Prove su strada

Kia Sportage 2.0 CRDi Mild hybrid | Prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

La Kia Sportage si rinnova con il restyling della quarta generazione attraverso elementi inediti sia a livello estetico sia sotto il cofano. Se invece parliamo di motorizzazioni ecco spuntare la versione inedita: il propulsore Diesel mild hybrid con sistema elettrico a 48V, che abbiamo voluto subito testare.

Design: un lifting leggero

Già l’evoluzione estetica della quarta generazione di Sportage, nel 2015 è stata frutto del lavoro condotto dal Centro Stile europeo Kia di Francoforte, in collaborazione con gli altri centri di Namyang in Corea e di Irvine in California. Il risultato è stato uno Sportage “coraggioso”, capace di cambiare rispetto alla precedente generazione, che aveva segnato la grande consacrazione a best seller del modello. Ora però, nel restyling di metà carriera è stato necessario dare una “rinfrescata generale”, in modo da mantenere lo stile sempre attuale, senza cambiare le dimensioni complessive: lunghezza 4.495 mm, larghezza e di altezza rispettivamente 1.635 mm e 1.855 mm.

Le modifiche introdotte vedono una nuova calandra tiger nose, più arrotondata, nuovi skid plate davanti e dietro, e un design di entrambi i gruppi ottici rinnovato, esclusivamente dalla firma luminosa a LED. Disponibili ora i full LED e i fendinebbia a led “ice-cubes”, della versione GT Line, quella da noi provata, che è stata leggermente modificata, con un paraurti anteriore ridisegnato, i nuovi alloggiamenti per i fendinebbia e gli inserti nero lucido, o cromati, che raccordano la presa d’aria inferiore e il doppio scarico cromato.

Le plastiche superiori sono morbide, quelle inferiori meno. Ovunque si guardi però la qualità degli assemblaggi è buona ed esente da scricchiolii.

L’abitacolo propone un nuovo volante e un quadro strumenti aggiornato, con le versioni GT Line che lasciano la scelta tra sedili in tessuto bicolore (di serie), pelle con inediti accostamenti cromatici  o pelle nera con cuciture in rosso in opzione. Molto scenografici e anche contenitivi quanto basta.

La plancia propone una buona qualità complessiva, con plastiche morbide in tutta la parte superiore, lasciando alla parte più nascosta quelle rigide, ma comunque presenti. Il volante dalla corona sottile non piace: non è troppo prensile. I comandi inferiori del clima e quelli superiori della radio sono molto simili tra loro e per questo è facile confondersi sulle prime. Chiara invece l’evoluzione del Kia AVN (Audio-Visual Navigation) si presenta con un’estetica moderna al centro della plancia e dispone a scelta di uno schermo touch screen da 7 pollici o del nuovo schermo da 8 pollici “frameless” sospeso, da cui si può mirare l’immagine della telecamera posteriore. Sono disponibili i sistemi di mirroring Apple Car Play ed Android Auto e la radio DAB. Il sistema audio è JBL: alta qualità. A integrazione del sistema di navigazione è presente il Kia Connected con i dati aggiornati sul traffico TomTom, le previsioni meteo e le indicazioni della presenza di controlli di velocità.

Il passo di 2.670 mm offre molto spazio per i passeggeri, sia davanti sia dietro, non manca neppure al livello della testa e delle spalle. Anche in cinque si sta bene posteriormente. La capacità di carico si conferma buona come sulla precedente versione, con il baule che varia da 439 litri (467 se si esclude la motorizzazione Mild Hybrid, che necessita di batteria al litio da 48V sotto il piano di carico) a un massimo di 1.469 litri.

Alla guida della nuova Kia Sportage 2.0 CRDi Mild Hybrid: comfort e brio al punto giusto

La novità principale sotto il cofano è rappresentata dalla presenza del Mild Hybrid (qui approfondiamo l’argomento) abbinato al motore 2.0 Diesel.

Questo sistema permette di erogare 185 CV e 400 Nm di coppia, provenienti per la maggior parte dall’unità termica, ma supportati da un alternatore 48V. Esso “aiuta” il motore a gasolio nelle fasi di accelerazione, ricaricando “energia” in frenata. Si genera una spinta più che adeguata per la tipologia di vettura. I consumi però non sono così bassi come il dichiarato. Parliamo di 12 km al litro, con un’autonomia limitata poiché il serbatoio della versione MHEV è ridotto a “soli” 55 litri. Pertanto l’autonomia totale risulta di poco superiore ai 650 km.

L’andatura brillante le si addice, inoltre confort e silenziosità non mancano. L’assetto “irrigidito” della versione GT Line non pregiudica l’assorbimento delle asperità.

Il nuovo propulsore è abbinato solamente al nuovo cambio automatico 8 rapporti con convertitore di coppia, che non è affatto male per confort, se non si pretende una guida sportiva. Piacevoli le palette solidali al volante, che donano un buon feedback, mentre la leva ha i movimenti “+” e “–” in posizioni che non seguono i criteri della biomeccanica. Quando si richiede potenza in ripresa, basta inserire la modalità “sport”: la scalata è veloce e i 400 Nm di coppia garantiscono un bel brio. I 49 kg di peso in più dovuti a batteria e motore elettrico praticamente non si sentono, con la Sportage riprende bene, con un allungo buono per un turbodiesel. 

Su strada il comportamento della Sportage è quello tipico di un SUV “spigliato”, con un rollio abbastanza contenuto: nel complesso il piacere di guida non è compromesso in nessuna situazione, anzi risulta piacevole da guidare, grazie alla buona elasticità e ben si integra con il cambio fluido e soffice.

A velocità autostradali emergono dei fruscii generati dai grossi specchietti e dai passaruota poco “silenziati”. Si fatica invece a percepire il rumore del propulsore, segno che l’insonorizzazione del vano motore è stata curata a dovere. A 130 km/h si “veleggia” a 2.000 giri, con un consumo di circa 12,5 km/l. 

Con la trazione integrale, si aggiunge la possibilità di bloccare il differenziale centrale, che permette di affrontare diversi terreni, per un utilizzo a tutto tondo, ma non estremo: alla fine sempre di suv si tratta. Confermate sospensioni e assetto della precedente versione, nella versione GT Line, da noi provata, le sospensioni hanno caratteristiche leggermente più sportive, ma l’assorbimento delle buche rimane comunque di qualità.

Ibrido MHEV 48volt: la rivincita del diesel?

Oltre al Mild Hybrid sulla Kia Sportage troviamo tanti utili ADAS per rendere la guida più sicura su strada e in offroad, come il blocco del differenziale centrale e il controllo di velocità in discesa.

La Kia Sportage 2.0 CRDi Mild Hybrid dispone dell’ibrido “leggero”, che rende più efficiente la Sportage MHEV, grazie a una batteria da 48 volt che alimenta un motore elettrico da 12 kWh, capace di aiutare il SUV coreano nelle ripartenze e nei frequenti start e stop del traffico cittadino. Senza dimenticare il fatto che, grazie al mild hybrid, la Sportage dovrebbe ottenere l’immatricolazione ibrida (al momento pare non ce l’abbia ancora) che la agevolerà negli ingressi in molte ZTL ambientali e durante i blocchi del traffico, vero spauracchio dei Diesel.

Per la precisione, il sistema Kia Mild Hybrid fornisce potenza elettrica in accelerazione, riducendo così il carico e i consumi del motore diesel e le vibrazioni in partenza, oltre ovviamente alle emissioni. Nella modalità “generatore”, il sistema recupera energia cinetica durante la decelerazione, la frenata e marcia a velocità costante, mentre nelle normali fasi di marcia fornisce potenza al motore termico, utilizzando l’energia accumulata precedentemente. Con la nuova funzione “Moving Stop & Start”, se la batteria del sistema mild hybrid ha un livello di carica sufficiente, il motore diesel si spegne automaticamente durante le decelerazioni, o in fase di frenata, già a partire da 20 km/h. In frenata la rigenerazione si sente appena, ci si accorge dell’attuazione da un leggero rallentamento del veicolo rispetto al “veleggio” normale.

Per quanto riguarda la sicurezza, le tecnologie di assistenza alla guida disponibili sono lo Smart Cruise Control con Stop & Go, l’Around View Monitor per manovre di parcheggio più facili e il Driver Attention Warning, per contrastare la fatica e la disattenzione al volante. A seconda delle versioni ci sono, inoltre, il sistema di assistenza alla frenata d’emergenza con rilevamento pedoni, il Lane Departure Warning System, il Lane Keeping System e gli Auto High Beam.

Prezzo e concorrenti

Il listino prezzi della Kia Sportage si basa su tre allestimenti: Business Class, Energy e GT Line. Disponibili anche due trazioni differenti (anteriore o AWD) e cambi a scelta tra manuale, automatico doppia frizione 7 marce e a convertitore di coppia 8 rapporti per il motore MHEV.

La dotazione di serie prevede di serie i vetri oscurati, i LED diurni, i fendinebbia, i cerchi in lega da 17” Bicolor, volante e pomello cambio in pelle, cruise control, sensori di parcheggio posteriori, clima manuale e Radio 7” Touchscreen con sistema Mirroring.

Motori benzina, diesel, diesel ibrido; cambi manuali, doppia frizione ed automatici a convertitore; trazione anteriore e integrale, insomma ce n’è per tutti i gusti.

Disponibili anche diversi pacchetti che raggruppano gli optional più ambiti, come il Design Pack a 1.500 euro, il Lounge Pack, sempre a 1.500 euro e il Premium Pack, a 2.000 euro.

Il prezzo di partenza della Kia Sportage 2019 è di 24.500 euro per la 1.6 GDi 2WD nell’allestimento Business Class, per arrivare ai 34.500 euro della 1.6 CRDi 136 CV 2WD GT Line. Nella gamma All Wheel Drive, invece, la Kia Sportage propone solo i due allestimenti più alti e parte dal prezzo di 31.750 euro per la 1.6 CRDi 136 CV AWD in allestimento Energy, per arrivare ai 38.500 euro della Kia Sportage MHEV in versione GT Line, quella di questo test.

Come di consueto, anche per Kia Sportage, la Casa coreana propone una garanzia di 7 anni o 150.000 chilometri.

I principali concorrenti, tra versioni MHEV e termici normali, sono: la Hyundai Tucson MHEV, la Mazda Cx-5, il Nissan Qashqai, la Peugeot 3008, la Renault Kadjar, la Toyota Rav4 e il VW Tiguan.

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Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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