Si è mostrato per la prima volta a Milano, la scorsa primavera, il facelift della Renault Clio, ultima rappresentante rivista nei dettagli che prosegue il successo della fortunata utilitaria. Presto troverà una concorrente, interna, completamente elettrica (la 5 E-Tech) ma può stare tranquilla. In Italia continua a piacere e a convincere, ha una gamma che conta su versioni turbo benzina, Diesel, GPL e ibride, quest’ultima oggetto della nostra prova su strada nel ricco e sportiveggiante allestimento Esprit Alpine.
La cura De Meo, la Renaulution, passa anche dalle piccole che continuano a registrare numeri importanti sul mercato. Avevamo visto, ad esempio, i nuovi loghi al debutto su Megane E-Tech e poi a cascata su Austral ed Espace, mentre ora l’identità cambia con nuova fanaleria anteriore, qualche miglioria agli interni che ora sono ancora più vocati alla sportività e continua a convincere il suo sistema di infotainment (Easylink) con il grosso schermo da 9,3″ che domina in abitacolo. Un facelift, come l’ho chiamato, che ha davvero ritoccato nei dettagli un prodotto già molto buono, utile soprattutto a non stravolgere e quindi alzare inevitabilmente i prezzi che rimangono decisamente competitivi visti i contenuti offerti.
Un esempio? Ci sono avversarie che propongono listini simili pur avendo sotto il cofano un motore mild hybrid 48V non in grado di performare, e lavorare in puro elettrico, come accade sulla Clio E-Tech che è un’ibrida full, con una powertrain dove il motore elettrico è in grado di sostenere la marcia fino a una determinata velocità.
Quindi bando alle ciance e scopriamo come è cambiata fuori e dentro la Clio 2024, come si guida il suo valido motore full hybrid da 143 CV e quanto costa questo allestimento con una curiosa comparazione nei confronti delle concorrenti.
Da buona utilitaria di poco più di 4 metri (lunghezza 4,05 metri, larghezza 1,8 metri, altezza 1,44 metri) la Clio non è esattamente l’auto più abitabile del segmento ma sicuramente è tra quelle più evolute dal punto di vista del design. Specie dopo il facelift che ne ha cambiato principalmente il muso, diventa ancora più gradevole alla vista specialmente nel taglio anteriore a tre quarti, dove si può apprezzare l’abbandono del C-Shape visto sulle Renault degli ultimi anni per sposare un allungamento dei diurni a LED a filo del paraurti (richiamano il logo a metà), così da allargare l’impronta visiva e dare più dinamicità al frontale. Il nuovo logo della Losanga è sicuro protagonista sulla rivista calandra.
Certo, specie in vista laterale si capisce che la Renault rimane compatta e lievemente più corta di altre concorrenti del segmento B, ma ho apprezzato particolarmente alcuni dettagli quali i coprimozzo con il logo, caratteristiche che ritroviamo su sportive e supercar di ben altro blasone. Piccole le portiere posteriore, ma in media con il segmento. Dietro rivisto il paraurti dove gli sfoghi dell’aria, finti, li trovo un po’ superflui. Parlando di dimensioni il bagagliaio non eccelle con 310 litri, ma abbattendo la seconda fila 40:60 (da sinistra a destra) il pavimento è quasi piatto ma l’ideale per caricare oggetti più voluminosi. Tanto alta, forse troppo, la soglia di carico. Si nota un approccio più sportivo fuori, vuoi per i grintosi cerchi da 17″, che dentro, dove ritrovo la Clio pre-restyling che io stesso ebbi modo di provare in diverse occasioni. Con l’Esprit Alpine cambiano i badge, compare una bandiera francese sul cruscotto e i sedili sono forse la parte meglio riuscita con i poggiatesta dal taglio sportivo e i loghi Alpine in bella vista sugli schienali.
Peccato che con il restyling di Renault Clio 2024 non sia arrivato il sistema OpenR così tanto apprezzato su Austral e Megane E-Tech. Qui c’è ancora l’Easylink da 9,3″ che è stato debitamente aggiornato: il funzionamento è più fluido e il mirroring è wireless, quindi promosso. Per chi siede lato passeggero c’è sempre quella sensazione di essere un po’ costretti causa isola del cambio che tende ad allargarsi a destra ed è posta abbastanza in alto, al contrario chi guida si sente avvolto da una piacevole sensazione di avere tutto sotto controllo. Differente la sensazione dietro, non tanto per chi è piuttosto alto quanto per la superficie vetrata ridotta e per la presenza del tunnel che tristemente è privo sia di bocchette sia di qualsivoglia forma di prese USB.
Anche in questo caso si poteva fare qualcosa di diverso con la leva del cambio, visto che la utilirezzete poco su questa versione con cambio automatico. Vi consiglio la modalità B in città, a breve vi spiego perché. Rimane identico, loghi e badge a parte, il volante, che ora riceve le impunture bianco-blu-rosse già viste l’anno scorso su Austral Esprit Alpine.
Prima di tutto la parte tecnica, con la quale ci piace e mi piace introdurre la parte dedicata alla guida. Non cambia nulla sotto il cofano, per essere chiari, e forse non c’era realmente bisogno di cambiare una ricetta già vincente. Con le modifiche estetiche non è cambiata l’accoppiata tra il 1.6 benzina aspirato da 94 CV ai due motori elettrici, di cui solo uno può anche essere di trazione, a sua volta alimentato da una piccola batteria da 1,2 kWh. Meglio lasciar fare tutto alla macchina, quando in città vi capiterà (spesso) di guidare in elettrico e quando in statale in maniera completamente automatica sarà facile ritrovarsi con consumi davvero considerevoli senza il mimino sforzo. C’è anche il veleggio, quindi a velocità vicine o superiori ai 100 km/h capiterà di veder accendere sul quadro virtuale la spia “EV”, segno che il sistema non sta sfruttando il motore termico e, anzi, sta recuperando energia vitale per il funzionamento del sistema ibrido.
Lo sappiamo, la Clio è la concorrente europea della vendutissima Toyota Yaris e il prodotto della Casa francese è assolutamente al passo con la rivale nipponica, che ha recentemente visto un upgrade della sua potenza da 116 a 130 CV. Il cambio, innanzitutto, è il Multi-Mode che ha una logica di funzionamento, opinione personale, rispetto ai CVT giapponesi con il loro classico e non sempre piacevole effetto scooter. Veniamo al capitolo consumi, la chiave di volta della Renault Clio E-Tech. Con una media vicina ai 5,5 l/100 km, sono riuscito a battere questa media in occasione di un viaggio in montagna. Resettati i consumi alla ripartenza, sono sceso a valle sfruttando ampiamente la parte elettrica e il veleggio con un consumo di 3,2 l/100 km, poi attestatosi a 4,7 l/100 km nei giorni seguenti di utilizzo in città. I 5,5 l/100 km sono ovviamente figli dell’uso in autostrada, dove questo tipo di motorizzazione cede un po’ il fianco senza eccedere oltre i 6 litri/100 km. Con un serbatoio di 39 litri, si possono facilmente superare i 600 km di autonomia.
Facile da guidare a medie di 70-90 km/h, in città bisogna davvero essere molto leggeri con il pedale del gas, a scapito dell’aiuto che arriva dall’elettrico capace effettivamente di azzerare i consumi. Dicevo della modalità B che aumenta la rigenerazione senza arrivare mai a un one pedal che potreste provare testando una Zoe, l’elettrica di pari segmento della Casa francese. Meno prestazionale rispetto al nuovo E-Tech, quello montato da Austral con il 1.2 turbo benzina e contraddistinto da una maggiore reattività della parte termica oltre che da una potenza maggiore, l’E-Tech di Clio si dimostra comunque adatto a svariati utilizzi e assolutamente in linea con le necessità di una seconda auto per coppie o famiglie.
Tornando alla guida in sé, ho apprezzato sia la seduta piuttosto bassa sia la reattività dello sterzo, così come la superficie vetrata che aiuta a vedere bene fuori. A tal proposito la versione in prova era equipaggiata con le telecamere perimetrali che hanno una buona, ma non eccelsa, qualità. Di notte purtroppo si vede poco, e le immagini appaiono troppo sgranate. Reattiva tra le curve, sempre pronta a riprendere gas grazie al Multi-Mode (che si dimostra migliore nel misto rispetto al già citato CVT delle giapponesi ibride), l’assetto non è eccessivamente rigido e anche buche e dossi si assorbono bene. Non parlo di sportività, sarebbe fuori logo. Ok i coprimozzi, ok i sedili ben avvolgenti ma dimenticati la vecchia Clio RS poi sostituita, diciamo così, dalla RS Line e dall’attuale Esprit Alpine. Cambiano i tempi e l’efficienza ha preso il posto delle prestazioni dure e pure, quelle che hanno fatto innamorare almeno due generazioni di appassionati alle versioni più sportive della piccola francese. Per questo bisognerà attendere una futura Clio elettrica vedendo cosa farà già quest’anno Alpine con la A290 Beta, versione sportiva della nuova 5 E-Tech che verrà presentata a Ginevra tra pochi giorni.
Con le modalità di guida cambia poco, sicuramente possono tornare utili i settaggi configurabili della MySense, con lo sterzo interessato da un diverso feedback (Comfort, per la città, Regular o Sport). Bene già dalla base la suite di sistemi di assistenza alla guida con il Traffic Jam Companion che, oltre a garantire la guida autonoma di livello 2 con mantenimento di corsia e controllo della velocità adattiva, risulta formidabile nella guida in colonna tipica dell’ora di punta in città, rende davvero agevole la guida in elettrico senza strattoni. E i consumi ringraziano…
Viste le prestazioni e analizzate le novità estetiche della Renault Clio Esprit Alpine, veniamo al suo prezzo. In Italia si parte da 26.550 euro chiavi in mano, un prezzo tutto sommato molto interessante al netto degli incentivi di prossima introduzione (ricordiamo che la Clio ibrida rientra nella terza fascia delle emissioni, con uno sconto che può arrivare fino a 3.000 euro in caso di rottamazione). A parità di allestimento, una Clio Esprit Alpine con il motore 1.0 turbo benzina da 90 CV costa 22.250 euro. Consigliatissima, la ibrida, per chi si muove prevalentemente in città, la Clio E-Tech Esprit Alpine riesce a coniugare un design marcatamente sportiveggiante a un’efficienza davvero stupefacente. Certo, come abbiamo visto i consumi si alzano in autostrada, ma è una caratteristica principe di questo tipo di motorizzazione.
Cosa include la Renault Clio E-Tech Esprit Alpine? Nel caso della ibrida è esclusivo l’ottimo Active Driver Assist, cui si aggiungono vari ADAS (Adaptive Cruise Control, commutazione automatica fari, Rear Cross Traffic Alert e sensori di parcheggio anteriori), i badge esterni e interni Esprit Alpine, i cerchi in lega diamantati 17″ la Fleche con coprimozzi blu, Driver Display 10″, illuminazione interna a LED, pedaliera in alluminio, sellerie specifiche e sistema multimediale Easylink 9,3″ con navigazione. Dagli optional, anche sulla top di gamma, ecco il pack city premium (Easy Park Assist e camera 360°, costa 500 euro) e il pack Bose, con omonimo impianto audio, sempre 500 euro. Infine le vernici, con la orange Valencia senza sovrapprezzo, tutte le altre metallizzate tra gli 820 euro (bianco ghiaccio, blu iron, nero etoilé, grigio scisto) e 970 euro (rosso passion e grigio aviation).
Sempre parlando del prezzo della Renault Clio E-Tech, occhio alla concorrenza e ai loro prezzi. Novità del 2024 è la Mitsubishi Colt, che nasce sulla stessa piattaforma di Clio e ne riprende quasi totalmente le fattezze ma la sua garanzia è valida 5 anni (contro i 2 di Clio). Tutto bene? Più o meno, visto che la Colt/Clio costa 29.500 euro. Sfogliando la rosa delle rivali, si parla tanto di SUV ma di utilitarie ce ne sono ancora tante, la vera avversaria è la Toyota Yaris, recentemente rinnovata con il nuovo 1.5 full hybrid da 130 CV. La GR Sport, paragonabile alla Clio Esprit Alpine, costa come la top di gamma Premiere e viene 31.700 euro. Una bella differenza tra Clio e Yaris, al netto di eventuali sconti della Casa. Terzo incomodo, sempre parlando di ibride, la Mazda2 Hybrid soggetta a un importante restyling per distinguerla dalla Yaris (piattaforma uguale, motore rimane il 1.5 da 116 CV) parte da 24.990 e arriva a 32.690 euro per la super accessoriata Homura Plus.
Le altre utilitarie di segmento B sono la Opel Corsa, la Peugeot 208 (entrambe mild hybrid, presto anche la nuova Ypsilon avrà la stessa motorizzazione dopo il debutto in elettrico. A queste si aggiungono Mazda2 Hybrid e Hyundai i20) e varie termiche tra cui l’Audi A1, la Citroen C3 (presto sostituita dalla nuova e-C3 elettrica) e la best seller Dacia Sandero che punta alla concretezza con un prezzo base di 13.250 euro e con l’interessante versione GPL proposta a partire da 14.750 euro. Per la cronaca, il GPL sulla Clio costa 18.750 euro.
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