Stefano d’Aste è il pilota professionista nonchè collaudatore, sviluppatore e pilota per Lotus Cars da oltre 10 anni. L’ultima vettura che ha sviluppato è la 3-Eleven, per la quale ha condotto numerosi test al Nordscheleife. Dopo anni al vertice del motorsport (vinse la categoria indipendenti del WTCC nel 2007) si è reinventato imprenditore e ha fondato nel 2014 la Lotus Cup Italia, un campionato che va a incominciare proprio questo weekend sul circuito del Mugello per quella che è la quinta stagione del monomarca con la nuova vettura.
Siamo ormai in prossimità del via al campionato, il quinto da quando la Lotus Cup Italia ha cambiato aspetto con la nuova Elise Cup PB-R. Come valuti questi anni e cosa ti aspetti da questa stagione?
Siamo molto contenti per il successo che sta avendo la Lotus Cup. Come hai detto tu siamo al quinto anno con la macchina nuova sviluppata a partire dal 2014 con la preziosa collaborazione della Hexathron Racing Systems dell’Ing. Calovolo. Sono molto contento perché stiamo andando in crescendo, la griglia si sta riempiendo e supereremo nel corso della stagione le 15 vetture iscritte nel round d’apertura del Mugello di questo weekend (qui il programma ufficiale).
Ci sono ancora molti piloti interessati a partecipare e solo da circa un mese hanno iniziato a chiamare per chiedere informazioni sulla Lotus Cup. Il 17 marzo abbiamo svolto un test collettivo pre-stagione sempre al Mugello al quale i nostri clienti hanno risposto positivamente, nonostante la giornata fosse piovosa (qui il racconto della nostra esperienza)
Un test che ha permesso di portare in pista, per la prima volta in questo 2018, gli iscritti alla Lotus Cup Italia Speed Championship, ci puoi ricordare di cosa si tratta?
Si tratta di un trofeo pre-agonistico che organizziamo per le vetture stradali, non solo Lotus (le iscrizioni sono aperte anche a Caterham, Opel Speedster, Westfield ecc.). Gli appuntamenti rimanenti di questa stagione sono ancora cinque (Misano Adriatico 7/05, 03/06 Vallelunga, 24/06 Monza, 14/07 Franciacorta e 01/09 Imola) anche se non saranno tutti in concomitanza con la Lotus Cup. Le Elise Cup PB-R saranno comunque presenti durante le sessioni per svolgere un programma di test.
Nei test pre-stagione del Mugello si sono viste anche le vetture del CLI – Club Lotus Italia, un’altra bella realtà.
Sì ci siamo organizzati per ospitare il raduno del Club Lotus Italia coordinato da Paolo Zanelli e anche in questo caso la risposta è stata positiva. Nonostante il tempo avverso, quando inizi a vedere donne e bambini significa che l’evento sta funzionando e che ha funzionato anche l’anno scorso, poichè le persone presenti qualche mese fa hanno avuto la voglia di ritornare.
Quali sono le difficoltà che si incontrano nel mettere in piedi un monomarca come la Lotus Cup Italia e tutti gli eventi di contorno dei quali ci hai parlato?
Beh sicuramente senza passione non si fa nulla. Per un evento di un giorno, come è stato quello del 17 marzo scorso, io e i ragazzi di PB Racing siamo arrivati la sera prima e la mattina ci siamo alzati alle 6 e mezza per preparare tutto al meglio. Organizzare tutto e stare dietro a tutti (oltre 40 i piloti presenti quel giorno) non è facile ma ci si rimbocca le maniche e si cerca di dare consigli a tutti. Ecco perché voglio ringraziare il mio staff, mi rendo conto che abbiamo raggiunto un livello di professionalità molto elevato.
Quanto la tua esperienza di pilota professionista conta nell’organizzare la Lotus Cup Italia?
Bene o male mi sono inventato questa Lotus Cup tenendo conto di tutte quelle cose che mi davano “fastidio” quando correvo io. Ti faccio un esempio, la coda per iscriversi ai turni di prove libere: io, che ho iniziato a correre con le moto, mi ricordo che per le prove selettive, con circa 150 piloti provenienti da tutta Italia, bisognava alzarsi alle 5 e mezza per non trovare la coda alle iscrizioni dei turni. Qui invece arrivano i piloti, i turni sono già organizzati e si perde veramente poco tempo in “burocrazia”.
Quanto stai “vicino” ai piloti iscritti e quanto loro ti sembrano soddisfatti?
Per usare un eufemismo gli stiamo dietro come se fossero dei “bambini”, nel senso buono del termine, quindi avere esperienza nel mondo delle corse aiuta tantissimo. Chiaramente le conoscenze e gli anni che ho fatto nel WTCC mi hanno aiutato molto a “scolpire” la Lotus Elise Cup PB-R a livello di guida, mentre senza la Hexathron Racing Systems oggi la vettura così come appare non esisterebbe. Mi ricordo, era maggio del 2013, quando decidemmo di creare una macchina facile da guidare per un gentlemen driver e molto facile da gestire per un team. Sono molto molto soddisfatto anche perché Lotus ci ha dato il permesso di costruire una vettura quasi a sé stante fuori da Hethel e siamo gli unici a farlo a livello globale.
Citando la Casa inglese quanto è loro e quanto viene implementato dalla tua PB Racing di Lallio (BG)?
Diciamo che il 75-80 % della macchina è Lotus, il restante, soprattutto lo sviluppo aerodinamico, è nostro, sempre con il benestare della Casa madre. Alla fine del progetto Elise Cup PB-R anche loro sono rimasti entusiasti della vettura e ci hanno dato ancora più volentieri il “permesso” di intervenire sulla vettura. Ti faccio un altro esempio: l’ala posteriore della Evora GT 430 di serie arriva dalla nostra Cup.
Attualmente, smessi ufficialmente i panni del pilota a tempo pieno, ti dividi tra Lotus Cup Italia e qualche apparizione in pista, ricordiamo ad esempio le ultime edizioni del Monza Rally Show dove hai ben figurato.
Sì fino al 2015 ho fatto il Mondiale Turismo poi la flessione che ha preso il WTCC ha imposto condizioni proibitive per correre e non mi conveniva più perché perdevo troppo tempo dietro le gare e il ritorno era risicato. Seppur trovo interessante il WTCR i soldi che impiegavano le case ufficiali nel WTCC non ci sono più quindi per uno che fa solo il pilota professionista fare solo quello, a questi livelli, non basta più per vivere, ecco perché mi interessa portare avanti il lavoro che sto facendo per Lotus, anche in qualità di test pro-driver per le nuove vetture stradali. Non nego che mi piacerebbe tornare in pista da protagonista ma il gioco deve valere la candela.
Che consigli ti senti di dare ai piloti che si affacciano al motorsport? La Lotus Cup Italia è un buon viatico per iniziare?
Credo di sì perché la macchina è molto sicura (ha un telaio in alluminio estruso e struttura in carbonio all’anteriore per assorbire gli urti) e prestazionale con i suoi 270 CV. È una macchina che va bene per i gentlemen driver, per quei piloti magari non così preparati atleticamente e che indossano casco e tuta solo nei weekend. Non avrebbe senso metterli su una macchina da 600 CV che fa i 300 km/h in fondo al rettilineo.
Mi fa paura pensare a una cosa del genere, la Lotus Elise Cup PB-R invece credo sia il giusto compromesso tra frenata, accelerazioni, tenuta in curva grazie al buon carico aerodinamico. Chi arriva alla Lotus Cup da campionati con auto più prestazionali (Lamborghini Trofeo, Ferrari Challenge ecc.) è concorde nel dire che il divertimento che si prova su questa vettura paragonato ai costi di gestione è praticamente unico.
Pensando alla sicurezza, essendo piloti gentlemen, non c’è da sottovalutare il discorso danni e costi di riparazione. Anche in questo caso la macchina offre un vantaggio poi dipende sempre dal portafogli di chi vuole partecipare.
Parlando appunto di costi quanto costa partecipare al campionato e quanto costa la vettura pronto gara?
L’auto costa all’incirca 65.000 euro + IVA, pronto gara e aggiornata 2018. Per un pilota che si compra la macchina e se la gestisce in autonomia o la fa gestire dal suo team noi ci occupiamo dell’organizzazione in circuito, quindi il fortunato dovrà solo indossare casco e tuta e scendere in pista e la stagione gli costerà su per giù sui 30.000 euro contando le varie trasferte.
Per chi vuole partecipare senza comprare la macchina, dipende essenzialmente dal team al quale si appoggia ma si va intorno ai 50/60.000 euro. Cifre sicuramente alte ma non così alte come in altri monomarca, quest’ultimi non alla portata soprattutto dei piloti più giovani. La Elise Cup PB-R va bene anche come macchina propedeutica (ha il motore centrale, telaio rigido, trazione posteriore) per chi veramente si affaccia al motorsport per la prima volta.