Le vendite di auto elettriche nel Regno Unito non crescono più come previsto. Dopo un inizio promettente, il mercato ha registrato un preoccupante rallentamento, soprattutto tra i privati. Il governo britannico risponde ora con una mossa chiara: ritornano gli incentivi diretti all’acquisto, fino a 4.300 euro, per rimettere in moto un settore che rischia di non centrare gli obiettivi ambientali prefissati.
Il segnale: l’elettrico rallenta, serve una spinta
Il ritorno degli aiuti economici per chi compra un’auto elettrica non è casuale. Le ultime analisi mostrano un chiaro segnale di stallo nella domanda privata. Se da un lato flotte aziendali e noleggi continuano a crescere, dall’altro le famiglie britanniche esitano sempre più a passare all’elettrico. Il motivo è semplice: costi di listino troppo alti, a fronte di una percezione ancora incerta su autonomia reale, valore residuo e infrastruttura di ricarica.
Fino a 4.300 euro di sconto: chi ne beneficia
Il nuovo programma governativo, valido fino alla fine del 2028 e finanziato con 650 milioni di sterline, prevede fino a 3.750 sterline (circa 4.300 euro) di incentivo per l’acquisto di un’auto elettrica con prezzo di listino fino a 37.000 sterline (circa 42.600 euro). Una misura che riporta al centro le esigenze dei consumatori privati, dopo la decisione del governo conservatore nel 2022 di interrompere i sussidi diretti, puntando solo sull’espansione della rete di ricarica.
Secondo Heidi Alexander, segretaria ai Trasporti, si tratta di una misura necessaria:
“Questo aiuto permetterà alle famiglie di risparmiare e, allo stesso tempo, rafforzerà la nostra industria in un momento decisivo per la transizione energetica”.
L’industria tirava il freno: serviva un segnale
Il comparto automobilistico britannico chiedeva da tempo un intervento. Secondo la SMMT (Society of Motor Manufacturers and Traders), l’assenza di incentivi per i privati stava compromettendo i piani delle case automobilistiche, che devono raggiungere soglie sempre più rigide di vendite elettriche: già nel 2025, almeno il 28% delle auto nuove dovrà essere a zero emissioni, pena multe da 15.000 sterline per ogni veicolo non conforme.
Mike Hawes, direttore generale di SMMT, ha accolto l’iniziativa con entusiasmo:
“È il segnale che aspettavamo: i costruttori da soli non possono reggere il peso della transizione elettrica se i consumatori non sono nelle condizioni di acquistare”.
Tagli e timori: quando la domanda non tiene il passo
Nel 2024, aziende come Ford hanno già iniziato a ridurre la forza lavoro nel Regno Unito — 800 posti tagliati lo scorso novembre. Il motivo? Una domanda stagnante, incapace di tenere il passo con gli investimenti in produzione elettrica. Lisa Brankin, CEO di Ford UK e Irlanda, ha lanciato un allarme chiaro:
“Stiamo investendo miliardi nella transizione, ma i clienti non seguono. Senza incentivi, il rischio è un blocco a catena”.
Infrastruttura: altro nodo cruciale
In parallelo, il governo ha annunciato nuovi fondi per l’espansione della rete di ricarica pubblica, con l’obiettivo di passare dagli attuali 82.000 punti a 300.000 entro il 2030. Il 13 luglio è stato presentato un piano da 63 milioni di sterline (oltre 72 milioni di euro) per facilitare l’accesso alle colonnine, in particolare per i cittadini senza garage o parcheggio privato.
Incentivi per evitare il fallimento della transizione
Il Regno Unito punta con decisione a rilanciare il settore elettrico, proprio nel momento in cui la curva delle vendite si è appiattita. Senza un intervento, il rischio era concreto: fallire gli obiettivi 2030 e lasciare l’industria senza margini per rientrare degli enormi investimenti. Ora, con il ritorno degli incentivi diretti, il governo prova a rimettere in moto la fiducia dei consumatori e a restituire slancio alla mobilità a zero emissioni.