Giugno 2025 segna un momento di svolta per il mercato automobilistico italiano: con 132.191 immatricolazioni, il calo rispetto allo stesso mese del 2024 è del -17,4%, ma non è solo questione di volumi. I numeri raccontano un cambiamento più profondo: nuovi attori avanzano, mentre alcune certezze iniziano a scricchiolare.
Tra i protagonisti della rivoluzione ci sono i marchi cinesi, con BYD in prima linea: passata da appena 138 immatricolazioni nel giugno 2024 a 1.911 unità quest’anno. Ugualmente positivo l’exploit del gruppo Omoda&Jaecoo, salito da 25 a 1.297 vetture immatricolate, segnale evidente della loro aggressiva strategia commerciale. Spiccano anche EMC (+195%) e Sportequipe (+249%), due marchi emergenti che ormai competono in volumi con brand tradizionali europei e giapponesi.
Nel frattempo, rallenta il fronte elettrico. Tesla crolla del 66% su base annua (da 4.993 a 1.697 immatricolazioni), seguita da Smart (-85%) e Polestar, in netto calo sia nel mese che nel semestre. Anche i volumi di Volvo e Mazda segnano flessioni importanti, a conferma di una fase di stallo per le EV pure, complici l’incertezza sugli incentivi e la crescente attenzione verso soluzioni ibride o termiche efficienti.
Chi sembra beneficiare di questo scenario è il gruppo BMW, che chiude giugno con un +14% rispetto al 2024, e il gruppo Mercedes-Benz con un +8,7%. La loro forza? Un’offerta equilibrata tra elettrificazione graduale e gamma tradizionale aggiornata.
Un breve passaggio va riservato anche a Stellantis, che continua a guidare il mercato per volumi ma perde terreno: -33% nel mese di giugno e -12% nel semestre, con cali accentuati per FIAT (-35%), Lancia (-83%) e Citroën (-50%). L’unica vera eccezione positiva è Alfa Romeo, che raddoppia le immatricolazioni mensili (+89%) grazie a un portafoglio rinnovato e più competitivo.
Il quadro è chiaro: il mercato italiano sta cambiando pelle. Se i grandi gruppi devono affrontare una fase di riequilibrio, sono i marchi emergenti – spesso cinesi o specializzati in fasce di nicchia – a guadagnare spazio, intercettando domanda e nuove aspettative. Non è più solo una questione di motorizzazione, ma di modello industriale e agilità commerciale. E la partita è appena cominciata.