Il periodo dell’ “ordino una Model 3 e non so cosa aspettarmi” sembra essere ormai un ricordo per Elon Musk e la sua creatura multiforme, eretta ormai a simbolo del cambiamento nel mondo delle quattro ruote.
L’azienda californiana, dopo i ritardi nella produzione della Model 3, può iniziare a tirare acqua al suo mulino. Le vendite Tesla, proprio con il suo modello di punta hanno superato, già da un paio di anni, nomi come Alfa Romeo, Maserati, Lotus e Subaru, marchi ben più blasonati del costruttore californiano.
La Tesla Model 3 è, ad oggi, una realtà consolidata. Lo dimostrano i dati di vendita relativi al solo mercato italiano, dove la più piccola della famiglia Tesla ha venduto parecchio: in Italia in un anno dal 2019 al 2020, si è passati da 2.453 a 3.840 immatricolazioni e di queste l’87% è dovuto alla Tesla più economica oggi disponibile, la Model 3.
E qui il buon Elon ci ha visto lungo, ossia sulla capacità di anticipare le mode e di riuscire, finalmente, a creare un modello con prezzi paragonabili a quelli della concorrenza endotermica, poiché Model S e Model X, da noi entrambe provate, rimangono ancora vetture d’elite con prezzi di accesso piuttosto impegnativi.
Vediamo quindi come va la nuova Tesla Model 3 Long Range in questa prova su strada.
Le dimensioni della Model 3 sono, ovviamente, ridotte rispetto alle sorelle maggiori, ma la vettura è in grado d’ospitare senza problemi cinque persone. Questo dettaglio, non certo di poco conto, denota la strada intrapresa dalla Model 3, la quale riesce comunque a offrire uno spazio paragonabile e superiore a quello di una berlina tre volumi del calibro di una BMW Serie 3 o di un’Alfa Giulia. La Model 3 è infatti lunga 4,69 metri (30 cm in meno della Model S), contro i 4,64 della berlina italiana, larga con specchi 2.087 mm, alta 1.443 mm e con un ragguardevole passo di 2.875 mm. A ben guardare anche la linea è differente dai canoni europei, sicuramente risalta all’occhio, ma è molto più semplice e meno personale rispetto alle berline medie cui siamo abituati: potrebbe non piacere a tutti. Mancano dei fari a Matrice, troviamo solo i Full Led.
Non mancano portaoggetti e cariche wireless per almeno due smartphone, diverse porte USB (davanti e dietro), un bagagliaio capiente da 425 litri e il vetro panoramico a tutta lunghezza elettrocromico, che si oscura al sole.
A livello di comfort le sedute sono americane: larghe, senza troppo sostegno laterale, fatte per fisici diversi da quelli europei, ma non per questo meno comode, forse si sente l’assenza di un sostegno ergonomico che si traduce in un benessere fisico migliore nei viaggi più lunghi. La seduta del quinto è molto rigida, ma vi è spazio per le ginocchia di tutti, vista l’assenza di qualsiasi tunnel centrale, anche se il pavimento è piatto, ma alto a causa del volume occupato dalla batteria. Anche lo spazio per la testa non manca e non ha nulla da invidiare a quello di una Model S. Meno buona l’accessibilità posteriore per via del tetto spiovente.
Differenti da Model S e Model X, si possono personalizzare in pochi aspetti gli interni della più economica delle Tesla oggi in commercio. Sulle Long Range e Performance, inoltre, prevedono di serie, l’impianto audio premium e un un anno di Premium Connectivity, con servizi integrati come internet integrato, mappe con traffico in tempo reale e musica streaming.
Tra le sue peculiarità, gli interni di Tesla Model 3 si sono volontariamente differenziati rispetto agli “home theatre” visti su Model X e Model S. Nel segno del minimalismo a tutti gli effetti, sia chiaro, gli interni di Model 3 propongono infatti uno stile di cui sopra che, a ben guardare, aumenta lo spazio a bordo ma ciò che cattura di più l’attenzione è sicuramente lo schermo centrale. Disposto verticalmente sull’ammiraglia e sul maxi SUV elettrico californiano, su Model 3 il grande schermo touchscreen da 15”, un vero e proprio grande tablet sospeso, viene disposto orizzontalmente e non è integrato nel cruscotto. Anche le bocchette d’aria sono pressoché invisibili.
Manca la strumentazione di fronte al guidatore, e occorre abituarsi, ma alla fine è piacevole anche così, certo sarebbe bastato un head-up display con l’indicazione della velocità per risolvere il problema, ma ci si fa l’abitudine in fretta.
Lo stesso vale per l’assenza di tutti i i comandi fisici, compresi radio e climatizzatore: resta una mancanza oggettiva da digerire. All’inizio, trovare il menu o la scorciatoia nei menù è difficile, serve molta pratica. Il tasto hazard sul padiglione è introvabile.
Il grande vantaggio è che tutto nella Model 3 può essere aggiornato tramite software, incluso il sistema di infotainment e controllo. Inoltre ogni pulsante può avere più funzioni: quelli al volante ad esempio diventano scorciatoie per abilitare la regolazione degli specchietti o quella del volante che poi viene memorizzata per l’utente specifico a cui è associata la chiave digitale sullo smartphone.
Capitolo a se la chiave digitale sullo lo smartphone è un’altra di quelle novità che, pur disponibile in altri marchi, Tesla ha già fatto diventare la chiave primaria, eliminando un costoso componente a cui però eravamo abituati e che diciamolo non era affatto male in versione tascabile “keyless”. Per le emergenze c’è una tessera, altrimenti l’App fa da vera e propria chiave ed espande le funzioni del classico telecomando.
Sempre nell’App troviamo le varie funzioni di controllo veicolo, carica, climatizzazione, modalità sentinella, localizzazione e la funzione Summon per spostare l’auto in parcheggio.
Sono tre le motorizzazioni di Model 3 disponibili: l’entry level Standard Range Plus a motore singolo RWD e trazione posteriore, con batteria da 58 kWh permette un’autonomia di 448 km, un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 5,6 secondi e una velocità massimo di 225 km/h.
Al top delle prestazioni, la versione Performance, (AWD, 0-100 km/h in 3,3 secondi e velocità massima autolimitata a 261 km/h) e la versione “intermedia” dedicata all’autonomia Long Range, oggetto della nostra prova. Con due motori che scaricano circa 440 CV (496 CV con boost) e 493 Nm (o 560 Nm per brevi istanti) e la trazione integrale è accreditata per 4,4 secondi nello scatto 0-100 e 233km/h di punta massima. Le ultime due montano batteria “maggiorata” da 82 kWh.
Su strada, l’auto risulta piacevole da guidare, anche in modo spinto: lo sterzo è abbastanza diretto ma americano nel feeling, un piccolo vuoto al centro e una grossa corona: si allontana dalla precisione di una Alfa Giulia o di una BMW Serie 3. Le modalità di guida sono poco incisive nel variare la risposta di sterzo e acceleratore. L’assetto è piatto in rollio, grazie anche al pacco batterie posizionato sapientemente rasoterra, meno frenato in beccheggio. La “Tre” rimane precisa in inserimento, leggermente impegnativa nei trasferimenti di carico rapidi per via dell’inerzia ma piantata a terra in ogni situazione, e incollata all’asfalto in curva, nonostante di pneumatici non proprio preformanti, ma che privilegiano lo scorrimento.
Ovviamente si ha una “valangata di coppia” in ogni condizione, specie nelle basse e medie velocità, che azzera il peso di 1.844 kg, con il vantaggio della trazione integrale e di una gestione digitale immediata da parte dei controlli elettronici, poco invasivi, che “parlano la stessa lingua” dei motori elettrici. La Model 3 Long Range aggredisce maggiormente il nastro d’asfalto, veloce a scaricare la coppia e in questo più propensa all’on-off con il pedale del “gas” rispetto ad altre competitors. Insomma, piace davvero ed è veramente aggressiva, senza pensare che c’è ancora la Performance, la cui prova uscirà presto sul autoappassionati.it.
Nella guida di tutti i giorni invece non si fa mancare una buona dose di confort, con in un’insonorizzazione abbastanza curata e l’assenza del rumore del motore termico come siamo abituati, che sulle prime spiazza, ma poi viene apprezzato. Egregio il lavoro del reparto sospensivo sulle buche più marcate e sui dossi. Occorre abituarsi ma poi piace il feeling con il One Pedal, disattivabile comunque.
Simulando una guida tradizionale, poco attenta e poco “elettrica”, si percorrono 160-180 Wh/km in un utilizzo misto. L’autonomia dichiarata è di 614 km, e in statale non sono troppo distanti, ma in autostrada si ottengono generalmente almeno 350 chilometri con la possibilità di arrivare a 400 km impostando il cruise control adattivo al limite. Se si spinge forte l’autonomia scende, ma non così in fretta, e il navigatore tiene conto delle altimetrie per calcolare la percentuale di stato di carica batteria di quando si raggiungerà la destinazione. Insomma, basta patemi per l’autonomia e viaggi pianificati a tavolino. Basta inserire una destinazione e il navigatore calcolerà come arrivarci nel minor tempo possibile e soprattutto con le minori soste di ricarica lungo il percorso.
E’ normale, comprare un’auto elettrica può creare apprensione e ansia dell’autonomia tra i più: dove ricarico? E se trovo la colonnina guasta o impegnata? Quanto devo attendere? La Tesla viene in aiuto nel fugare buona parte, se non tutti questi dubbi, grazie alla fitta rete di Supercharger diffusi ogni 150 km circa nel Centro/Nord della Penisola, meno al Sud e nelle Isole, ma molto di più nel centro Europa, Germania in primis.
Pertanto, si può sfruttare l’ottima rete dei Supercharger, ora in Italia anche in versione V3 che ha portato il picco di potenza massima a 250 kW. Si gode così di velocissimi prestazioni di ricarica, specie se si comunica all’auto, attraverso il navigatore, che ci si sta dirigendo al punto di ricarica: il software intelligente di Tesla predispone il riscaldamento del pacco batterie, per velocizzare ulteriormente l’operazione: nei primi 20 minuti, infatti, si caricano anche 200 km. Oltre questa soglia la capacità di ricarica “plafona” e il tempo di attesa aumenta inesorabilmente, pertanto non conviene mai aspettare il 100% della ricarica, ma meglio sganciare quando si raggiunge l’autonomia sufficiente per la prossima meta. Se vi state annoiando durante la breve ricarica, ricordatevi che c’è lo schermo centrale che può allietarvi l’attesa con videogames, YouTube, Spotify e Netflix.
In corrente alternata la situazione è diversa: Tesla si è fermata a 11 kW trifase e in questo non può sfruttare a pieno le colonnine da 22 kW disponibili, o i Destination Charger disponibili in moltissimi alberghi, senza Wallbox invece contro i occorrono 48h per una ricarica con presa tradizionale Shuko 220V.
Altro aspetto da tenere in considerazione è la guida “autonoma”. Ogni nuova Model 3 è equipaggiata di serie con hardware all’avanguardia, in grado di fornire oggi le funzioni di Autopilot e di consentire in futuro una guida completamente autonoma, grazie agli aggiornamenti software che ne migliorano le caratteristiche nel tempo.
Di serie su tutte le Model 3 troviamo 7 telecamere, 12 sensori ultrasuoni e un radar anteriore, per garantire tutti i servizi di assistenza alla guida. Inoltre con un esborso aggiuntivo di 3.800 euro possiamo avere l’Autopilot avanzato con le funzioni: Navigate on Autopilot (la guida automatica dalla rampa di ingresso a quella di uscita dell’autostrada, include cambi di corsia automatici, cruise Control adattativo con arresto completo e ripartenza, sistema di autosterzatura e sorpasso dei veicoli lenti nella propria corsia), Parcheggio automatico, Summon e Smart Summon (l’auto parcheggiata sarà in grado di muoversi e persino di parcheggiarsi o di uscire da sola in spazi ristretti, senza conducente a bordo).
Se non basta possiamo avere la Guida autonoma al massimo potenziale che per 7.500 € offre: tutte le funzionalità dell’Autopilot versione base e dell’Autopilot avanzato, il controllo dei semafori e degli stop e in futuro la guida automatica sulle strade cittadine.
Autopilot oggi ha raggiunto ottime prestazioni nel Livello 2+++: insomma la Tesla possiede una tecnologia che le consente di essere molto più autonoma di quanto la legge al momento permette, in attesa che l’Europa sblocchi almeno il Livello 3 della classificazione SAE.
Ad oggi l’Autopilot oggi è in grado di gestire l’auto anche con linee di demarcazione della corsia poco chiare o assenti, aggancia i veicoli che ci precedono e lo sterzo se la cava bene anche in alcune situazioni semi-cittadine. In contesti autostradali l’auto è in grado di gestire praticamente la maggior parte della guida, ma sempre tenendo le mani saldamente ancorate al volante, pena la disattivazione del sistema per il resto del viaggio. Insomma viaggi il pieno relax in ogni condizione di traffico. Neanche da dire la Tesla Model 3 ha ottenuto le 5 stelle ai test EuroNCAP.
Come già detto, sono tre le “motorizzazioni” disponibili per la Model 3, la entry level RWD chiamata Standard Range Plus è offerta a partire 48.990 euro, mentre la Dual Motor AWD Long Range (della nostra prova) costa 54.990 euro, e la dotazione di serie prevede, inoltre, uno schermo da 15 pollici, WiFi, cerchi in lega da 18” e il colore Solid Black. Le altre colorazioni e i cerchi da 19 pollici sono disponibili a fronte di una spesa ulteriore.
Mentre la più potente Performance a listino viene 60.990 euro. Non dimenticate gli incentivi all’acquisto: circa 4.000 euro, che salgono a 6.000 euro nel caso di contestuale rottamazione di un veicolo della stessa categoria omologato nelle classi Euro 0, 1, 2, 3 e 4. La garanzia è di 4 anni o 80 mila km, se ve lo state chiedendo.
Si tratta di cifre che spesso vengono raggiunte anche dai segmenti “di massa” giocando un po’ con qualche allestimento; qui il vantaggio (o lo svantaggio se vi piace personalizzare tanto l’auto) è che non ci sono differenti allestimenti: ogni Tesla è praticamente identica, se non per qualche combinazione cromatica di esterni e interni. Simile alla logica di alcuni marchi orientali, vi è pure una fetta importante del mercato che preferisce avere più opzioni per la personalizzazione. Ma della Model 3 si scelgono solamente la batteria – tra SR e Long Range/Performance – e i motori: uno o due. Noi consigliamo la Long Range come auto di famiglia per viaggiare “comodi” grazie ai Supercharger.
Le competitors? Beh se guardiamo al classico sicuramente le berline tedesche Audi A4, BMW Serie 3, Mercedes C class, che potrebbero essere le auto da cui arriveranno i nuovi clienti Tesla. Se guardiamo all’elettrico, al momento berline di questa fascia di prezzo non ne troviamo. Ottime competitors, tutte a ruote alte, possono essere: la BMW iX3, la Mercedes EQA/EQC, la Skoda Enyaq, la VW ID4, la Volvo XC40 Recharge. Nell’attesa che le berline premium escano con varianti full electric.
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