Non capita spesso di poter mettere alla prova automobili storiche affiancate alla loro reincarnazione moderna. Opel, però, in occasione del lancio della Corsa 40 Years che celebra i 40 anni di storia del modello ha fatto proprio questo. Nella sua storica sede di Russelsheim, infatti, ha preparato insieme alla nuova Corsa 40 Years almeno un esemplare per tutte le sei generazioni. Tra tutte le serie, però, a rubare la nostra attenzione è stata la prima Hot Hatch della Casa, la Opel Corsa GSi.
La star della giornata è per noi stata infatti una immacolata Opel Corsa A GSi 1.6 8v, la prima Hot Corsa della Casa del Fulmine. Dotata di 100 CV, di un’estetica aggressiva e di una meccanica pensata per emozionale, Opel Corsa GSi ha stupito per la connessione di guida e il carattere di cui è dotata. Ma come si guida una Hot Hatch di oltre 30 anni fa senza servosterzo, climatizzatore e con 100 CV veri? Scopriamolo in questo retro-contatto di Opel Corsa A GSi.
In occasione del lancio della nuova Opel Corsa 40 Years, la Casa di Russelsheim ha preparato una piccola sorpresa. Nel piazzale di fronte alla sede centrale della Casa, infatti, abbiamo trovato almeno un esemplare di ogni generazione della mitica Corsa. Dalla prima Corsa A fino alla Corsa E, l’ultima prodotta da General Motors, passando per l’attuale Corsa F, la prima elettrica e prodotta dopo l’ingresso nella galassia Stellantis, abbiamo potuto vedere l’evoluzione di uno dei modelli più amati della Casa del Blitz.
Abbiamo provato nello specifico su un breve tragitto una Corsa A del 1983, secondo anno di produzione, con motore 1.0 a carburatori, e la successiva Corsa B con un particolare allestimento 2000 Edition e motore 1.2 16v. La più speciale è stata però, ovviamente, la sportiva Opel Corsa GSi. Ma da dove arriva il successo di Corsa? Per capirlo bisogna fare un passo indietro, e capire quando e come è nata la prima generazione dell’utilitaria tedesca.
Alla fine degli anni ’70, le utilitarie da città stanno conquistando le preferenze degli automobilisti europei. Queste vetture, che oggi chiameremmo di Segmento B, erano in grado di offrire un’usabilità cittadina simile alle vetture più piccole e più vendute, ma con un’usabilità decisamente maggiore. Tra spazio a bordo, prestazioni e versatilità, queste vetture stavano soppiantando le amatissime FIAT 500, VW Maggiolino e Citroen 2CV, fino ad allora mattatrici del mercato. Il pregio più grande di queste nuove utilitarie era la capacità di offrire più spazio, più versatilità e prestazioni migliori ad un prezzo ancora molto contenuto.
Opel, però, arrivò in questo segmento un po’ in ritardo. La prima utilitaria moderna universalmente riconosciuta come tale fu la FIAT 127, lanciata nel 1971. Dopo la capostipite, poi, sono arrivati sul mercato altri grandi successi come Renault 5, Volkswagen Polo e Ford Fiesta, lanciate rispettivamente nel 1972, 1975 e 1976. Opel, invece, non era convinta di questo nuovo segmento. Per sondare il terreno, Opel aveva proposto una versione a due volumi della sua Kadett, la Kadett City, che però riscosse poco successo. L’insuccesso della Kadett City e la continua crescita delle utilitarie portò General Motors (dagli anni ’30 proprietaria del brand tedesco) a deliberare la creazione di un’auto rivale dei modelli allora più venduti d’Europa, 127 e Fiesta in primis.
Nacque così nel 1982 la Opel Corsa A, la prima generazione dell’utilitaria tedesca. Come per la Fiesta, lanciata nel 1976, anche Opel scelse la Spagna per costruire la sua nuova utilitaria. Nella Spagna appena uscita dal periodo franchista, il costo del lavoro era basso, e il Governo spagnolo proponeva grandi agevolazioni per le grandi aziende straniere. In più, i lavoratori iberici erano capaci e ben formati. Per questo, il 30 agosto 1982 Opel iniziò la produzione di Corsa nello stabilimento di Figueruelas, vicino Saragozza.
L’investimento fu ingente: General Motors investì ben 3000 miliardi di vecchie lire per il progetto della nuova Corsa, realizzata su una piattaforma completamente nuova. La base è un pianale a trazione anteriore con un importante trattamento anticorrosione, che sarà utilizzato poi su altri modelli del Gruppo GM. Al lancio, la Corsa venne apprezzata per uno stile moderno, interni molto spartani ma semplici e spaziosi e per una meccanica ben realizzata e affidabile.
Al lancio, i tre motori disponibili erano tutti a carburatore e a 4 cilindri. Alla base c’era un 1.0 ad aste e bilancieri da 45 CV, seguito da un 1.2 da 55 CV monoalbero. Al top di gamma c’era infine un 1.3 da 70 CV. Il 1.3 era l’unico con cambio manuale a 5 marce, che per le 1.0 e 1.2 era ancora a 4 marce. Corsa offriva di serie l’alloggiamento per l’autoradio, le bocchette d’aerazione ma pochissimi fronzoli, tra cui non era neanche compreso il contagiri. Le prime 1.0 e 1.2 avevano anche la leva dell’aria, ormai sostituita su diverse rivali da un sistema di gestione automatica del minimo.
Nonostante la sua semplicità forse fin troppo ostentata, Opel Corsa conquistò il mercato. Grazie allo stile, a finiture molto curate, ad un’ottima robustezza e a una guidabilità agile e disinvolta, Corsa diventò la rivale numero uno della vendutissima Ford Fiesta. Alla fine del 1983, primo anno di produzione completo, Opel produsse oltre 220.000 Corsa, che diventarono 500.000 nel corso del 1984. Nel settembre del 1986, Opel produsse la milionesima Corsa, e il successo continuò a crescere.
Dopo il lancio, nel 1974, della Volkswagen Golf GTI e della Renault 5 Alpine, gli anni ’70 e ’80 videro l’esplosione del fenomeno delle Hot Hatch. Piccole compatte dotate di motori potenti, assetti ribassati e pensate per divertire tra le curve. Opel lanciò già nel 1985 la Opel Corsa GT, dotata del 1.3 da 70 CV e pensata per offrire un’auto sportiva e dinamica, ma senza esagerare. Dopo il primo restyling del 1987, però, Opel decise che era il momento di lanciare una versione veramente sportiva.
La rivale di sempre Fiesta aveva presentato, nel 1981, la sportiva XR2, che con soli 83 CV aveva prestazioni di tutto rispetto, a cui aveva poi dato seguito la XR2 su base Fiesta Mk2, dotata di ben 94 CV. Opel, quindi, non voleva essere da meno alla “conterranea” (anche Ford costruiva la Fiesta in Spagna, a Valencia, oltre che in UK e Germania). Per questo, nel 1987 la Casa di Russelsheim lanciò la sua prima Hot Hatch, la Opel Corsa GSi. A livello di meccanica Opel Corsa GSi montava un motore 1.6 litri quattro cilindri aspirato monoalbero in testa con iniezione Bosch LE Jetronic a controllo elettronico. Il 1.6 è dotato di 100 CV tondi e di 135 Nm di coppia, con una potenza erogata a ben 5.600 giri. Il cambio è un manuale a 5 marce, e la trazione è ovviamente anteriore.
La potenza era di tutto rispetto per l’epoca, ma non faceva girare la testa. La Golf GTI coeva aveva oltre 115 CV, la Uno Turbo 105 CV e tanta coppia grazie al boost della turbina. I 100 CV di Corsa potevano sembrare pochi, ma dalla sua c’era un vantaggio inestimabile: il peso. Se infatti la versione catalizzata, lanciata nel 1989, sfiorava i 900 kg, la Opel Corsa GSi senza catalizzatore ferma la bilancia a soli 830 kg. Un peso piuma. A livello estetico, poi, Opel Corsa GSi aveva quel giusto livello di “ignoranza” che piaceva al pubblico dell’epoca, ma senza sfociare nell’esagerazione. La GSi sfoggiava una calandra completamente diversa, che sfoggiava il logo GSI al centro e non il Blitz Opel, spostato in cima al cofano. Non mancano poi minigonne, spoiler anteriori e posteriori e anche verniciature emozionali, come il mitico rosso pastello.
Dietro, una fascia nera univa i proiettori con la targa al centro, e non mancava il logo Corsa GSi. All’interno, invece, troviamo una strumentazione dotata di contagiri, manometro e voltmetro, mentre i sedili sportivi avvolgenti sono realizzati con un tessuto specifico. Niente clima, niente servosterzo e niente ABS: solo un volante a tre razze sportivo e bello da impugnare, un cambio manuale e una Opel Corsa GSi pronta a far divertire.
Ora sappiamo tutto della piccola Hot Hatch di Russelsheim. Manca solo la domanda più importante: come si guida la Opel Corsa GSi? Mettersi alla guida di un’auto di oltre 30 anni fa è sempre un’emozione particolare. Rispetto alla Corsa 1.0 che abbiamo guidato prima di lei, ancora dotata di carburatori e dell’aria da tirare, Corsa GSi appare subito come più moderna. Si accende con mezzo giro di chiave, ha anche l’autoradio e tutti gli strumenti a cui siamo abituati. Anzi, a livello di strumentazione è persino più esaustiva di alcune compatte odierne, che neanche restituiscono la temperatura dell’acqua.
Appena si mette la prima, però, ci si rende conto di come le auto, una volta, fossero ben più “loquaci”. La frizione ha la sua corsa molto particolare, il cambio fa sentire gli innesti, lo sterzo non servoassistito è molto rigido e già da fermi si possono sentire le irregolarità dell’asfalto e il motore si fa sentire molto nell’abitacolo. Togliamo però questa coperta di nostalgia e sensazioni perdute, che possono far perdere di vista le vere capacità della vettura. Perché Opel Corsa GSi è ovviamente figlia del suo tempo, ma non può essere giudicata esclusivamente come “vettura d’epoca”.
Dopo i primi metri di apprendistato, si rimane stupiti dall’incredibile reattività del motore. Sulla carta, il 1.6 aspirato da 100 CV restituisce uno 0-100 km/h di 9,5 secondi, superiore a tantissime moderne utilitarie con motori tre cilindri turbo. Rispetto alle nuove compatte così ovattate, capaci e stabili, però, Opel Corsa GSi stupisce per le sensazioni che è in grado di dare. Lo sterzo, tanto duro e molto difficile da operare da fermo per chi è nato automobilisticamente parlando con il servosterzo, in marcia stupisce per il feedback. Non è il più preciso o più diretto comando degli anni ’80, ma convince per la capacità che ha di farti sentire l’abrasività dell’asfalto, il livello di grip delle gomme e ciò che succede lì davanti.
L’assetto è poi rigido, ma ha un rollio contenuto che serve per capire i limiti dell’auto, soprattutto quando non ci sono ESP e TCS a salvarti. Passando ai freni, l’impianto misto dischi davanti-tamburi dietro non ha la potenza e soprattutto la prontezza delle auto di oggi. Bisogna schiacciare a lungo il pedale, ma complice il peso piuma i freni sono più vigorosi di quanto potessi aspettarmi. Il telaio, poi, non è a livello delle auto moderne, dove anche con una Segmento A moderna si possono fare curve a velocità ben più alte. Ma ciò che fa innamorare non sono questi parametri oggettivi come la rigidità del telaio o la potenza dei freni, quanto le sensazioni che è in grado di dare. Il 1.6 aspirato ha un carattere davvero tosto: è estremamente pronto appena si schiaccia il gas, come solo un motore aspirato con acceleratore a cavo sa essere.
La spinta è poi molto generosa fin dai bassi giri, grazie al peso piuma e alla potenza ragguardevole per l’epoca. Fare un punta-tacco con un motore così è un piacere, e regala un passo davvero spedito ad un’auto che non è esageratamente sportiva o rigida. Opel Corsa GSi non è mai stata pensata come una Hot Hatch spacca schiena, ma una sportiva da usare tutti i giorni, come la connazionale Golf GTI. L’estetica “tamarra” e la grande personalità, però, rendono Corsa GSi un oggetto emozionante ancora oggi. Tra le poche curve che abbiamo potuto fare con lei, ci si rende conto di come le Hot Hatch anni ’80 fossero meno capaci e competenti, meno veloci e precise delle controparti odierne, ormai veloci come vere sportive.
La loro voluta imprecisione, il feeling della meccanica, delle vibrazioni e del sound rendono però guidare un’auto di questa generazione così viscerali ed emozionanti. E nel suo piccolo, Opel Corsa GSi sa brillare. Rispetto ad altre rivali, ha un assetto più stabile e meno sovrasterzo in rilascio. Ha un’indole pacata e stabile, mai esagerata. Se guidata con precisione e un pizzico di aggressività, però, sa dare tanti sorrisi, ed emozionare come mai ci si sarebbe aspettati da una Opel di quasi 35 anni fa da 100 CV scarsi.
Non era la più ambita del lotto, e non è passata alla storia come una delle migliori Hot Hatch della sua epoca. Oggi, però, la Corsa GSi è pronta a prendersi la sua rivincita. Il motore che spinge tanto pur consentendo una ottima guidabilità cittadina, la qualità costruttiva e un carattere estremamente divertente tra le curve rendono Opel Corsa A GSi una piccola gemma sconosciuta al grande pubblico, distratto dai riflettori puntati su Uno Turbo, Golf GTI Renault 5 Turbo. Guidare oggi un’auto da poco più di 800 kg è una boccata d’aria fresca, immersi come siamo in auto sempre più pesanti e stabili. Certo, alle alte velocità la Corsa -e 40 Years con cui siamo arrivati a Russelsheim è più veloce. Ma in quanto a piacere di guida, la piccola tedesca è una piccola gemma nascosta.
Opel Corsa GSi mi ha convinto. Opel è stata in grado di creare diverse Hot Hatch degne di nota, dalla poco successiva Opel Astra GSi alle moderne Corsa OPC, senza dimenticare la eccellente Calibra. Non mi aspettavo, però, di trovare un’auto così divertente e capace alla prima compatta sportiva del reparto GSi. Opel Corsa GSi non è sulla bocca degli appassionati, forse per la sua potenza ridotta o forse per un posizionamento, all’epoca, inferiore alle più note piccole bombe. Nel 1990, infatti, per portarsi a casa una Opel Corsa GSi servivano poco meno di 15.000.000 di vecchie lire, circa 15.000 euro odierni. Un prezzo più basso di Uno Turbo e Renault 5 Turbo, per una Hot Hatch che a livello di potenza sembrava “tiepida”, ma che con un peso piuma sapeva dare del filo da torcere alle più vendute.
Torniamo però ai giorni nostri: quanto costa Opel Corsa GSi oggi? Come succede per le vetture di quell’epoca, non sono tanti gli esemplari di Corsa GSi rimasti. Complice un successo che in Italia fu inferiore rispetto ad altri Paesi, trovare una Opel Corsa A GSi non è facilissimo. I prezzi, però, non hanno ancora raggiunto l’inflazione pazza delle dirette rivali. Per una Opel Corsa GSi prima serie si parte da 5.000 euro per esemplari da restaurare. Si passa a 6.500 euro per vetture in buone condizioni, per arrivare ai 7.500/8.000 euro di Corsa GSi perfette. Tanti soldi per una utilitaria di oltre 30 anni, certo, ma rispetto alle rivali del tempo è un piccolo affare. Il prezzo è superiore alle GSi dei primi anni ’00 su base Corsa D. Il divertimento, però, non ha paragoni.
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