Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti il mese di aprile si è chiuso con 119.099 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando uno striminzito +1,94% rispetto ad aprile 2013.
“L’auto è sempre stata una importante cartina di tornasole dell’economia reale italiana. Da gennaio 2014 in poi siamo in presenza di modesti rimbalzi positivi che, se confermati, come tendenza annua, potrebbero portare il mercato Italia a consuntivare circa 1.360.000″, afferma Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto. “In pratica metteremmo indietro le lancette dell’orologio al 2012, che aveva chiuso con 1.401.000. Se qualcuno volesse affermare che questo è un risultato positivo, siamo pronti al pubblico confronto. La realtà, e ve lo dice chi ogni giorno è a contatto con clienti in carne ed ossa e vive il mercato in ogni sua sfaccettatura, è che ci troviamo di fronte a un vero e proprio disastro. E, ce lo dicono tutti gli osservatori esteri, se non ripartono i consumi interni, di cui gli autoveicoli sono un pilastro, non riparte l’economia italiana e non riparte il mondo del lavoro che, invece, continua a registrare nuovi livelli record di disoccupazione”.
Aggiunge Roberto Bolciaghi, presidente dei concessionari Renault: “Gli acquisti dei privati e delle famiglie continuano ad essere depressi. E mi preme sottolineare che proprio questo canale rappresenta il core business delle concessionarie”.
Federauto evidenzia che l’assenza di un chiaro segnale di ripresa delle vendite ai privati, e il fatto che i rimbalzi positivi registrati in questi primi quattro mesi dell’anno siano dovuti in larga parte agli acquisti del canale noleggio – destinato peraltro ad esaurire progressivamente la sua spinta – dimostrano che l’apertura di credito nei confronti del nuovo Esecutivo deve necessariamente essere alimentata da provvedimenti concreti sul fronte, in primis, della riduzione della pressione fiscale.
Conclude Pavan Bernacchi: “Pochi giorni fa abbiamo criticato, con toni anche molto duri, il ritorno dei micro-incentivi per le auto a basso impatto ambientale. Una misura creata da chi ha preceduto il Governo Renzi, e su cui avevamo già manifestato nelle sedi opportune le nostre riserve. Ma le ragioni della nostra presa di posizione contro le ‘briciole’ di questi micro-incentivi, che rimarranno non spesi per le aziende e si esauriranno in circa 3 giorni per i privati, stanno proprio nel fatto che dal nuovo Governo, molto attento ad offrire al Paese un cambio di passo, ci aspettiamo una vera rivoluzione anche nei confronti del settore auto, con azioni ed iniziative adeguate al clima economico e congiunturale che stiamo vivendo. Che tengano conto che noi diamo lavoro a 1.200.000 persone e fatturiamo l’11,4% del PIL”.