Quando passione, memoria e ingegneria si incontrano, nascono automobili che non appartengono solo al presente, ma a un’altra dimensione. È il caso della ErreErre Fuoriserie ForGiotto, un progetto che osa ciò che nessuno aveva mai tentato: dare forma all’auto che Giotto Bizzarrini avrebbe voluto costruire ma non poté mai completare.
Non un restomod. Non un retromod. Una “RetroVision”. Una finestra aperta su ciò che la storia dell’auto avrebbe potuto regalarci se solo ci fosse stato il tempo.
Un sogno incompiuto che prende finalmente la strada
Alla base del progetto c’è un intento semplice e gigantesco allo stesso tempo: riempire un vuoto nella storia dell’automotive, trasformando in metallo, alluminio e V8 una visione rimasta nel cassetto del più romantico e radicale tra gli ingegneri italiani.
Perché Bizzarrini, uomo di poche parole e molti fatti, non scendeva a compromessi. E tra i suoi sogni non realizzati ne esisteva uno in particolare: applicare il concetto “Breadvan” alla sua amata Iso A3/C, esasperandone l’aerodinamica per creare un’arma da velocità ancora più estrema.
Quel sogno, lasciato sospeso negli anni ’60, è stato raccolto da ErreErre Fuoriserie con la collaborazione di Iso Restorations, grazie soprattutto all’esperienza di un uomo che con Bizzarrini ha lavorato davvero: Fabrizio Rossini.
Breadvan: l’aerodinamica che “tagliava l’aria” prima dell’effetto suolo
La ForGiotto non nasce da un esercizio estetico nostalgico, ma dal concetto ingegneristico che rese iconica la Breadvan originale: una coda tronca pensata per disciplinare i flussi d’aria e ridurre la portanza posteriore, quando al posto delle appendici aerodinamiche c’erano solo intuizione e coraggio.
Negli anni in cui Le Mans permetteva velocità superiori ai 300 km/h sul rettilineo dell’Hunaudières, Bizzarrini aveva capito ciò che la maggior parte avrebbe scoperto solo decenni dopo:
la velocità non è solo potenza, è forma.
Il legame umano dietro la ForGiotto
Quello tra Rossini e Bizzarrini non fu un rapporto professionale qualsiasi. Fu un apprendistato quasi “iniziatico”: un ragazzo che per imparare aveva parcheggiato la roulotte davanti alla casa dell’ingegnere, e un Maestro che riconobbe in quella determinazione lo stesso fuoco che lo animava da giovane.
Tra aneddoti, notti in officina e lezioni di vita, Bizzarrini gli confidò il progetto mai realizzato.
Oggi Rossini lo riporta alla luce, non con nostalgia, ma con fedeltà tecnica e poetica.
ForGiotto: quando il design incontra la memoria
Esternamente la vettura è pura scultura aerodinamica:
- frontale affusolato con presa d’aria funzionale
- fiancate pulite e sinuose
- firma ForGiotto sulla carenatura laterale
- coda tronca che sembra disegnata dal vento
- cerchi con gallettone d’epoca
- vernice “Azzurro Nuvola”, elegante e affilata come una lama di luce
Gli interni sono un omaggio alla filosofia racing di Bizzarrini: volante in legno a tre razze, strumentazione analogica, pelle cuoio, plancia in alluminio.
Nulla è superfluo, tutto è autentico.
DNA meccanico: la A3/C che diventa finalmente la sua evoluzione
La base tecnica è la più coerente possibile: la Iso A3/C, esattamente la vettura che Bizzarrini avrebbe voluto trasformare in una “Breadvan estrema”.
Grazie alla collaborazione con Iso Restorations, la ForGiotto può nascere in due modi:
- con telai e ricambi originali Iso (fino a 5 esemplari)
- oppure come vettura costruita ex novo, aggiornata ma fedele allo spirito originario.
Sotto la carrozzeria in alluminio battuto a mano pulsa un cuore V8 americano come ai tempi d’oro:
Chevrolet 327 small block, 5.358 cc, da 300 a oltre 400 CV, carburatore quadricorpo, cambio Borg-Warner a 4 marce.
Con soli 1.200 kg di peso e una forma affilata come un proiettile, la velocità massima supera i 250 km/h.
La produzione? Artigianale, sartoriale, limitatissima. La consegna della prima unità è prevista dopo agosto 2026, con un prezzo base di 690.000 € + IVA, comprensivo della donor car A3/C.
Un progetto che racconta Torino, l’Italia e il futuro del lusso meccanico
La ForGiotto non è solo un’auto. È manifesto di una città che ha fatto la storia dell’automobile e che oggi rinasce attraverso atelier, artigiani e progettisti capaci di creare lusso, competenza e cultura industriale.ù
Il cosiddetto rinascimento torinese dell’auto passa proprio da realtà come ErreErre Fuoriserie, che uniscono tradizione, tecnologia e visione.
Scheda tecnica – ErreErre Fuoriserie ForGiotto
- Motore: V8 Chevrolet “small block” 327 (5.358 cc)
- Potenza: 300–400+ CV
- Alimentazione: Carburatore quadricorpo
- Cambio: 4 marce Borg-Warner, rapporti selezionabili
- Velocità massima: oltre 250 km/h
- Pneumatici: Cerchi da 15”
- Dimensioni: L 4.369 mm – W 1.730 mm – H 1.110 mm – passo 2.450 mm
- Peso: circa 1.200 kg