Sempre più SUV, sempre più crossover. Il mercato chiede, le case rispondono. Quando fai parte del gruppo Volkswagen, poi, tutto diventa più facile, grazie alla condivisione della piattaforma MQB nella sua versione allungata (A0).
Così è nata la Skoda Kamiq, terzo modello della gamma SUV della Casa boema e vicina parente di Volkswagen T-Cross e Seat Arona, in un segmento B-SUV sempre più ricco di concorrenti dove il rapporto qualità/prezzo diventa strategico, e in Skoda su questo aspetto ci sanno fare, come vedremo.
Il suo punto forte, possiamo anticiparvelo, è infatti la sua dotazione di serie, ereditata da un altro modello entrato di recente nella gamma, ossia Scala, una delle berline di segmento C che spunta, con slancio, la casella di cui sopra. Una best buy tra le crossover?
Vediamo i prezzi di listino aggiornati con le caratteristiche dei motori, le dimensioni, gli interni, com’è guidarla, e le piccole novità che la riguardano.
Cosa c’è di Karoq e Kodiaq sulla nuova Kamiq, terzo modello Skoda a iniziare, curiosamente, con la K e a terminare con la Q? Innanzitutto, lo sdoppiamento delle luci anteriori, capace di cambiare aspetto al lato A, assume qui una nuova forma, con luci diurne, sempre a LED, disponibili i Full LED con l’allestimento Style o la nostra Black Dots, sopra le luci diurne, con indicatori di direzione dinamici, sotto gli anabbaglianti/abbaglianti, di forma diversa rispetto agli altri due SUV. Notate, poi, che Kamiq è tra le poche di segmento B a proporre questo tipo di tecnologia sempre di serie, e non è un elemento da poco pensando a quanto il design sia importante al momento dell’acquisto di una nuova vettura.
Esteticamente, poi, Kamiq si caratterizza per i cerchi, sempre in lega, da 16” a 18”, 17” diamantati per il nostro modello. Guardando il posteriore, si confermano le luci a boomerang rovesciato già viste su Skoda Scala, Tipico invece di questa verisone Black Dots sono particolari in nero lucido verniciati come la calandra, le calotte dei retrovisori, lettering sul posteriore, marca e modello. Di tonalità opaca sono, invece, i mancorrenti al tetto e gli inserti dei paraurti. Tra le tonalità, sono disponibili sette vernici metallizzate e due pastello.
Parlando di dimensioni, Kamiq è lunga 4,24 metri (contro i 4,38 metri di Karoq e i 4,69 metri di Kodiaq), diventando così la più piccola delle tre a “ruote alte” del Marchio boema ma non certo la meno spaziosa, per inciso la larghezza è di 1,79 metri, mentre l’altezza di 1,55 metri. Con un passo di 2,64 metri, superiore a quello di Karoq, dentro si sta assolutamente comodi anche in cinque persone. Lo dimostrano lo spazio per la testa (1.003 mm), per i gomiti (1.425 mm) e per le ginocchia (73 mm). Apprezzabile lo schienale della seconda fila ribaltabile nel formato 60:40, mentre a richiesta si può richiedere un bracciolo centrale, stesso discorso per la possibilità di abbattere anche il sedile del passeggero anteriore così da caricare oggetti voluminosi in lunghezza.
Detto dell’immancabile posizione di guida rialzata, tipica di ogni SUV/crossover che si rispetti, si gode di un’ottima visibilità grazie al sottile montante anteriore e alla ben studiata superficie vetrata che restituisce una sensazione di respiro, di buona atmosfera. Si nota, la grande attenzione che viene riposta alla qualità dei materiali e ai loro assemblaggi.
A portata di sguardo, diciamo così, i materiali sono soft touch, mentre quelli rigidi sapientemente nascosi, dal posto di guida si gode sia del Virtual Cockpit firmato Skoda sia dell’ottimo infotainment con schermo capacitivo ad alta definizione da 9,3”, radio DAB+, presenti i comandi vocali ma ancora migliorabili e la vi è la possibilità di avere il navigatore soltato a pagamento. Insomma una plancia piacevole da guardare grazie a nuovi inserti nero laccato, che permettono di sviare rispetto ai vecchi cruscotti monotoni del passato. La novità è il layout della leva del cambio DSG, l’automatico a doppia frizione. Ora le modalità di guida sono illuminate a LED sul pomello. Stupisce avere ancora un freno a mano meccanico.
Le due prese USB-C vi accompagneranno nei vostri viaggi fin dall’entry level. Non mancano le soluzioni Simply Clever, a partire dal classico ombrello nascosto all’interno della portiera e sempre utile all’evenienza, così come il classico raschietto per il ghiacchio, per chiudere con il rabbocco dell’acqua lavavetri fatto a imbuto per facilitare il riempimento e la torcia a LED, amovibile, riposta nel bagagliaio.
Quest’ultimo, si dimostra spazioso con 400 litri di capacità utile che diventano 1.395 abbattendo il divanetto posteriore (40:60). Abbattendo anche lo schienale del sedile anteriore del passeggero (a richiesta), si riescono a caricare oggetti lunghi fino a 2,44 metri, con un piano di carico perfettamente piatto. Un sistema intelligente di scomparti portaoggetti negli interni offre 26 litri supplementari di spazio per riporre tutto il necessario per un viaggio all’insegna del comfort.
Non si vedono versioni ibride all’orizzonte, poichè la Skoda Kamiq punta su quattro tipologie di motorizzazioni: benzina, con i 1.0 TSI in potenze di 95 CV (anche per neopatentati) e 115 CV il primo con il solo cambio manuale, il secondo con l’aggiunta del DSG a 7 rapporti, quello della configurazione da noi provata; c’è poi il 1.5 TSI da 150 CV con disattivazione dei cilindri, per chi punta un po’ di più sulle prestazioni (8,3 secondi 0-100 km/h, 213 km/h vel. max.). Mentre sparisce la motorizzazione a gasolio per Kamiq, si può acquistare il 1.0 G-TEC monovalente a metano da 90 CV.
Abbiamo volutamente provato il tre cilindri turbo benzina da 115 CV DSG, +1.500 euro rispetto al manuale, per capire se questo è il motore giusto per Skoda Kamiq, un SUV da città, ma capace di buttarsi con disinvoltura su viaggi ben più impegnativi, grazie al suo comfort e al suo spazio del quale ti accorgi solo se ti accomodi a bordo, specialmente dietro.
Ebbene, ci vogliono davvero pochi chilometri per rispondere sì al quesito. Il 1.0, sensazione confermata in precedenza anche su altri modelli del gruppo Volkswagen, è un gran motore, fatto per risultare più prestante di quello che in realtà è ma soprattutto molto sfruttabile, sia per il classico sorpasso sia per lo spunto che riesce a offrire ai semafori, senza eccessive vibrazioni che caratterizzavano questi tre cilindri fino a qualche tempo fa. In autostrada sentiamo prontezza e decisione, sia a giri bassi che in allungo. Capace di offrire 200 Nm di coppia a fronte di circa 10,2 secondi per passare da 0 a 100 km/h, e 193 di punta massima.
Il grande aiuto viene dal DSG che fa sembrare il piccolo 1.0 TSI un motore molto più prestante. Peccato per una lentezza cronica nel cambio di rapporto specie quando serve un po’ di sprint, meglio magari puntare sul sequenziale. Il confort invece della cambiata è buono, ma non ottimale, alle volte su tratti in salita, la centralina del DSG fatica a trovare il rapporto corretto. Ma il grande vantaggio dei sette rapporti è avere il privilegio di girare molto basso in autostrada e far consumare davvero poco questa vettura.
Infatti sono soprattutto i consumi l’aspetto che convince di questa motorizzazione dalla doppia personalità. Senza grossi problemi abbiamo raggiunto i 16 km/l senza faticare.
Alla Skoda Kamiq si può solo rimproverare una certa morbidezza utile ad assorbire le asperità, meno i movimenti del corpo vettura in curva, dove l’auto tende al rollio, aspetto comune di SUV “democratici” specie in questo segmento. Con un volante comunicativo, ma non troppo che permette una guida allegra ma mai d’attacco. D’altronde parliamo di un SUV da famiglia. La Skoda Kamiq non punta ad un “effetto WOW”, perché la versatilità è il suo forte. E appunto per questo, i motori regalano ugualmente buone prestazioni e consumi contenutui.
Mediamente buona la dotazione di sicurezza di base: Front Assistant con riconoscimento pedoni, Cruise Control (dal comando macchinoso, sul devioluci destro insieme a frecce e abbaglianti), il Lane Assistant per mantenere il veicolo in corsia, la chiamata automatica d’emergenza, il dispositivo che riconosce la stanchezza del conducente (Driver Activity Assistant), fino a 9 airbag, ABS e ESC. In optional il nuovo Side Assistant, evoluzione del monitoraggio dell’angolo cieco con intervento di correzione sul volante.
La Kamiq è un City SUV a tutti gli effetti: compatto fuori, spazioso dentro, adatto a muoversi agilmente nel traffico e a gestire agevolmente i parcheggi. Su questo aspetto sensori e telecamere aiutano a percepire gli ingombri. La sicurezza è garantita da un buon impianto frenante e da un’ottima tenuta di strada, che completa le qualità dinamiche di tutto rispetto di questa auto.
Il SUV a trazione anteriore si presenta in 5 allestimenti: Ambition, Black Dots, Style, ScoutLine, MonteCarlo, buono il rapporto qualità/prezzo, molteplici motorizzazioni e una buona abitabilità fanno del crossover boemo un player importante in un mercato a ruote alte che viaggia a doppia cifra: nel corso del 2022, i SUV compatti hanno registrato il 28% di quota del mercato.
Anche per questo motivo la versione Kamiq Black Dots, viene dotata di un allestimento superiore, nel dettaglio: gruppi ottici full LED anteriori e posteriori, cerchi in lega da 17”, climatizzatore automatico bi-zona, l‘infotainment connesso con display da 8”, tuner per la radio digital DAB+, due porte USB tipo C e protocolli per l’interfaccia smartphone Apple CarPlay e Android Auto per il controllo delle app compatibili.
Il prezzo da listino della Kamiq Black Dots è di 26.660 euro per la 1.0 TSI 95 CV manuale fino a 31.360 euro per la 1.5 TSI con cambio DSG. La versione da noi provata 1.0 TSI DSG invece costa 29.660 euro.
Le concorrenti della Skoda Kamiq sono davvero tante e agguerrite: la Fiat 500X, la Ford Puma, la Hyundai Kona, la Hyundai Bayon, la Jeep Renegade, la Mazda CX-3, la Nissan Juke, la Opel Mokka e la Opel Crossland, la Peugeot 2008, la Suzuki Vitara, la Volkswagen T-Roc, la Renault Captur e la Toyota Yaris Cross. Ma la Skoda ha tutte le carte in regola per giocare una partita ad armi pari.
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