Dopo il veloce primo contatto dello scorso giugno, quando provammo la nuova Nissan Juke Hybrid tra le strade di un’afosa Milano, abbiamo accolto in redazione il B-SUV ora ibrido della Casa giapponese nella ricca versione Premiere Edition, in altre parole la top di gamma. Come ricordavamo, Nissan arriva da un periodo che è sfortunatamente coinciso con la pandemia dove è avvenuta una rapida rivoluzione, più che evoluzione, nel segno dell’elettrificazione. In questi anni, infatti, non solo si è rinnovata Juke, prima con la 1.0 turbo benzina poi raggiunta dalla 1.6 full hybrid da 143 CV, bensì è arrivata l’elettrica Ariya e ha debuttato il nuovo motore ibrido e-Power sotto i cofani di Qashqai e X-Trail, anche con la trazione integrale e-4ORCE.
Nissan Juke Hybrid promette, dalla sua, uno stravolgimento nelle forme che hanno reso così tanto riconiscibile la prima generazione pur rimanendo, nel panorama dei piccoli crossover, un’auto molto riuscita esteticamente. La novità principale riguarda, ovviamente, il motore nascosto sotto il cofano e condiviso con modelli Renault quali la Captur e la Clio, tutte costruite sulla stessa piattaforma. Ne è passato di tempo dal 2010, quando Nissan iniziò a ricevere numerosi consensi nel segmento allora fiorente dei B-SUV laddove nel 2007 fu la prima Qashqai ad aprire un filone di successo tra i SUV medi.
La nuova meccanica ibrida ha permesso di abbassare i consumi, vedremo quanto e in che modo nel corso del nostro test, e al pari di altre concorrenti che nel frattempo hanno scelto l’ibrido, basti pensare a vetture come la Jeep Renegade o la Toyota Yaris Cross nel primo, è ripartita la sfida che guarda al futuro. Con le sue dimensioni compatte, Juke è lunga appena 4,21 metri, il crossover ricco di personalità si rivolge anche alle giovani famiglie grazie ai tanti sistemi di assistenza alla guida e alla buona praticità d’utilizzo.
Difficile dire quale sia meglio tra Juke turbo benzina e Juke Hybrid: il costo è decisamente diverso e le prestazioni propendono per la seconda. Vediamo come va la Nissan Juke Hybrid nella nostra prova su strada, il prezzo, i consumi e come sono fatti i suoi interni, cambiati molto nel passaggio tra prima e seconda generazione.
Sempre gradevole alla vista per il suo design simpatico e controcorrente, rispetto alla prima generazione Juke è rimasta molto compatta tanto che le sue dimensioni sono le seguenti:
Sul frontale piacciono i diurni a LED dalla forma stretta e sottile, ben separati dal gruppo ottico principale come sulla prima Juke ma qui reinterpretati senza la gradevole originalità che aveva stupito al debutto. La linea di cintura ti fa pensare di essere di fronte a un piccolo SUV più che a un crossover, stesso discorso per i cerchi in lega da 19 pollici che su questa Premiere Edition sono esclusivi nella grafica. Sono full LED i gruppi ottici anteriori e posteriori, quest’ultimi con una forma più basic e anche qui meno spinta rispetto alle origini, dove la fanaleria si sviluppava in una sorta di L avvilupata lungo il montante posteriore. Non è cresciuto il lunotto, e attenzione perchè sulla base Visia non c’è la telecamera posteriore che diventa di serie solo dalla Acenta.
La nostra Premiere Edition propone grafiche dedicate che percorrono la carrozzeria e che, unite a quelle sulle calotte, rendono ancora più allegro il look della Nissan Juke Hybrid in questa versione top di gamma. Rimane, a dire il vero, piuttosto importante la sezione posteriore che non ha guadagnato eccessivamente in “leggerezza” nel passaggio tra prima e seconda generazione. Per snellire il lato B in Nissan hanno pensato bene di inserire un elemento orizzontale a riprendere il colore della carrozzeria e, devo essere onesto, è riuscito nel suo intento.
Un’auto non adatta alle famiglie? Non direi, visto che il suo bagagliaio offre un buon compromesso di 354 litri grazie agli 8 in centrimetri in più e all’aumento delle carreggiate, peccato la soglia piuttosto alta. Non si sta troppo comodi dietro se si è alti di statura e anche il lieve tunnel centrale non aiuta. Non ci sono bocchette del clima dedicate, bensì un’unica presa USB sempre di tipo A.
Gli interni di Nissan Juke Hybrid, sempre parlando di una top di gamma, non prestano il fianco a grosse critiche. La plancia è qui rivestita in un connubio di pelle bianca/nera, con impunture a contrasto, che regala quella sensazione di ben fatto che fa sempre piacere. Basta guardare i sedili per capire a cosa mi riferisco: poggiatesta integrati e motivo ricamato sullo schienale e sulla seduta sono quel tocco in più che ci si aspetta da una top di gamma. Sempre di serie il volante regolabile in altezza e profondità, il clima manuale, vetri elettrici ant/post, mentre mi sarei aspettato di più dalle alette parasole con specchietto sì ma senza illuminazione neanche su questa versione ricca di optional.
Limitato, e qui si poteva fare di più, lo spazio per gli oggetti in abitacolo: il cassettino è nelle dimensioni standard, mentre sul tunnel ci sono due portabicchieri dietro la leva del cambio e un piccolo alloggiamento per lo smartphone; rettangolare e poco sfruttabile il vano sotto il poggiagomiti: non ha la moquette e i rivestimenti si possono rigare facilmente. Già, una leva del cambio piuttosto solida e comoda da impugnare, con integrata sulla base essa la piccola levetta per il cambio delle modalità di guida. Tutto regolare dal punto di vista dell’infotainment anche se è criticabile l’assenza di Apple CarPlay e Android Auto wireless: purtroppo serve ancora il cavetto, e la presa (di tipo A) è sotto i comandi della climatizzazione e non così facile da raggiungere se si è impegnati alla guida. Schermo a sbalzo da 8 pollici, con grafiche non così moderne ma facile da navigare.
Dietro la corona del volante, sottile, la grafica del quadro strumenti è solo parzialmente virtuale, tanto che il tachimetro è quello tradizionale e il contagiri è stato sostituito da un indicatore specifico per le versioni ibride, con l’indicatore specifico per capire in ogni istante quanta batteria si ha a disposizione prima di attivare il pulsante EV: vi capiterà, magari sulle prime, di provare l’attivazione e vedere un messaggio negativo sul quadro. Tutto normale, la modalità EV si attiva solo se la batteria è sufficientemente carica per permettere la guida in elettrico.
Nella norma gli ADAS, con una dotazione davvero completa che viene proposta sempre di serie: c’è il sistema di riconoscimento con frenata d’emergenza per pedoni e ciclisti, il sistema di rilevamento della segnaletica stradale, l’assistente per le partenze in salita, il Cruise Control/limitatore di velocità e i fissaggi ISOFIX. La Tekna, dalla quale la Premiere Edition non si discosta troppo sotto questo punto di vista se non per l’aggiunta dei sensori di parcheggio anteriori, è la versione da scegliere per avere una dotazione non plus ultra: c’è il Cruise Control intelligente, il sistema di monitoraggio dell’attenzione del conducente, il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco, il sistema di rilevamento posteriore degli ostacoli in movimento e il sistema di mantenimento di corsia.
Ora anche ibrida, grazie alla partnership che ha permesso il travaso di tecnologia dai modelli Renault a Nissan, sotto il cofano della nuova Nissan Juke Hybrid c’è il 1.6 full hybrid che si basa sulla tecnologia propria della Losanga sulla piattaforma CMF-B dei modelli compatti e conosciuta come E-Tech: doppio motore elettrico da 49 CV e cambio multi-mode sono la chicca tecnologica di una vettura come la Juke che vuole rilanciarsi offrendo l’alternativa al B-SUV mild hybrid. A loro si aggiunge il secondo motore elettrico che non traziona le ruote bensì, con i suoi 20 CV, ha la funzione di starter-generatore (l’auto si avvia sempre in elettrico).
Con le mani sul volante Juke Hybrid è sempre piacevole da guidare, forse un tantino rigida ma bisogna sempre contare che di serie la nostra Premiere Edition montava i cerchi da 19 pollici che non aiutano in tal senso. Un assetto perlopiù rigido che da una parte offre un po’ di resistenza sui dossi più ruvidi, dall’altra concede un buon inserimento in curva e un comportamento di guida abbastanza neutro, con rollio quasi azzerato e sterzo fedele. Un assetto che, va detto, si scontra con quella che è l’indole di un qualsiasi sistema ibrido pensato con l’unico scopo di essere il più possibile efficiente. La batteria si carica in fretta ed è facile poter sempre contare sull’apporto del motore elettrico che riesce a muovere con disinvoltura la vettura almeno fino ai 60 km/h.
Compito del motore benzina, aspirato, non è tanto quello quello di spingere le ruote o meglio di farlo sempre pensando a mantenere carica la batteria almeno fino alla metà della sua totale capacità. Un procedimento che avviene in maniera completamente automatica e al quale il guidatore può in parte “opporsi” semplicemente selezionando il pulsante EV al centro sulla plancia, utile a massimizzare la guida in elettrico. C’è anche il tasto e-Pedal, un po’ invisibile sul tunnel centrale, che una volta attivato incrementa la frenata rigenerativa, così da aiutare la batteria a ricaricarsi. Gestendo al meglio questo ulteriore aiuto e soprattutto imparando a rinunciarvi a priori quando uscite dalla città, a meno di affrontare un percorso collinare in discesa, i consumi di Nissan Juke Hybrid possono tranquillamente avvicinarsi a 5 l/100 km anche se, a fine test, complici parecchi chilometri percorsi in autostrada, si sale verso i 5,6-5,7 l/100 km che rimangono ugualmente un buon riferimento. Una tecnologia che, amo ripetere ogni volta che ne ho l’occasione, va interpretata e imparata strada facendo, imparando a far scorrere molto la vettura per sfruttare la rigenerazione e caricare naturalmente la batteria, diminuendo di conseguenza l’intervento del motore termico per abbattere ulteriormente i consumi e puntare ai 20 chilometri con un litro stabili.
Già, perchè parlando di sistemi full hybrid il problema è sempre l’uscire dalle città, dove non tanto il peso extra delle batterie che in questo caso è limitato, a differenza di una ibrida plug-in, quando il modus operandi di questa tecnologia rimane quella di sfruttare il motore termico non solo come motore di trazione bensì come generatore di energia. Sulle statali/tangenziali dove sussiste il limite ai 90-110 km/h, sentirete il motore elettrico entrare in azione (e ne avrete conferma dalla spia “EV” che si accenderà sul quadro) durante le fasi di veleggio anche con il cruise control adattivo impostato. Non stupitevi, quindi, se in autostrada o comunque a 120-130 km/h vedrete alzare i consumi verso i 7 l/100 km, è tutto normale e tipico di queste motorizzazioni che i miracoli li devono fare in città e a velocità basse.
Sul cambio Multi-Mode ci e mi sono già espresso in altre occasioni. Con le sue 4 marce per il motore termico e le 2 per il motore elettrico (più retromarcia), per un totale di 16 combinazioni, che si innescano in silenzio restituendo un effetto piuttosto diverso dal classico CVT che solitamente troviamo abbinato su modelli concorrenti, basti pensare a Toyota Yaris Cross, con il suo “effetto scooter”. l’E-Tech Renault mascherato sotto il cofano di Juke Hybrid è, se volete, un ibrido sia in serie, sia in parallelo sia in serie-parallelo, proprio perchè entrambi i motori possono diventare di trazione o uno sì e uno, alternativamente e quindi, per l’appunto, in parallelo.
Il prezzo della Nissan Juke Hybrid parte da 30.350 euro dopo l’ultimo aggiornamento dei listini validi dal mese di maggio 2023. In realtà, ci sono due listini prezzi di Nissan Juke, visto che dobbiamo considerare anche la versione benzina con il 1.0 tre cilindri da 114 CV, accoppiato sia al cambio manuale sia al cambio automatico doppia frizione a sette rapporti. Si scende ai 23.400 euro della Visia entry level, mentre l’allestimento d’ingresso per la Juke ibrida è l’N-Connecta già dotato di un’ottima dotazione di serie.
Noi abbiamo provato la Premiere Edition, la più cara nel listino prezzi di Nissan Juke Hybrid. Lei costa 32.350 euro che propone praticamente tutto di serie:
Unico optional a parte riguarda i sistemi di assistenza alla guida, con il ProPilot Pack che costa 1.000 euro aggiungendo il Lane Assist Pack al Traffic Jam Pilot (guida autonoma di livello 2).
Le concorrenti della Nissan Juke Hybrid sono in primis la sorella Renault Captur che, con lo stesso motore, costa 31.700 nell’allestimento top di gamma E-Tech 145 Engineered. La Jeep Renegade (4,24 metri) costa 33.400 con il mild hybrid da 131 CV e da 42.400 euro con l’ibrido plug-in da 190 CV, mentre la Toyota Yaris Cross (lunga 4,18 metri), parte da 28.050 euro e viene offerta anche con la trazione integrale a partire da 32.800 euro. Della partita anche la Hyundai Kona (4,21 metri come la Juke). Costa 28.600 euro la full hybrid da 141 CV, 33.900 euro la top di gamma XClass.
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