Franco Daudo
Se n’è parlato fin troppo della collezione di motociclette che fanno parte del Museo di Pesaro. Una collezione privata che è stato deciso di mettere all’asta. Per questo si è mossa la celebre Casa d’Aste Bonhams che sta valutando le moto per redigere un catalogo (gia disponibile a questo link) e permettere agli eventuali acquirenti di farsi avanti nel corso del famoso ‘mercatino’ di Stafford dal 18 al 20 ottobre prossimi.
La collezione comprende circa 300 motociclette che rappresentano la storia del motociclismo. Un patrimonio tecnico accumulato da Giancarlo Morbidelli in oltre 40anni di ricerche. Per Bonhams si tratta della più grande collezione privata mai messa all’asta.
Sono inclusi due esemplari delle Morbidelli da Gran Premio, un piccolo reparto corse creato da Giancarlo Morbidelli per tentare la scalata alle vette del Motomondiale e culminata con la conquista del mondiale 125 nel 1975-’76-’77 e del titolo delle 250 nel 1977.
Il figlio Gianni, ex pilota di F1, ha definito il padre: “Un genio con le moto. Faceva tutto da se, lavorando in una piccola officina. Quarant’anni fa ha iniziato con questo Museo nel quale ha profuso tanto tempo, energia e denaro. Una parte del Museo è dedicata alle moto del periodo anni ’60-’80, quelle realizzate da lui e i suoi collaboratori nel reparto corsa. Sono parte della storia della nostra famiglia, una parte della nostra vita. Credo che sia stato giusto includere nella vendita anche due delle moto realizzate da mio padre”.
Si tratta della Morbidelli 125cc Grand Prix del 1974 portata al secondo posto nei GP di Spagna e Germania da Angel Nieto e della 250 utilizzata da Giacomo Agostini nel 1976, con la quale giunse secondo in una gara a Misano.
La famiglia Morbidelli ha tenuto la maggior parte delle Morbidelli da corsa incluse le moto iridate guidate da PirPaolo Bianchi, Paolo Pileri e Mario Lega.
Non sorprende che tra le moto che saranno messe all’asta ci siano anche tante Benelli, il marchio pesarese per il quale Morbidelli, da pesarese qual’era, aveva un debole.
