Non c’è due senza tre. Dopo XC90 e XC60, Volvo attacca il mercato dei SUV compatti, il più richiesto, con la nuova XC40, una debuttante che prende tutto il know how dalle sorelle maggiori, ma propone dimensioni ridotte, un design fedele e nuovo al tempo stesso e quell’aria premium che le permette di affrontare la fascia alta del mercato.
Nata sulla piattaforma modulare CMA, progettata per accogliere i nuovi modelli della Serie 40, dal 2019 permetterà, come già annunciato, di dare spazio al sistema ibrido della Casa svedese.
Noi l’abbiamo provata in anteprima per scoprirne pregi e difetti. Ecco come va la nuova Volvo XC40 nel nostro primo contatto.
La matita dei designer Volvo è partita da un foglio bianco, ma è innegabile che gli stilemi tipici del Marchio siano stati riportati in maniera fedele sul nuovo SUV compatto. Grazie alla lunghezza di 4,42 metri (26 cm in meno della XC60), l’XC40 si propone anche come urban crossover, in grado di affrontare con agilità il traffico cittadino.
Giovanile e semplice il design, propone fari full LED con quelli diurni che richiamano il classico “Martello di Thor”. Nella vista laterale si nota la linea di cintura alta e il tetto basso, con ruote di dimensioni generose (si arriva fino a 20 pollici) a impreziosire le fiancate. Molto caratteristico il muscoloso passaruota posteriore che coinvolge il disegno dei gruppi ottici.
Il lato B scende in maniera abbastanza repentina con l’attenzione che viene totalmente catalizzata dai fari, che si sviluppano sia in verticale, sia in orizzontale, ma si differenziano da quelli degli altri due SUV in gamma.
Decine di possibili combinazioni tra esterni e interni permettono di scegliere una personalizzazione a 360°, attraverso l’opportunità di scegliere colori a contrasto per il tetto e utilizzare materiali diversi per gli interni.
Il design è padrone anche nell’abitacolo e anche qui le linee sono semplici e pulite, con diversi materiali, principalmente di qualità e morbidi, che si alternano in un gioco di colori e consistenze.
Nonostante questa unione tra plastiche e metalli, gli interni sono ordinati, ogni cosa trova il suo posto e i tasti fisici sono ridotti all’osso, circa 25 divisi tra volante e plancia. A ridurre la quantità di pulsanti ci hanno pensato la strumentazione digitale da 12 pollici e il sistema di infotainment ben collaudato da 9,5 pollici, sviluppato in verticale come un tablet.
Lo spazio non manca di certo, soprattutto nei vani portiera e sul tunnel centrale, con una piccolissima leva del cambio che non ingombra e con un piccolo “cestino” dedicato proprio alle classiche cartacce che rimangono vaganti nell’abitacolo. Il cassetto davanti al passeggero è un po’ più piccolo di quanto ci aspettassimo, in compenso il cellulare ha il suo alloggiamento dedicato sul tunnel, con ricarica wireless inclusa.
I passeggeri della seconda fila stanno molto comodi in due, senza sacrificare un bagagliaio che, in configurazione 5 posti, ha una capienza di 460 litri, che arriva fino a 1.336 abbassando gli schienali. Interessante il divisore al centro del vano bagagli, che permette di organizzare al meglio i propri oggetti.
Due le motorizzazioni disponibili al lancio: i Drive-E quattro cilindri D4 diesel 2.0 da 190 CV e il T5 benzina 2.0 da 247 CV, entrambi con trazione integrale. Altri propulsori, incluse una versione ibrida e una variante tutta elettrica, verranno introdotti in un secondo momento. La XC40 sarà inoltre il primo modello Volvo disponibile con il nuovo motore tre cilindri T3 1.5 da 156 CV e con il D3 da 150 CV che arriverà in estate.
Abbiamo scelto di provare la Volvo XC40 dotata del propulsore 2.0 turbodiesel da 190 CV, abbinato al cambio Geartronic, l’automatico a 8 rapporti, e alla trazione integrale. Con questa combinazione la Volvo XC40 accelera da 0 a 100 km/h in 7,9 secondi e raggiunge la velocità massima di 210 km/h.
Non male l’allungo di questo quattro cilindri, con i 190 cavalli che spingono bene l’XC40, grazie anche ai 400 Nm di coppia. Attraverso le modalità di guida (Eco, Comfort e Dynamic, oltra a quella personalizzabile) il cambio automatico, azionato dalla singolare leva, cambia faccia, così come lo sterzo, che però rimane sempre un po’ troppo leggero e demoltiplicato. Quest’ultimo è garanzia di grande comfort, ma perde qualche punto dal lato della sportività.
Bene il cambio, che si dimostra sempre abbastanza rapido e intuitivo; insieme a un’ottima taratura dell’assetto, della giusta morbidezza per assorbire buche e avvallamenti, ma non tanto da far soffrire i passeggeri di “mal di mare”. Insomma, questa XC40 predilige la guida rilassata, garantisce consumi pari a circa 5 l/100 km e anche in autostrada regala soddisfazioni, grazie a un’insonorizzazione impeccabile, nonostante fuori il diesel, invece, si faccia sentire.
Sul fronte della sicurezza Volvo rappresenta una garanzia. Se quella passiva è assicurata da una struttura innovativa, quella attiva parte dal Pilot Assist (guida semi-autonoma) e arriva al City Safety, passando per Road Protection & Mitigation, a tutela degli occupanti in caso di uscite di carreggiata, e Cross Traffica Alert con assistenza alla frenata e telecamera a 360° per facilitare le manovre di parcheggio in spazi limitati.
Basata su 5 allestimenti (oltre all’entry level, Business, Momentum, R-Design e Inscription), la nuova Volvo XC40 propone un allestimento di serie, quello della “entry level”, che comprende Sistema audio Sensus Connect con Performance Sound, Volvo On Call con Car Sharing, Cruise Control, Hill Descent Control, Keyless Drive, Quadro strumenti digitale da 12,3 pollici, clima manuale, City Safety e tanti altri dispositivi di sicurezza.
Si parte dal prezzo di 31.200 euro per la T3 da 156 CV e arriva ai 47.220 euro della T5 AWD Geartronic in allestimento Inscription. La gamma diesel, invece, parte da 33.350 euro per la D3 e arriva a 46.250 euro della D5 AWD Geartronic Inscription.
Con l’XC40 arriva anche Care by Volvo che, con un canone mensile di 699 euro per 24 mesi (per D4 e T5), si ha la possibilità di utilizzare la vettura con chilometri limitati (15.000 annui) e con una serie di servizi abbinati. Un prodotto in continua evoluzione che segna un primo passo verso il sorpasso del concetto di proprietà, con un piede già verso il mondo dello sharing.
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