Secondo i dati diffusi oggi dal Ministero dei Trasporti il mese di aprile si è chiuso con 148.807 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un +24,2% rispetto allo stesso mese del 2014.
Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto: “E’ stato un mese eccezionale in cui abbiamo assistito ad un risveglio della domanda delle famiglie. Non c’è dubbio che il mercato e gli ordini di aprile siano stati trainati da campagne promozionali straordinarie, particolarmente efficaci sotto il profilo delle condizioni offerte alla clientela che, nel caso del contributo alla rottamazione, hanno rappresentato una leva decisiva per “smuovere” gli acquisti”.
Federauto ritiene che in generale il tema delle campagne promozionali ripropone, peraltro, la questione della sostenibilità del business delle concessionarie di autoveicoli, dal momento che esse contribuiscono, con il proprio margine ed in misura determinante, alla realizzazione dell’offerta commerciale. L’assenza di marginalità da parte delle concessionarie, oltre che essere contraria alla logica di impresa, pone dei limiti alla capacità di sviluppo delle aziende chiamate ad investire in nuovi standard e in nuovi processi.
Conclude Pavan Bernacchi: “Il mercato dell’auto ha posto in evidenza dei segnali di reattività da parte delle famiglie, specie davanti all’opportunità di sostituire una vettura vecchia. Questa risposta è perfettamente in linea con la dimensione e composizione del parco circolante del nostro Paese, colpito a causa della crisi e dall’assenza di iniziativa del Governo, da una preoccupante anzianità e, quindi, caratterizzato da milioni di vetture poco sicure e molto inquinanti. Vi è quindi un terreno di sviluppo che non può però essere solamente sostenuto dalle risorse private del settore. Pensare, come ha fatto ad esempio la Spagna, ad un provvedimento serio di rinnovo del parco finalizzato all’acquisto di veicoli con basse emissioni di CO2 significherebbe introdurre una misura forte che farebbe molto bene al Paese e darebbe corpo ad una ripresa vera e duratura. Ma un altro asse di sviluppo importante sarebbe la riduzione di una pressione fiscale da incubo, che ha ridotto al lumicino il mercato di auto prestazionali e che deprime quello delle auto aziendali, penalizzato da deduzioni fiscali rese progressivamente irrisorie e da norme IVA che rendono ingestibili per i concessionari gli acquisti di auto usate da aziende che hanno detratto l’IVA al 40%”.