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Mini è da sempre sinonimo di agilità, divertimento e stile. Quando si parla di
John Cooper Works, il marchio porta all’estremo la sua anima sportiva, trasformando la piccola inglese in una vera hot hatch da intenditori. O almeno, questo è quello a cui ci ha sempre abituato il Brand anglo-tedesco, fin dalla prima generazione, “rinata” nel 2001. Tolte le versioni GP, le JCW hanno sempre "suonato" bene, divertito e coinvolto il guidatore.
Vediamo se anche quest’ultima generazione è ancora in grado di farlo. Ecco com’è e come va la Mini 3 porte JCW nel nostro test drive, ma prima capiamo quanto costa.
Prezzi e versioni
La gamma di questa ultima Mini lanciata parte da 27.900 euro, mentre al top della gamma troviamo la JCW che un listino di partenza da 39.900 euro.
La versione da noi provata, con il colore Midnight Black II, i cerchi in lega da 18" John Cooper Works Lap Spoke (1.200 euro), il tetto panoramico in vetro (1.100 euro), il pack XL, che comprende Driving Assistant Plus, Mini Navigation AR, Parking Assistant Plus , regolazione elettrica sedili anteriori con funzione memory (sedile di guida), sedile attivo per guidatore e telecamera interna (2.080 euro), arriva a costare circa 44.000 euro.
Troppi? Considerando che la Mini GP, canto del cigno della scorsa generazione, costava 45.900 euro, ma con 300 CV e in edizione limitata, possiamo sicuramente notare, che l’aumento dei prezzi in questi anni ha colpito ancora.
Design esterni: è sempre bella
Fin dal primo sguardo, la JCW non lascia dubbi sulla sua natura. Il frontale si distingue per la calandra maggiorata e le prese d’aria dedicate al raffreddamento (anche se manca la tipica presa centrale che ha sempre caratterizzato tutti modelli, dalle “Cooper S” in su), mentre i dettagli rossi sottolineano l’appartenenza alla famiglia sportiva. I fari anteriori e posteriori a LED personalizzabili rafforzano il carattere della vettura, permettendo di modificare la firma luminosa direttamente dall’infotainment con diverse configurazioni disponibili.
Il profilo è compatto, muscoloso, con i bei cerchi da 18 pollici che riempiono perfettamente i passaruota. Dietro, spicca lo spoiler ben integrato con il resto della carrozzeria e la soluzione inedita che richiama le Mini d’epoca con il singolo scarico centrale. A quanto pare, però, i tecnici di Mini hanno decretato che un secondo scarico fosse necessario e quindi lo hanno nascosto sotto il lato sinistro del paraurti, peraltro scarico dotato di valvola che si apre in configurazione JCW.
Interni: scelte originali, per tecnologia e personalità
L’abitacolo mantiene lo stile anticonformista tipico di Mini, con la grande novità del display OLED circolare al centro della plancia. Qui sono confluite la maggior parte delle funzioni, dall’infotainment alle impostazioni di guida. Supporta Apple CarPlay e Android Auto wireless, con un’interfaccia intuitiva e rapida.
Il volante, dalla tipica corona spessa, è impreziosito da comandi ben disposti, mentre i sedili sportivi avvolgenti bilanciano comfort e contenimento laterale, oltre a offrire anche una dotazione inedita, ovvero la funzione massaggio. Dietro, come sempre, lo spazio è limitato: due posti d’emergenza più adatti a bambini che ad adulti, ma se non si fanno viaggi lunghi stanno bene anche due persone che non sono “spilungone”. Nel complesso, però, l’ambiente restituisce un’atmosfera racing moderna, con dettagli rossi e neri tipici della linea JCW.
Belli e originali anche gli inserti in tessuto e l’illuminazione notturna rimane scenografica, anche se utilizza un bel trucchetto: da dietro lo schermo dell’infotainment viene proiettata la luce, che crea tutto sommato una bella atmosfera.
Note negative? Anche lo spazio per i bagagli è piuttosto risicato (210 litri), ma soprattutto la strumentazione dedicata al guidatore, fondamentale quando si guida un’auto sportiva, è sostituita dall’Head Up Display, che nel complesso è ben realizzato, ma la scelta di proiettarlo sul vetrino a scomparsa e non direttamente sul parabrezza ha un po’ un sapore “antiquato”.
Dall’altro lato della medaglia, invece, la Mini è cresciuta molto in termini di dotazione da vettura premium. Dalla spartanità volontaria dei modelli precedenti, oggi la qualità e le funzioni dei sedili, la dotazione tecnologica presente e di sicurezza, sono ampiamente paragonabili a quelle della cugina (più costosa) BMW Serie 1.
Alla guida: il cuore della Mini JCW
Sotto il cofano pulsa il 2.0 turbo a quattro cilindri trasversale che ormai conosciamo bene dalla scorsa generazione. Questo, infatti, continua a erogare 231 CV, con una coppia che sale 380 Nm (+45 Nm rispetto alla versione precedente). La potenza viene scaricata interamente sull’asse anteriore attraverso un cambio automatico doppia frizione a 7 rapporti, l’unica opzione disponibile: l’assenza del manuale resta una nota dolente per i puristi.
Prestazioni
- 0-100 km/h in 6,1 secondi con launch control
- Velocità massima 250 km/h (limitata elettronicamente)
- Peso contenuto in circa 1.380 kg, che garantisce agilità e reattività
La risposta del motore è immediata, con un sound pieno e coinvolgente arricchito da soffi del turbo e qualche scoppiettio allo scarico. Bisogna specificare che alcuni effetti sonori sono amplificati artificialmente dagli altoparlanti, un dettaglio che in molti non apprezzeranno, sempre più comuni nelle auto sportive di oggi. Ovviamente, si può disattivare, eliminando ogni rumore superfluo, se non quelli reali. Il risultato è un sound che di generazione in generazione perde sempre più cattiveria e sempre più note scoppiettanti e questo è un vero peccato per i fedelissimi del brand.
Basta tirare giù il finestrino, però, che il suono sorprendente non arriva dallo scarico, ma dal bel fischio del turbo, molto piacevole e coinvolgente, ma con un abitacolo ben insonorizzato non si sente a finestrini chiusi.
Sempre parlando di erogazione de motore, è molto simpatica e giocosa la possibilità di tenere premuto il paddle sinistro per avere il boost, la massima potenza per 10 secondi. Un’idea carina, come lo è la scelta delle varie modalità di guida con questi nomi particolari e grafiche dedicate, anche se a volte la semplicità di un green, mid e sport avrebbe reso più intuitive le cose.
Su strada
Il telaio rimane fedele all’impostazione Mini: corto passo, carreggiate larghe e assetto rigido. La rigidità delle sospensioni si paga in termini di comfort, con un assorbimento ridotto delle sconnessioni, ma la ricompensa arriva appena la strada si fa tortuosa.
La JCW mostra una direzionalità impressionante: entra in curva con rapidità, si lascia guidare con il gas e, in rilascio, il retrotreno diventa sorprendentemente collaborativo. La mancanza di un differenziale autobloccante si fa sentire in uscita dalle curve più strette, con il volante che trasmette le reazioni della coppia. Lo sterzo è sempre pesante in ogni modalità di guida, forse troppo nella guida cittadina, ma ben presente e piacevole quando si va più forte.
Forse nel complesso è un po’ meno “go kart” di una volta, ma si fa sempre più seria da guidare e questo alla fine non è così male. La giocosità è rimasta più all’apparenza che alla sostanza.
Il cambio automatico doppia frizione a 7 rapporti è rapido e preciso, soprattutto quando lo si lascia lavorare da “solo”. Quando si scelgono i paddle al volante sorge qualche piccola incertezza in più, ma nel complesso non si può dire che sia lento.
Vita quotidiana
La nuova JCW non hai mai avuto così tante tecnologie di assistenza alla guida mutuate da BMW: cruise control adattivo, mantenimento di corsia e monitoraggio angoli ciechi rendono più rilassanti anche i viaggi in autostrada. In città, i tanti sensori e telecamere aiutano a parcheggiare un’auto già compatta e snella nel traffico cittadino, in grado di scattare in fretta al semaforo e cavarsi d’impaccio in sorpassi veloci e indolori. Certo, dall’altra parte si paga uno scarso assorbimento delle buche, quindi occhio a premere il gas sulle strade dissestate.
Anche sul fronte dei consumi durante il nostro test drive non siamo stati così distanti dal dato dichiarato (WLTP 6,5 -6,8 l/100 km). Certo se ci facciamo prendere dai 231 CV il dato si alza in maniera inesorabile, ma se riusciamo a guidare con un piede mediamente delicato si riesce a ottenere un consumo medio di 8 litri per 100 km, non male considerando le potenza in ballo.
La Mini JCW non è l’auto più comoda, né la più razionale del segmento, eppure conserva intatto quel carattere unico che la rende irresistibile per gli appassionati. È piccola, aggressiva, ma potrebbe esserlo ancora di più, qualche scelta che non convince, un design che divide, ma non lascia indifferenti, e una dinamica che mette il sorriso.
Il suo grande limite è ovviamente il prezzo, soprattutto se si considera che a poche migliaia di euro in più si trova una competitor come la GR Yaris, che tra usato e nuovo combatte con lei su tutti i fronti. Tu quale sceglieresti?
PRO
- Si guida bene
- Ha sempre un gran fascino
- La dotazione tecnologica e di sicurezza è al top
CONTRO
- Il prezzo è sempre più salato
- Ha perso un po' di cattiveria e giocosità di un tempo
- Non suona più come una volta