La storia dei volanti Peugeot: da una semplice leva all’i-cockpit

Storiche
22 maggio 2020, 13.42
9 peugeot 104 zs
A prima vista, sin dalla nascita dell'automobile, il volante
è stato l'organo meccanico
che si è apparentemente evoluto meno in forma e
funzione.
Tuttavia, non ha mai smesso di trasformarsi, né ha tentato
di sfuggire alla sua forma circolare. All'inizio della sua storia era
molto semplice e dedicato esclusivamente al controllo della direzione, ma
gradualmente è diventato sempre più complesso. Acquisisce varie funzionalità
con l’integrazione graduale di funzioni secondarie
: clacson, comandi
radio, comandi del cruise control, paddles per la gestione del cambio e,
ovviamente, airbag
. Anche il materiale con cui veniva realizzato il volante
è cambiato fortemente. La sua cornice, inizialmente in legno, passa
all'acciaio, quindi all'alluminio e infine al magnesio in alcuni casi.
Una grande rivoluzione avvenne nel 2012, quando Peugeot lanciò
la prima generazione della 208 con l’esclusivo Peugeot i-Cockpit
. Elemento
fondamentale di questo concetto innovativo assieme a touchscreen e quadro
strumenti rialzato, il volante diventò molto più compatto. Venne riprogettato
per offrire una presa migliore, fornendo nel contempo maggiore visibilità della
strumentazione e adeguato spazio per le gambe del conducente. Esteso nel corso
degli anni anche al resto della gamma, il Peugeot i-Cockpit è in continua
evoluzione, generazione dopo generazione dei modelli. Ad oggi, oltre sei
milioni di Clienti guidano con soddisfazione questa tecnologia, una rivoluzione
che è rimasta unica nel mondo automobilistico.

Un po’ di
storia dei volanti

Volante Peugeot
Il primo volante automobilistico apparve nel luglio 1894
sulla Panhard 4 CV
di Alfred Vacheron nella prima gara della storia
dell’auto, la Parigi-Rouen organizzata da Pierre Giffard, giornalista di Le
Petit Journal, un quotidiano parigino pubblicato dal 1863 al 1944. Più che una
gara, questa fu una grande prodezza pubblicitaria per una recente invenzione:
l'automobile. Da Parigi a Rouen, in un viaggio di cento chilometri, i veicoli
alimentati da un motore a combustione interna dovevano dimostrare la loro
resistenza.
Equipaggiate ancora con una sorta di manubrio, le Peugeot
con 2 marce e motore a 4 cilindri, assomigliavano ancora a carrozze
motorizzate. Su alcuni modelli, poi, i passeggeri erano posti "vis a vis",
come in una carrozza. Nel complesso, però, i produttori di auto stavano
cercando di allontanarsi dal concetto di carrozza a motore, cercando di
inventare qualcosa di nuovo.
Alla partenza della gara, oltre cento vetture con diversi
tipi di motore (vapore, gasolio, benzina, elettrico, aria compressa…)
parteciparono a questa sfida. Nonostante la vera innovazione tecnologica
rappresentata dal volante, Alfred Vacheron e la sua Panhard 4 CV arrivarono
quarti, mentre Panhard e Levassor e i figli dei fratelli Peugeot, su auto
dotate di semplice manubrio, arrivarono primi ex-aequo.
Nel 1901, la Peugeot Type36 si distinse nettamente dai
precedenti modelli assemblati sulla base di “cabine motorizzate”. Questo
modello presentò due importanti innovazioni: un cofano anteriore che celava il
motore ed il volante con colonna inclinata al posto del manubrio.
I costruttori d’auto di fine ottocento capirono ben presto
che era più facile per il conducente guidare una macchina usando un volante
rotondo
, piuttosto che una barra o un manubrio.
La sua forma consentiva una migliore presa nella sua
rotazione, ma anche un migliore sfruttamento dello sforzo richiesto per ruotare
le ruote dell'auto. Se il design rimase più o meno costante nel corso degli
anni a causa di una forma vincolata dai requisiti di visibilità del cruscotto,
dalla necessaria libertà di funzionamento delle bocchette di areazione spesso
messe ai suoi lati, il volante diventò anche un supporto per le innovazioni.
All'inizio degli anni '90, la diffusione di massa
dell'airbag e l’avvento del servosterzo
, cambiarono il paradigma
precedentemente riservato al volante. Da meramente direzionale, diventò
multifunzionale e cominciò a incorporare gradualmente altre funzioni, alcune
importanti per la sicurezza passiva, andando così oltre il suo compito
originario di gestire la direzione delle ruote.
Queste innovazioni si espressero anche attraverso
l'evoluzione dei materiali utilizzati nella fabbricazione. Le tecniche di
schiumatura, la grana e qualità della pelle con cui vengono rivestiti. Se nelle
versioni entry level dei segmenti di ingresso gamma la corona è in schiumato,
sugli allestimenti superiori trova spazio la pelle pieno fiore che esalta non
solo la presenza estetica, ma anche tattile.
Parlando di Peugeot, l’i-Cockpit ha spinto
l’evoluzione del volante nel 2012, quando introdusse la prima generazione della
208 con l’innovativo posto guida che rivoluzionò il mercato e rappresenta ancor
oggi una esclusiva della Casa del Leone. Sulla Peugeot 208 fece infatti
la comparsa un abitacolo rivoluzionario, articolato attorno a un volante
compatto, un touch screen a centro plancia ed un quadro strumenti rialzato,
visibile al di sopra della corona del volante.
Peugeot i-Cockpit
Elemento centrale, il volante compatto facilita e aumenta le
sensazioni di guida. Le braccia sono posizionate più in basso, si muovono in
misura minore rispetto ad una vettura tradizionale, a parità di manovra. Diffuso
su tutta la gamma (sulle nuove Peugeot 208 e SUV 2008, 308, SUV 3008, 5008,
508, Rifter e Partner), il Peugeot i-Cockpit continua a evolversi. Nel 2016, ad
esempio, con l’introduzione in gamma del SUV Peugeot 3008, il volante divenne
ancora più compatto ed appiattito. Riprogettato con due sole razze al posto
delle tre precedenti, offrì da subito una impugnatura ancora migliore e liberò
ancora di più il campo visivo e lo spazio per le gambe del conducente. Oggi, con
6 milioni di Clienti nel mondo che guidano un’auto con Peugeot i-Cockpit, la
Casa ha fatto evolvere ancora una volta questo concetto ed ha introdotto la
tridimensionalità nelle Nuove 208 e SUV 2008 dotate di Peugeot i-Cockpit 3D.
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