 9″ riservato a Lounge e Limited.
Un abitacolo sempre e sicuramente vivace, con gli inserti che riprendono il colore vivo degli esterni, e dove dominano purtroppo tante, forse troppe plastiche rigide. In questo segmento, perdonabili. Tornando alla fila posteriore, ci sono i vetri a compasso e l’apertura delle piccole portiere è alquanto deficitaria: in ottica di abitabilità posteriore, dove si sta comodi in due se non si è troppo alti anche a causa del tunnel che spunta fino a quasi lambire la seduta centrale.
Sicuramente non è una nota dolente, anzi è un pregio, la grande capacità del bagagliaio decisamente migliorata con l’aggiunta della X. Parliamo di 231 litri, 60 in più di prima, che si estendono fino a oltre 800 litri abbattendo gli schienali (50:50) tramite due comode cinghie. Il piano di carico che ne risulta non è perfettamente piatto ma tutto sommato ben sfruttabile. Soglia di carico un pochino alta, se vogliamo essere precisi fino in fondo.
Dal punto di vista motoristico, pochi voli pindarici, si sta con i piedi ben saldati a terra. Si sta osservando, negli ultimi anni, a una sorta di prosciugamento del segmento A: qualcuno ha scommesso sul motore mild hybrid (Hyundai i10, Suzuki Ignis, Fiat Panda, Fiat 500), altri rimangono con l’elettrico (Volkswagen e-up!, Fiat 500 elettrica), altri ancora se ne sono andati. Toyota è andata decisamente controcorrente scommettendo sul motore 1.0 3 cilindri da 72 CV e 93 Nm di coppia. Insomma, non un primato di potenza e velocità, tanto che accelera da 0 a 100 km/h in 14,8 secondi per 158 km/h di velocità massima con cambio manuale (151 km/h se S-CVT automatico), bensì un motore parsimonioso e più che adatto alla città.
Niente ibrido, quindi? Sì, e per Toyota che di strada ne ha fatta tanta e crede fermamente nell’elettrificazione dal segmento superiore a salire, il motivo è la leggerezza. Ricorrere a un sistema mild hybrid, ormai comune su alcune rivali, avrebbe significato superare la tonnellata a vuoto (Aygo X pesa appena 1.020 kg in ordine di marcia) e quindi arrivare alla prova consumi WLTP con valori alti. Con 4,8 l/100 km, invece, Aygo X e il suo peso piuma superano a pieni voti questo aspetto.
Strano, ma vero, vedere una Toyota che rinuncia al suo punto forte, l’ibrido. C’è un altro fattore da tenere conto, ed è il costo. La campagna di lancio è molto aggressiva, in fatto di scontistiche (vedere capitolo prezzi) e montare un modulo 48 Volt avrebbe significato alzare i listini. Insomma, una scelta comprensibile che sarà curioso capire se segreto del suo successo in Italia.
Già, la città, habitat ideale della Toyota Aygo X. Ottimi, lo si nota fin dai primi chilometri, lo sterzo molto leggero e l’agilità generale della vettura, complice una diametro di sterzata di soli 4,7 metri che le permette di girarsi agevolmente anche in strade non troppo larghe. Stesso discorso per i parcheggi, con la telecamera posteriore sempre di serie, e con una facilità di manovra impressionante.
Abbiamo provato la nuova Aygo X tra le strade di Barcellona, chi ha frequentato la città catalana riconoscerà i palazzi della zona fieristica di questa foto. Detto della potenza sicuramente non eccelsa, la Aygo X rimane un’auto indicata appunto per le situazioni tipiche della giungla urbana, e qui si staglia il dubbio se sceglierla manuale o automatica, per 1.200 euro in più. Oltre al costo, c’è il fattore facilità di guida. Si tratta, pur sempre, di un CVT, con tutti i suoi contro in termini di rumorosità (davvero elevata quando si schiaccia il pedale del gas e si superano i 4.000 giri/min) ma anche i suoi pro nella guida più rilassata.
Il manuale, un classico 5 rapporti, fa invece il suo dovere con una frizione non eccessivamente pesante e innesti abbastanza precisi. Risparmioso, sì, ma è una questione di abitudini e di gusti personali. Certo, nel breve tratto collinare incluso nel percorso fuori Barcellona, l’S-CVT ha mostrato tutti i suoi limiti in salita e quando viene richiesta potenza, quindi se girate in città consideratelo, se vi avventurate anche fuori per i motivi più disparati meglio il manuale.
Sui consumi: troppo pochi i chilometri effettuati per poterci avvicinare al dichiarato di 4,8-4,9 l/100 km del manuale 5 rapporti, anche se girando come abbiamo detto sia in città sia fuori arrivare in un’ora e mezza di testa ad avvicinarci ai 6 l/100 km è quanto meno promettente pensando di poter provare l’auto per più giorni e quasi esclusivamente nelle strade per cui è stata pensata, quindi svolte strette e semafori.
Veniamo, infine, all’altro suo punto forte oltre all’agilità nella vita di tutti i giorni, ossia i sistemi di assistenza alla guida (ADAS). Toyota ha voluto essere chiara fin dal principio, un’auto da città deve essere sicura e la Aygo X lo è, tanto che i sistemi di assistenza alla guida della famiglia Toyota Safety Sense sono sempre di serie. Qui sono inclusi:
Aggiungiamoci il Cruise Control adattivo, sempre di serie (peccato che si disattivi sotto i 30 km/h, perdendo la sua efficacia nella guida in colonna), e la Toyota Aygo X diventa una delle auto più sicure non solo del suo segmento, bensì di tutta l’offerta aumotive oggi disponibile. Tante, troppe auto sono sì sicure ma a costo di sborsare extra spesso molto cari. Qui no, Aygo X nasce così, si prende cura di voi. Sicuramente un grande, se non grandissimo, punto di forza.
Nel complesso, Toyota Aygo X ha rivelato seppur nella brevità del test tutti i suoi limiti quando si alza l’andatura, e può capitare, così come tutti i suoi vantaggi nella guida cittadina dove le velocità non sono certo alte e dove saper di poter contare su vari sistemi di sicurezza, su uno sterzo che si manovra con un dito e su parcheggi veloci e facili da effettuare. Citycar ce ne sono sempre meno, è vero, ma questa Aygo X si è già ritagliata a modo suo un ruolo da protagonista in un mondo dell’auto che sta evolvendo rapidamente.
Il listino prezzi della Toyota Aygo X parte da 16.500 euro per l’allestimento d’ingresso Active, che propone di serie cerchi da 17″, clima manuale, fari diurni LED, mirroring via cavo su schermo 7″ con radio DAB, pacchetto di sistemi di assistenza alla guida Toyota Safety Sense 2.5. Cuore di gamma, a partire da 18.000 euro, è la Toyota Aygo X Trend. Qui troviamo cerchi in lega da 17″, schermo da 8″, vernice bi-tone, vetri posteriori oscurati, clima automatico e vernice metallizzata. Infine, la più ricca Lounge (da 19.500 euro) aggiunge il sistema multimediale Toyota Smart Connect con display da 9″ (1280×720), radio DAB, connettività mirroring wireless, navigatore con aggiornamenti gratuiti mappe europee per 4 anni.
Sono disponibili anche tre pacchetti per Toyota Aygo X:
Infine, su tutti gli allestimenti di Toyota Aygo X, costano 1.000 euro in più il tetto panoramico a tendina apribile elettricamente, 1.200 euro il cambio automatico S-CVT.
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