Ore 5:20. La città dorme ancora, ma la mia giornata è già cominciata. A svegliarmi non è stata la sveglia, ma il rombo dei motori che, da sotto le finestre di Bologna, iniziavano a risuonare come un richiamo antico. Le prime auto si muovevano lente, ancora assonnate, ma già vive. La Mille Miglia non aspetta nessuno.
A colazione, il caffè ha il sapore di benzina e il sottofondo non è musica, ma un tripudio di rombi e racconti. I driver si mostrano l’un l’altro video e spezzoni catturati durante il giorno precedente: nei loro sguardi non c’è vanità, ma pura gioia. Vivono davvero per le auto, e ogni chilometro è una storia da tramandare.
Io continuo il mio viaggio
al seguito della Maserati A6 GCS/53, splendida, filante, elegante. A bordo della
Grecale Trofeo, la compagna perfetta per inseguire la leggenda, mi immergo tra i panorami appenninici della Futa e della Raticosa:
curve, luce, silenzi interrotti solo dal passaggio delle storiche. Lungo questo tratto, si tiene la prima Prova di Media di questa edizione: la competizione entra nel vivo.
Tra i mille volti che incrociano la corsa c’è anche Joe Bastianich, che scherza parlando del “rombo dei motori e dell’odore di cherosene”, mentre si prepara per una giornata che lo porterà fino a Roma, passando per Siena e il Chianti. Il meteo è dalla nostra parte, ma è lo spirito della gara a fare la differenza.
Un tuffo nel cuore della Toscana… più timido del previsto
Intorno alle 9:15, il convoglio raggiunge Prato. Le strade si stringono, la folla si avvicina. Sorrisi, applausi, foto rubate: ogni piazza è una piccola celebrazione. Piazza Duomo, Piazza San Francesco, poi il saluto al Castello dell’Imperatore. Ma, rispetto alla giornata di ieri, qualcosa è diverso. Il calore toscano, almeno lungo il percorso, si sente meno: forse per l’orario, forse per il ritmo della giornata, ma l’entusiasmo del pubblico appare più rarefatto.
Per fortuna, la bellezza dei luoghi resta intatta. Siena è un’emozione pura. Quando le auto entrano in Piazza del Campo, la vista è mozzafiato. Le livree storiche parcheggiate sul sintetico tricolore, il Palio che osserva silenzioso, il sole alto che illumina tutto. È un colpo d’occhio da pelle d’oca, un privilegio raro, da respirare fino in fondo.
Da qui si riparte tra le colline della Val d’Orcia, un mare verde e dorato in cui le auto sembrano fluttuare. A Radicofani un altro timbro, un altro saluto, un’altra storia da scrivere. La polvere sollevata dal passaggio sullo sterrato del Lago di Bolsena si appiccica alla pelle, ma non fa che renderci più veri. Ogni sosta è accolta come un regalo: Capodimonte, Marta, il Lago di Vico, poi Ronciglione, tappa fedele alla Mille Miglia che per la prima volta ospita anche un Controllo Orario.
Roma: la pioggia e un bagno di folla al tramonto
Dopo quasi 500 chilometri sotto un sole cocente, le auto storiche entrano finalmente a Roma, accolte dal Controllo Orario di fine tappa a Villa Borghese. Le Ferrari del Tribute, arrivate con circa un’ora di anticipo, fanno in tempo a godersi la quiete prima che cada qualche goccia di pioggia che però non ha rovinato la festa.
Ad attendere i concorrenti, non solo un pubblico entusiasta — finalmente caloroso e travolgente — ma anche autorità e ospiti illustri: il Ministro Tommaso Foti, il Ministro Andrea Abodi, gli ambasciatori di Arabia Saudita, Regno Unito, Canada e Grecia. È il suggello istituzionale di una giornata da ricordare.
Duello in vetta
La classifica alla Prova Cronometrata 56 conferma il testa a testa tra i grandi protagonisti: Vesco–Salvinelli riprendono il comando a bordo della Alfa Romeo 6C 1750 SS, davanti agli argentini Erejomovich–Llanos su 6C 1500 SS. Terzi Belometti–Ricca su Lancia Lambda, quarti Tonconogy–Ruffini con la 6C 1750 GS Spider. Ma il bello deve ancora venire.