Autostrade, la stangata di Capodanno: ecco perché dal 1° gennaio pagheremo tutti di più

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30 dicembre 2025, 10.40
pedaggi autostrade 2 2
Mentre si discute dell'aumento dei limiti di velocità in autostrada, il 1° gennaio porta con sé una costante ormai familiare per milioni di automobilisti: l’aumento dei pedaggi autostradali. Al casello, insieme agli auguri di buon anno, arriva infatti l’adeguamento tariffario previsto da un decreto interministeriale firmato dal Ministero dell’Economia e da quello delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Gli incrementi non sono una novità improvvisa né una decisione estemporanea. Sono, al contrario, il risultato di meccanismi stabiliti da tempo nei contratti di concessione sottoscritti anni fa dalle società che gestiscono la rete autostradale – prima fra tutte Autostrade per l’Italia. Nei documenti di gara, nero su bianco, è previsto che le tariffe vengano aggiornate periodicamente sulla base di alcuni parametri, tra cui l’andamento dell’inflazione.
Per il 2026 l’adeguamento medio è fissato all’1,5%, valore che coincide con l’indice di inflazione di riferimento. A confermare la legittimità di questo meccanismo sono intervenute sia la Corte Costituzionale sia l’Autorità di regolazione dei trasporti (Art). Proprio quest’ultima ha determinato l’entità dell’aumento, rendendo di fatto inevitabile l’aggiornamento delle tariffe.

Il parere del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

La decisione è stata accolta dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con evidente disagio. In una nota ufficiale, il Mit ha spiegato di non avere margini di intervento, sottolineando come la sentenza della Corte Costituzionale abbia impedito il tentativo del ministro Matteo Salvini e del governo di congelare i pedaggi in attesa della definizione dei nuovi Piani economico-finanziari (Pef). Una presa di posizione che, però, non chiarisce del tutto un quadro normativo e amministrativo più articolato.
Ma cosa sono, esattamente, questi Pef? I Piani economico-finanziari sono documenti che ogni anno le concessionarie autostradali presentano al Ministero delle Infrastrutture, generalmente in autunno. In essi vengono indicate le richieste di adeguamento tariffario, basate su variabili come l’andamento dei prezzi, le previsioni di traffico e gli investimenti realizzati sulle tratte, al netto dei costi di manutenzione ordinaria e straordinaria. La valutazione spetta formalmente al Mit, ma il ruolo decisivo nella determinazione finale delle tariffe resta in capo al Ministero dell’Economia. Del resto, nei contratti di concessione l’aumento dei pedaggi è un elemento strutturale: bloccarlo espone lo Stato al rischio di contenziosi, molti dei quali sono già da anni all’esame dei tribunali amministrativi.

Gli aumenti più corposi sulla Salerno-Pompei-Napoli

Venendo ai numeri, l’incremento percentuale più elevato riguarda l’autostrada Salerno–Pompei–Napoli, con un +1,923%. La maggior parte delle concessioni si colloca però sulla soglia standard dell’1,5%. In questa fascia rientrano, tra le altre, Autostrade per l’Italia, Brescia–Padova, Autovia Padana, Salt–Tronco Autocisa, il Consorzio Autostrade Siciliane, Milano Serravalle, la Tangenziale di Napoli, Rav, Sat, Satap A4, Sav, Sitaf, Fiori–Tronco A6, Cav e Asti–Cuneo. Lo stesso aumento interessa anche le tratte gestite da CAL, come Pedemontana Lombarda, Teem e Brebemi. Poco sotto la media si colloca l’autostrada del Brennero, con un adeguamento dell’1,46%, mentre restano escluse dagli aumenti l’Autostrada Alto Adriatico e Strada dei Parchi.
Sul piano politico, la questione ha immediatamente acceso lo scontro. Duro l’attacco del Partito Democratico, che accusa il ministro Salvini di voler scaricare sulla magistratura costituzionale le responsabilità dei rincari. «I comunicati del Mit certificano il fallimento del ministro dei Trasporti – dichiarano Andrea Casu e Marco Simiani, vicepresidente e capogruppo Pd nelle commissioni competenti –. Mentre i cittadini pagheranno di più dal primo gennaio, si infligge un’ulteriore stangata all’autotrasporto, già colpito dall’aumento delle accise sul Diesel e dalla nuova tassa sui pacchi. È davvero colpa dei giudici se Salvini non riesce a fare il ministro?».
Al di là delle polemiche, una cosa è certa: anche nel nuovo anno viaggiare in autostrada costerà di più. E il dibattito su concessioni, tariffe e responsabilità politiche è destinato a restare aperto.
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