Da bambino, disincatato appassionato di F1, sognavo che un giorno avrei guidato a Imola, una pista che ho sempre ammirato e che mi ha sempre incuriosito. Ci sono stato diverse volte da spettatore, non ultima una sessione di prove libere pre Gran Premio 2022 e, ospite privilegiato nel paddock, durante la Lamborghini Arena 2024. Mancava l'assaggio della pista, quel nastro d'asfalto che si snoda tra nomi che hanno fatto la storia del motorsport. Tamburello, via per la Villeneuve, chicane create nel corso degli anni in seguito a ben noti eventi, Tosa e su in salita per la curva Piratella, giusto per citare solo alcune delle curve che hanno reso grande questo circuito.
Quel giorno, però, è arrivato quando in redazione è arrivato l'invito da parte di Audi Italia per partecipare a una giornata in pista, sì proprio su questa pista, con tre vetture che non potrebbero essere più diverse ma sono accomunate dalla stessa voglia di andare forte. Audi RS 3, Audi R8 e Audi RS e-tron GT Performance. Due dati, ma proprio due: la prima è la sportiva d'ingresso della gamma RS, vanta il propulsore TFSI 2.5 (sovralimentato) da 400 CV ed è una delle regine delle hot hatch. Agile, furba, divertente.
Poi c'è lei, l'Audi R8, uscita di produzione nel 2024 ma ancora assoluta protagonista di questa giornata sotto il caldissimo sole imolese. Vederla ti riporta alla mente un'epoca che sta lentamente scomparendo e della quale siamo tutti, tristemente, testimoni. Ispirata, nel nome, alla regina di Le Mans dei primi anni 2000, quella R8 sulla quale ha trionfato anche il nostro Dindo Capello e che è stata capace di vincere 5 24 Ore su 7 partecipazioni totali, l'Audi R8 con la targa è arrivata sul mercato nell'ormai lontano 2007 proiettando un brand famoso per la trazione quattro e per le sue berline di rappresentanza nel mondo delle supercar. Nel 2015 è stata completamente rivista, e tutti sanno che questo fu un progetto condiviso con i cugini di Lamborghini per i progetti Gallardo e Huracan.
Una supercar che sembra lontana nei ricordi ma che ti fa subito assaporare quel non so che di magico appena sali a bordo. Molto analogica, sound inconfondibile del motore aspirato FSI da 620 CV dietro le spalle e quel profilo, sicuramente meno aggressivo della cugina di Sant'Agata ma ugualmente carico di cattiveria, quella giusta cattiveria che mette tanta allegria.
Infine l'Audi stradale più potente mai creata; ok, è elettrica, ma i suoi 925 CV e lo 0-100 km/h coperto in soli 2,5 secondi sono lì a testimoniare che con l'elettrico si possono anche fare grandi cose. Forse non in pista, come avrò modo di raccontarvi, ma comunque dati di tutto rispetto per la Audi RS elettrica: freni carboceramici, estetica molto riuscita e tanta spinta grazie ai due motori elettrici che ti attaccano, letteralmente, al sedile.
Si scende in pista: tre auto, tre emozioni completamente diverse
Il sottoscritto, con guanti balaclava e casco, pronto a scendere in pista sulla RS 3
In primis, partire su un circuito come Imola, a cui bisogna dare sempre del lei, con la "piccola" RS 3 mi ha aiutato a capire i limiti di questa pista nonchè traiettorie, punti di frenata, ecc. Proprio con lei ho saggiato l'imprevidibilità della curva Rivazza e il divertimento di affrontare Tamburello, Villeneuve e Tosa una di seguito all'altra, con lei che spinge forte con il suo 2.5 turbo. Un'auto pensata per divertire ma guai a parlare di drifting con gli istruttori dell'Audi Driving Experience: per un pistaiolo, in effetti, driftare e far fumare le gomme è solo una perdita di tempo; mi sono detto...ci saranno altre occasioni.
Secondo giro sulla giostra, arriva lei, l'Audi R8. Già mettere in moto il V10 è un'esperienza che di per sé vale il prezzo del biglietto. Da buon frequentatore dell'ambiente, forse sapete che il sottoscritto effettuò ormai tre anni orsono una prova su strada, qui su autoappassionati.it, della cugina inca**ata dell'Audi R8, la Lamborghi Huracan STO. Mi ci sono volute tre curve per capire quanta differenza ci sia tra la strada e la pista in termini di sensazioni: vero, anche al semaforo, traffico permettendo, il sorrisone ci scappa ma arrivare a 240 km/h alla staccata del Tamburello o a 190 km/h in entrata alla Piratella, per poi andare giù verso le Acque Minerali, è un'altra cosa. Impressionante, poi, la spinta che questa vettura ti concede fuori dalle curve, con quel crescere dei giri che corrisponde solo a una cosa su un motore aspirato come questo: sound, prestazioni, sensazioni che i turbo e gli ibridi hanno fatto scomparire. Non per forza per farne un guaio, sia chiaro, ma qui siamo su un altro livello.
"Cambiate a 8.000 giri, motore quasi infinito e tanta precisione concessa dall'aiuto dell'elettronica sempre presente anche in modalità Dynamic in inserimento e percorrenza curva. Peccato sia durato troppo poco..."
Infine l'elettricona, con le sue 2,32 tonnellate di peso spinte da due motori eletrici per la bellezza di 925 CV. Presto detto, giro di riscaldamento e raggiungo i 260 km/h in fondo al rettilineo imolese con una facilità assurda, il problema di questa vettura, però, si evidenzia subito: nonostante la presenza dei carboceramici, la frenata va anticipata parecchio e tutta la mole della vettura che tu come "pilota" cerchi in tutti i modi di portare al punto di corda, specie in rilascio quando si carica l'anteriore, sembra non essere supportata dalla tenuta degli pneumatici.
"Una sensazione strana, mai provata con un'elettrica in pista (ne ho guidate diverse, mai con queste potenze), ma che evidenzia ancora una volta il grande problema di queste vetture che vogliono travestirsi da supercar: il PESO."
Io, da buon ottimista, confido che in futuro si troverà una soluzione, ma oggi questa è la situazione e alla fisica non puoi chiedere scusa, faccio come voglio io: comanderà sempre, e comunque lei. Pensate a un dato: una R8 RWD Coupé pesa circa 1.590 kg, contro i 1.640 kg di una R8 quattro dati dalla meccanica e ovviamente dall'albero di trasmissione che porta la coppia all'anteriore. Fate voi i calcoli e pensate a come questo si rifletta sulla guida tra i cordoli. Poi, questo è altrettanto vero, la sensazione che si ha appena affondato il pedale dell'acceleratore è impareggiabile sull'elettrica, ma i vantaggi finiscono qui. Senza considerare il poco coinvolgimento dato dall'assenza di sound: un V10 che batte forte dietro le tue spalle non conosce rivali.
Audi Driving Experience: come si svolgono i corsi e maggiori informazioni
L’obiettivo di questa esperienza è trasmettere le principali regole per una guida più efficace, sicura e performante, migliorando il tuo stile di guida sia su strada sia in pista e permettendo di scoprire al meglio le potenzialità delle vetture Audi. Da utilizzatore di questo servizio che Audi rivolge ai suoi clienti, beh, posso confermare che l'approccio utilizzato dagli istruttori fa davvero la differenza tra un'esperienza da non ricordare e...tutto il contrario. Ovvio, mai pensarsi subito piloti, specie su auto con cavallerie come la R8 e la RS e-tron GT Performance. Meglio capire i propri limiti e, fidatevi, ci si diverte enormemente di più a imparare a migliorarli giro dopo giro.
La particolarità del format è proprio l’approccio One to One: ogni partecipante è affiancato per l’intera giornata da un istruttore professionista presente in abitacolo, per un percorso formativo personalizzato, calibrato sulle reali abilità del singolo.
Gli eventi si svolgono presso l’Autodromo di Imola, con la partecipazione di Dindo Capello, Ambassador Audi Sport, che offre l’opportunità di approfondire curiosità e tematiche legate al mondo del motorsport.
Guidati da un team italo-tedesco di istruttori certificati Audi, gli ospiti hanno la possibilità di provare in pista i modelli sopra descritti esprimendone al massimo le performance in un contesto ideale come quello del circuito.
I corsi sono acquistabili tramite la rete dei concessionari o direttamente sul portale My Audi experience.