Ogni chilometro. Ogni ora di sonno in meno. Ogni sorriso incrociato ai bordi della strada. Ogni curva presa con rispetto. Ogni applauso. Ogni saluto.
Dopo cinque giorni, la 1000 Miglia si è conclusa. E dentro di me so che, più che una corsa, è stata una maratona. Una maratona dell’anima.
Non c'è un altro modo per descrivere ciò che ho vissuto lungo questi 1.900 chilometri. Come chi corre una 42 chilometri, anche noi abbiamo attraversato fasi diverse: l'entusiasmo della partenza, la fatica che cresce, i momenti di crisi e poi, la rinascita, quando capisci che stai facendo qualcosa di irripetibile.
E quando finalmente alzi lo sguardo, sul traguardo di Viale Venezia a Brescia, non sei più lo stesso. Hai corso con il cuore. E sei arrivato in fondo.
L’ultima tappa: chilometri di poesia
L’ultima giornata è partita da Parma con la luce chiara dell’alba e quel misto di stanchezza e malinconia che ti entra addosso quando senti la fine avvicinarsi. Le prime prove sportive si sono tenute nei pressi di Soragna, poi il suggestivo passaggio a Busseto, con le vetture che sfilavano lente sotto la torre dell’orologio della Rocca Pallavicino.
I gesti si fanno più lenti, lo sguardo più lungo. Tutti vogliono trattenere ancora un po’ di questa magia.
Il ritorno verso Brescia è stato un omaggio all’Italia che spesso passa in silenzio, quella dei centri storici di Soncino, Pontoglio, Palazzolo, Adro, Erbusco, delle piazze vere, dei borghi autentici. La Franciacorta, con i suoi vigneti ordinati e l’aria profumata, ci ha accompagnati negli ultimi chilometri, fino alla gloria finale.
E poi, l’ingresso trionfale in città. Le strade si stringono, la folla aumenta, le emozioni esplodono. Il passaggio sulla rampa di Viale Venezia, accolti dal boato del pubblico, è qualcosa che va oltre il motorsport. È un abbraccio collettivo, è l’arrivo di una maratona interiore, corsa giorno dopo giorno con dedizione, rispetto e passione.
Correre con Maserati: un onore che non si dimentica
In questa lunga avventura ho avuto l’onore di seguire la Maserati A6 GCS/53, autentico gioiello della storia del Tridente, che ha chiuso la corsa in 50ª posizione. Al suo fianco, la mia compagna di viaggio è stata la Maserati GranTurismo Trofeo: potente, affilata, elegante. È lei che mi ha permesso di vivere questa esperienza nella sua totalità, con comfort, emozione e quel tocco di sportività che solo una Maserati sa offrire.
Ogni affiancamento, ogni sorpasso, ogni tratto condiviso con la A6 GCS è stato come sfogliare un album di ricordi in movimento. L’antico e il moderno, fianco a fianco, a raccontare lo stesso DNA, la stessa passione. Tra l'altro, oltre alla Maserati ufficiale che abbiamo seguito, c'era anche una seconda Maserati in gara, guidata da due collezionisti statunitensi. Una Maserati A6 1500 Berlinetta del 1949 classificatasi al 197° posto.
I vincitori, la corsa, l’Italia
A laurearsi campioni, per la sesta volta consecutiva, sono stati Andrea Vesco e Fabio Salvinelli con la loro Alfa Romeo 6C 1750 SS. Ma che duello con Erejomovich e Llanos, secondi su Alfa Romeo 6C 1500 SS, capaci di guidare la classifica dopo la quarta tappa. Terzi Tonconogy e Ruffini, su un’altra Alfa storica del 1931.
Nel Ferrari Tribute, vittoria per Hotz e Mozzi su F8 Spider, mentre la 1000 Miglia Green è andata a Magni e Giavardi su Polestar 4. C'è da dire che quest'anno la competizione destinata alle auto elettriche era davvero poco combattuta, con meno di 10 vetture allo start.
Oltre alle classifiche, restano i volti, i paesi, le albe e i tramonti, le mani che si alzavano al nostro passaggio. La 1000 Miglia è un viaggio dentro un’Italia spesso dimenticata, fatta di curve, piazze e piccoli miracoli quotidiani. Un museo su quattro ruote che viaggia attraversoun museo a cielo aperto.
Una sfida per tutti, non solo per chi vince
Come in ogni maratona, esiste una classifica, e i campioni sono celebrati con merito.
Ma la verità è che ognuno corre la propria 1000 Miglia.
Ognuno ha il suo obiettivo, il suo passo, la propria motivazione.
C’è chi punta al podio, chi vuole solo arrivare, chi lo fa per un ricordo, chi per un padre, un figlio, una promessa, un sogno.ù
La fatica è per tutti. Ma anche la gioia di tagliare quel traguardo.
Come in ogni maratona, il corpo arriva stanco. Ma il cuore, quello, arriva dopo. E resta.
Porto a casa chilometri di emozioni, un album di immagini incancellabili, e la certezza che questa non è stata solo una corsa.
È stata una prova di resistenza, di passione, di bellezza.
E se domani qualcuno mi chiederà: “Cos’è la 1000 Miglia?”
Risponderò:
“È come correre una maratona. Solo che la fai con un motore che batte come il tuo. Non vince chi arriva primo, ma chi porta con sé ogni emozione vissuta lungo la strada.”