Alfa Romeo Giulia 1600 Sport Coupé Pininfarina. L’altra Giulia.

Storiche
05 dicembre 2025, 8.30
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Dell’Alfa Romeo Giulia “Tubolare Zagato” del 1963 (ovvero la prima TZ) vennero costruiti 108 esemplari, ai quali vanno aggiunti altri nove della Giulia TZ2 (1965), versione derivata esclusivamente per le corse. Due dei telai più recenti della TZ prodotti dall’Autodelta furono però assegnati, non a Zagato, ma rispettivamente a Bertone e Pininfarina: il primo realizzò la sensuale one-off Canguro presentata al Salone di Parigi del 1964 su disegno di Giorgetto Giugiaro, il secondo costruì la straordinaria Giulia 1600 Sport Coupé che debuttò per la prima volta al Salone di Torino dell’anno seguente e, qualche mese dopo, a Ginevra nel 1966.
L’autore di questa filante sportiva, se vogliamo meno estrema rispetto alle TZ di Zagato e anche rispetto alla Canguro, fu Aldo Brovarone. Per lo stilista biellese, che aveva iniziato la sua attività di designer presso la Cisitalia per poi passare alla Pininfarina, in cui entrò nel 1954 crescendo di ruolo fino a diventare capo del design, la metà degli anni Sessanta rappresentarono un periodo di vena creativa davvero eccezionale: in rapida successione realizzò (solo per citarne alcune) lo stile della Ferrari 365 P, della Dino 206/246 e dell’Alfa Romeo Spider (la “Duetto Osso di Seppia”).

Una Giulia con linee da “supercar”

alfa romeo giulia sport 1600
L’Alfa Romeo Giulia Sport Coupé è una vettura dalla linea molto originale, anche singolare per certi aspetti, nella quale lo stilista accentuò l’altezza minima del telaio da terra, definendo un sottile gioco di equilibri tra curve sporgenti e linee tese: dal frontale si sviluppa un cofano motore molto ampio con sezione curvilinea, solcato da una sottile increspatura della lamiera che parte dal marchio dei biscione, conformato in orizzontale e incorniciato da due paraurti cromati (a loro volta collocati all’interno di apposite rientranze) che riportano all’idea del tipico “baffo” Alfa Romeo. A dominare l’anteriore le morbide e ampie creste dei parafanghi che generate dai fari carenati in perspex; la curvatura accentuata e originale dei parafanghi anteriori ricorda quelli delle Dino e di diverse Ferrari disegnate da lui stesso all’epoca.
Il gioco di curve prosegue inarcando la base del parabrezza che continua generando il formoso profilo della fiancata, che prosegue equilibrando i parafanghi anteriori attraverso la pronunciata curvatura di quelli posteriori. Questi terminano con una coda più sottile, sfuggente, allungata ma stretta che si raccorda con l’ampia e continua curvatura del padiglione quasi a “bolla” (elementi che connotano la minore aggressività corsaiola rispetto alle originarie TZ). Lo specchio di coda, in particolare è in netto contrasto con lo stile generale della vettura, tagliato di netto per accogliere la lunga fanaleria posteriore separata da due rostri cromati.

Sensuale con tecnica corsaiola

alfa romeo giulia sport 1600
Anche l’interno è meno essenziale rispetto alle TZ di Zagato e alla Canguro di Bertone: la strumentazione è di tipo tradizionale (non col tachimetro al centro della plancia) in un cruscotto imbottito di materiale espanso e rifinito con maggior dettaglio. La tipologia di carrozzeria è del tipo Coupé con due porte, due posti secchi su scocca portante in lamiera d’acciaio e carrozzeria in alluminio.
Sotto il cofano anteriore batte il 4 cilindri in linea monoblocco con testata bialbero in lega leggera, con alesaggio e corsa di 78 mm e 82 mm con cilindrata di 1.570 cc per 170 CV a 5.500 giri/min; la distribuzione e a valvole a “V” in testa, due carburatori doppio corpo Weber 40 DCOE 4. La trazione è ovviamente posteriore la cui potenza è gestita da un cambio manuale a 5 marce più retromarcia, le sospensioni anteriori sono a ruote indipendenti, braccio trasversale e biella obliqua, molla elicoidale e barra di torsione longitudinale, barra stabilizzatrice. Le sospensioni posteriori sono invece a ruote indipendenti, con braccio trasversale e biella longitudinale, molla elicoidale, barra stabilizzatrice, ammortizzatori idraulici telescopici. Il comparto frenante è gestito da un sistema idraulico a disco.

In coppia con la sorella Canguro

interni alfa romeo giulia sport 1600
L’Alfa Romeo Giulia 1600 Sport Pininfarina ebbe un destino comune a quello della Canguro: entrambe appartengono oggi allo stesso collezionista giapponese dagli anni Duemila. Ma mentre la Canguro è stata sottoposta a una ricostruzione totale nel 2005 dopo l’incidente in prova che ebbe a Monza negli anni Sessanta, la Sport Coupé di Pininfarina rimase intonsa necessitando negli anni solo di un leggero maquillage a carrozzeria e interni, conservandosi quindi in condizioni eccezionalmente originali. Sia l’una che l’altra si vedono raramente in giro per concorsi ed eventi simili, ma certamente una volta viste rimangono indimenticabili.
Autore: Federico Signorelli
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