Nonostante per i più giovani l’automobile e la pista non abbiano più l’appeal di un tempo, il fascino di guidare un’automobile al limite nell’ambiente sicuro (ma incredibilmente divertente) di un autodromo è ancora forte tra chi le auto le ama davvero. Per questo, ho deciso di fare qualche ricerca, e trovare quelle che, nel momento in cui scrivo, sono le 10 migliori auto economiche con cui andare in pista. Faranno parte di questa speciale lista vetture a trazione anteriore e a trazione posteriore, automobili moderne e altre più “stagionate”, tutte con un prezzo inferiore a 10.000 euro.
Le migliori auto economiche per iniziare ad andare in pista: i criteri di scelta
Cosa significa auto economiche, e quali sono i criteri che ho utilizzato? Iniziamo con un doveroso disclaimer: nonostante il titolo, questa è una lista con dei criteri oggettivi, ma che tiene in considerazione anche una componente personale. Per questo, non c’è l’obiettivo di fare contenti tutti, anzi: se la vostra auto preferita per una bella “pistata” non è nella lista, fatecelo sapere nei commenti, così possiamo discuterne e magari fare una seconda puntata aggiornata.
Tornando a noi, quali sono i criteri utilizzati per trovare 10 tra le migliori auto per iniziare a guidare in pista senza spendere troppo? Primo fra tutti, ovviamente il budget: se fino a 4/5 anni fa si poteva iniziare a guidare seriamente in pista con meno di 5.000 euro, oggi le automobili con qualcosa da dire in termini di dinamica di guida sono salite parecchio. Per questo, il tetto che ci siamo messi è di 10.000 euro.
Infine, abbiamo scelto quasi sempre modelli relativamente moderni e di buona diffusione, in quanto l’utilizzo gravoso in pista può portare alla luce problemi meccanici o “toccate” contro le barriere. Per questo, vetture rare e costose da rimettere in sesto come Porsche 924 o Alfa Romeo Alfetta sono state, purtroppo, escluse per questo motivo dalla lista. Bando alle ciance allora, e conosciamo 10 tra le migliori auto sportive economiche, con le quali cominciare ad andare in pista senza spendere troppo.
Alfa Romeo 75
Anni di produzione: 1985-1993
Motori consigliati: 1.6 – 1.8 – 2.0 Twin Spark
Prezzo: 5.000-10.000 euro
Iniziamo subito da una pietra miliare dell’automobilismo italiano degli ultimi 40 anni, l’Alfa Romeo 75. Considerata da molti l’ultima “vera” Alfa, la 75 è stata il capitolo finale delle Alfa a trazione posteriore per oltre 30 anni, fino all’arrivo della Giulia nel 2016. Dotata di uno stile squadrato e non proprio armonioso, di interni razionali e con i tipici tocchi Alfa e di una meccanica raffinatissima, ancora oggi l’Alfa 75 ha qualcosa da dire.
Ultima evoluzione del pianale “transaxle” portato al debutto dall’Alfetta nel 1974, la 75 può contare su un motore anteriore longitudinale, la trazione posteriore con cambio posizionato sull’asse dietro, freni entrobordo e sospensioni posteriori con ponte De Dion. Anche a quasi 40 anni di distanza, la berlina del Biscione ha ancora una dinamica di guida gustosa e divertente. Grazie al peso contenuto (le versioni 1.6 non arrivano a 1.100 kg), ad uno sterzo piuttosto preciso per quegli anni e ad un bilanciamento che la rende un’ottima auto per imparare la guida sportiva di una trazione posteriore, la 75 è godibile, anche in pista, persino scegliendo i motori meno potenti del lotto.
Purtroppo, infatti, dopo anni di oblio con esemplari venduti a meno di 1.000 euro, oggi la 75 è un oggetto ricercato dai collezionisti, soprattutto nelle versioni 1.8 Turbo, 2.5 V6 e 2.0 Twin Spark A.S.N., o la rara Turbo Evoluzione. Per questo, per rientrare nel nostro budget si può puntare ad una 1.8, a carburatori (con 120 CV) o con iniezione elettronica (e 118 CV), o al potente 2.0 Twin Spark da 148 CV, che costa anche di più. Se non cercate le prestazioni pure, la versione d’accesso con il motore 1.6, a carburatori o a iniezione, è quella che consigliamo. Ha un valore collezionistico inferiore alle altre, quindi sarà meno “pesante” utilizzarla in pista, e nonostante i 110 CV ha quello che serve per divertirsi, soprattutto su piste tortuose (o bagnate).
BMW Serie 3 E36
Anni di produzione: 1990-2000
Motori consigliati: 318i – 318is – 320i
Prezzi: 5.000-10.000 euro
Se dici Alfa 75, subito viene in mente la sua nemica di sempre, la BMW Serie 3. Con la mitica E30 ormai oggetto del desiderio degli appassionati dell’Elica, è la successiva E36 a prendersi lo scettro di BMW dei sogni per chi vuole un’auto a trazione posteriore economica. Prodotta tra il 1990 e il 2000, la E36 segna un netto passo in avanti rispetto alla “vecchia” E30.
Dalla precedente generazione, la Serie 3 E36 conserva dimensioni e pesi contenuti (è lunga 4,43 metri le versioni a quattro cilindri pesano meno di 1.250 kg). Come tutte le Serie 3, poi, ha motore anteriore longitudinale e trazione posteriore, nonché una dinamica di guida gustosa per chi vuole imparare a guidare una vettura con la trazione “dalla parte giusta”. Grazie al retrotreno a ruote indipendenti dotato del raffinato Z-Axle, Serie 3 è meno scorbutica e difficile da guidare, soprattutto sul bagnato. Conserva comunque quelle caratteristiche tipiche di tutte le BMW, come la distribuzione dei pesi 50/50, uno sterzo preciso e diretto e un’attenzione speciale al piacere di guida anche sui motori più tranquilli.
Se fino a qualche anno fa si potevano prendere a pochi soldi anche le potenti 323i, 325i o 328i, oggi quelle sei cilindri da 170 a 193 CV sono salite a cifre superiori ai 10.000 euro. Escludendo le “sedute” 316i da 102 CV, per chi cerca una Serie 3 E36 da usare in pista rimangono tre possibilità: la 318i, con motore 1.8 da 115 CV, affidabile ma non rapidissima, e le vivaci 318is e 320i. Quest’ultima, dotata del 2.0 sei cilindri in linea da 150 CV, è fluida e regolare ma non velocissima, mentre la 318is ha un 1.9 da 140 CV che non ha il sound della 320i, ma ha una maggiore risposta ai bassi regimi.
I prezzi di queste Serie 3 oscillano tra i 5.000 e i 10.000 euro, e grazie ad una grande community i pezzi di ricambio e gli upgrade sono tanti e non troppo costosi. Se volete qualcosa di più moderno e non guardate all’estetica, potete considerare anche la Serie 3 E46 Compact. Di certo non più bella BMW degli ultimi anni, ha una meccanica più moderna, motori piuttosto vivaci (soprattutto il 2.0 turbodiesel da 150 CV della 320td) e prezzi più contenuti, tra i 2.000 e i 5.000 euro.
Honda Civic Type R EP3
Anni di produzione: 2006-2011
Motore: 2.0 i-VTEC K20
Prezzi: da 10.000 euro
Con la terza auto di questa speciale lista delle auto economiche per andare in pista “sforiamo” il muro dei 10.000 euro, ma una Honda con un motore VTEC non poteva assolutamente mancare. Fino a pochi anni fa, infatti, era possibile mettersi in garage una Honda Civic Type R a circa 6/7.000 euro. Oggi, invece, per la versione più sportiva della compatta giapponese servono almeno 10.000 euro, con gli esemplari migliori che sforano il nostro budget. In più, per rimanere il più vicino possibile al nostro budget dobbiamo scegliere la Honda Civic Type R più discussa degli ultimi 20 anni, la famigerata FN2.
Prodotta tra il 2006 e il 2011, questa generazione di Civic era caratterizzata da uno stile molto personale e futuristico sia fuori che dentro, ma soprattutto da una meccanica semplificata rispetto alla precedente EP3, oggi ricercata dagli appassionati di auto giapponesi. Al posteriore, ad esempio, la FN2 ha sospensioni a ruote interconnesse, mentre la EP3 ha un sistema a doppio braccio oscillante a ruote indipendenti. Il peso, poi, era cresciuto a 1.320 kg, oltre 100 kg più della vecchia EP3. Il motore, invece, è rimasto sostanzialmente invariato: sotto il cofano troviamo il mitico 2.0 K20, il quattro cilindri i-VTEC che guadagna 1 CV rispetto alla EP3, arrivando a 201 CV e 193 Nm.
Con uno 0-100 km/h coperto in 6,6 secondi e una velocità massima di 235 km/h, rispetto alla EP3 ha una guidabilità leggermente deficitaria. Con più sottosterzo e un’agilità inferiore, la FN2 è passata alla storia come la “sorella dimenticata” della più nota EP3. Nonostante la nomea, in realtà, la Civic Type R FN2 ha un motore amatissimo per il suo carattere unico, tra il variatore di fase che ne cambia l’erogazione e il sound, e per una linea rossa posta a oltre 8.000 giri. Lo sterzo preciso e l’indole più stabile e “cresciuta” la rende un’ottima base per migliorie a livello di peso, guidabilità e motore per farle esprimere tutto il suo potenziale. Gli esemplari più economici partono da poco meno di 10.000 euro, mentre a 13.000 euro è possibile portarsi a casa una Type R praticamente perfetta.
Mazda MX-5 NB
Anni di produzione: 1998-2005
Motori consigliati: 1.6 – 1.8
Prezzi: da 7.000 euro
Fino a 5 anni fa, la risposta principale (e forse migliore) alla ricerca di un’auto economica per guidare in pista sarebbe stata senza dubbio la Mazda MX-5. Che si trattasse della prima generazione, la NA, o la più popolare seconda serie, la NB, la sportiva giapponese ha tutte le carte in regola per essere l’auto perfetta per un trackday. Motore anteriore longitudinale aspirato a benzina affidabile e robusto, un cambio manuale che spicca per precisione e manovrabilità, trazione posteriore, peso contenuto e tante possibilità di upgrade, il tutto con un prezzo contenuto.
Oggi, invece, i prezzi della mitica Miata sono in continua ascesa, e le versioni 1.8 più ricercate della MX-5 NB, come la 1.8 Sport, o le MX-5 NA 1.8 superano di slancio i 10.000 euro. Non è più possibile quindi, purtroppo, portarsi a casa una MX-5 con meno di 5.000 euro, e le versioni più economiche della Miata NB con motore 1.6 partono da almeno 6/7.000 euro. Nonostante ciò, anche con il motore più piccolo e meno potente la scoperta giapponese ha ancora tanto da dare a chi cerca l’auto giusta per affrontare i primi trackday. Il quattro cilindri da 110 CV non è sicuramente il motore più vivace della compagnia, con uno 0-100 km/h coperto in poco più di 10 secondi.
Grazie ad un peso inferiore ai 1.000 kg, però, la piccola due posti giapponese può dare tante soddisfazioni, permettendo di accedere con relativamente pochi soldi dietro al volante di una delle automobili dalla guida più pura e divertente sul mercato. La grande community dietro alla MX-5 permette poi di avere un grande supporto e tanti consigli su come e dove migliorare la vettura. Se potete, infine, puntate su una MX-5 1.8 Sport: grazie al cambio a 6 marce, al differenziale autobloccante meccanico e il 1.8 da 145 CV ha prestazioni ben più vivaci del piccolo 1.6. Il prezzo, però, può superare i 10.000 euro.
Mazda RX-8
Anni di produzione: 2003-2011
Motore consigliato: 1.3 Renesis 13B
Prezzi: da 8.000 euro
Rimaniamo a Hiroshima con una delle auto più intriganti, piacevoli da guidare e divertenti sotto i 10.000 euro, la Mazda RX-8. La coupé con le porte ad armadio e un comodo abitacolo per quattro persone ha un telaio dalla grande rigidità torsionale, uno sterzo preciso e una ripartizione dei pesi perfetta. Come sappiamo tutti, però, la principale caratteristica di RX-8 è il suo motore, croce e delizia della sportiva giapponese.
Sotto il cofano troviamo infatti l’ultimo motore Wankel montato come propulsore principale su un’automobile stradale, il Renesis 13B. Si tratta di un birotore con cilindrata totale di 1.3 litri, privo di sovralimentazione e con una potenza di 231 CV. Grazie al peso contenuto della RX-8, il motore rotativo spinge la sportiva giapponese da 0 a 100 km/h in 6,4 secondi, una velocità massima di 235 km/h e un limitatore posto a oltre 9.000 giri. Il sound, la ripartizione dei pesi, la precisione del cambio e lo sterzo sono da riferimento, rendendo RX-8 una delle auto più adatte per andare in pista.
Il vero limite della RX-8, purtroppo, è proprio il suo punto di forza: il motore. Il Renesis, nonostante sia la versione più raffinata mai realizzata di un motore Wankel, mantiene i difetti congeniti del rotativo: consumi molto alti di benzina e olio e un’affidabilità precaria, che costringe ad una rettifica del motore periodica per mantenere le prestazioni del 1.3 birotore. Rifare il motore, comunque, costa meno rispetto ad un normale motore a ciclo Otto, per via delle minori parti mobili di cui è composto. Attenzione poi alla presenza di un freno motore inferiore rispetto ai propulsori tradizionali, che porta chi guida a dover usare di più i freni. Vista la sua importanza storica, le quotazioni della RX-8 si stanno alzando: si parte da circa 7.000 euro, con esemplari in ottime condizioni che partono da 9.000 euro.
MINI Cooper S R53
Anni di produzione: 2002-2006
Motore consigliate: 1.6 Tritec Supercharged post-restyling (2005-2006)
Prezzi: da 5.000 euro
Dopo anni di scarsa considerazione, tra le migliori auto economiche da trackday entra di diritto la MINI Cooper S, nello specifico la R53, la prima generazione dell’inglesina prodotta da BMW. Prodotta tra il 2002 e il 2006, la prima versione della MINI by BMW è la più compatta, la più leggera e anche la più affidabile delle tre generazioni lanciate dal brand inglese. Se già la piccola Cooper è divertente da guidare, è la Cooper S, nota come R53, a raccogliere le attenzioni degli appassionati.
Dotata di un 1.6 quattro cilindri sovralimentato da un compressore volumetrico, è capace di 163 CV, diventati 170 CV con il restyling del 2005. Proprio quest’ultima versione è la più desiderabile, in quanto il cambio è diventato più robusto e con rapporti più corti, che hanno migliorato la sfruttabilità del robusto (ma assetato) motore Tritec-Chrysler. Grazie al compressore volumetrico, la Cooper S R53 è molto vivace e ha una bella dose di coppia (220 Nm). Unito al telaio molto rigido, allo sterzo preciso e alle sospensioni posteriori indipendenti Z-Axle, la MINI Cooper S R53 si comporta bene sia in piste strette che in autodromi più veloci, dove il 1.6 riesce a dare ottime prestazioni sul dritto.
I prezzi, poi, sono estremamente interessanti, sebbene cresciuti molto negli ultimi anni: gli esemplari più vissuti partono da circa 3.000 euro, mentre per un esemplare in ottime condizioni servono almeno 5.000 euro. Attenzione ai prezzi dei ricambi, che sono piuttosto costosi (anche se c’è anche per lei una community molto attiva, soprattutto in Regno Unito, che propone pezzi di ricambio usati o specifici dai prezzi interessanti), e soprattutto ai freni. Essendo piuttosto veloce (la variante da 170 CV copre lo 0-100 km/h in 7,2 secondi e raggiunge i 222 km/h), i freni invariati rispetto alle più tranquille One e Cooper non sono adatti ad un uso sportivo. Mettete in conto la spesa per un impianto maggiorato, e potrete avere grandi soddisfazioni.
Peugeot 206 GTI-RC
Anni di produzione: 1999-2005
Motori consigliati: 2.0 16v
Prezzi: 3.000-6.000 euro per la GTI, 6.000-10.000 per la RC
In ordine alfabetico, nella nostra lista delle migliori auto con cui andare in pista senza spendere troppo non può mancare una Peugeot. La Casa del Leone ha regalato al mondo dell’auto modelli oggi diventati di culto tra gli appassionati. Dalle meno note 306 e 309 GTI alle leggendarie 205 GTI e 106 Rallye, Peugeot ha realizzato alcune delle più divertenti e gustose Hot Hatch degli anni ’80 e ’90.
Purtroppo questo lo sanno bene anche i collezionisti: il prezzo di tutte le vetture citate, infatti, è da diversi anni superiore alla soglia dei 10.000 euro. Per questo, in questa lista inseriamo quella che è considerata da tutti la “pecora nera” delle hot hatch Peugeot, la 206 GTI. Già al lancio, il suo destino era segnato: prendere l’eredità di 205 GTI e 106 Rallye era una sfida molto complessa. A causa di un 2.0 16v aspirato vivace ma non prontissimo e una guidabilità più matura rispetto alle precedenti, la 206 GTI ha un’indole più da Gran Turismo, con un handling meno estremo delle altre.
Troviamo, ad esempio, una minore tendenza al sovrasterzo, e uno sterzo più progressivo e meno diretto. Nonostante questo, la Peugeot 206 GTI non è un così deludente come è stata raccontata negli anni. Rimane infatti agile e piacevole, e con un peso di 1.100 kg si pone come una ottima base di partenza su cui effettuare delle modifiche mirate. Con un assetto dedicato, dei freni maggiorati e un set di gomme “giusto”, i 136 CV del 2.0 aspirato possono dare filo da torcere a molte vetture. Il prezzo, poi, è molto contenuto: siamo tra i 3.000 e i 6.000 euro per una GTI, un prezzo che lascia spazio a diverse modifiche per renderla ancora più efficace su strada o nei rally, disciplina nella quale le dimensioni contenute le permettono di togliersi parecchie soddisfazioni.
Per chi vuole qualcosa in più, tra il 2003 e il 2007 Peugeot ha prodotto anche la 206 RC, una versione riveduta e corretta della GTI. Dotata di un cambio a 6 marce, di un assetto più rigido e di un motore 2.0 portato a 177 CV, ha prestazioni migliori e si guida meglio, ma costa di più: si parte da almeno 7.000 euro, salendo a 10.000 per gli esemplari migliori.
Renault Twingo RS
Anni di produzione: 2008-2013
Motore consigliato: 1.6 16v
Prezzi: 5.000-10.000 euro
Non poteva mancare un prodotto della mitica Renault Sport tra le migliori auto economiche da trackday. Come sapranno gli appassionati di auto francesi, le quotazioni delle (ormai ex) predilette per queste attività, ovvero Clio e Mégane RS, sono salite parecchio. Le uniche Clio sotto i 10.000 euro sono le Clio II, in versione pre-restyling e con motore da 169 CV, mentre le successive Phase II e la Clio III ormai sono stabili sopra i 10.000 euro. Lo stesso si può dire delle Mégane RS, con la prima serie, la 225, ormai stabilimente sopra i 10.000 euro.
Come portarsi a casa una “figlia” della divisione Renault Sport a prezzi contenuti? Semplice, prendere la più economica di tutte, la Renault Twingo RS. Rispetto a Clio e Mégane, ovviamente è più lenta: sotto il cofano troviamo un robusto 1.6 quattro cilindri bialbero da 133 CV, scaricati a terra da un cambio a 5 marce. Le prestazioni sono sufficienti (0-100 km/h in 8,7 secondi e 201 km/h), ma non esaltanti. Il vero “party trick” della Twingo RS era il suo telaio. Scegliendo una versione con telaio e sospensioni Cup (riconoscibili dai cerchi da 17 pollici e da una verniciatura viola sugli ammortizzatori e molle posteriori), infatti, la piccola Renault è agilissima e stabile tra le curve. Il pianale accorciato della Clio III fa il resto: i 133 CV non mettono mai in difficoltà la piccola francese, e anzi sembrano persino pochi vista la bontà ciclistica di Twingo.
Il prezzo, poi, è estremamente interessante: gli esemplari più chilometrati e meno curati a livello estetico partono da circa 4.500/5.000 euro, con le migliori Twingo RS post-restyling, più ricche dentro e con omologazione Euro 5, che arrivano a 10.000 euro. Come per gran parte delle altre auto, poi, dietro a queste vetture ci sono tanti appassionati, nonché diverse componenti derivate dall’utilizzo nei rally di Twingo nella categoria R1S. Se frequentate piste tortuose o volete cimentarvi nelle gare in salita o nei rally, la piccola Twingo RS può essere una scelta molto interessante.
Suzuki Swift Sport
Anni di produzione: 2006-2010
Motore consigliato: 1.6 VVT 16v M16A
Prezzi: 5.000-8.000 euro
Proseguiamo in ordine alfabetico la nostra lista delle migliori 10 auto con cui andare in pista con la Suzuki Swift Sport, un grande nome di questa categoria di vetture. Anche lei molto usata nei rally per la sua robustezza e per il suo telaio estremamente riuscito, per rientrare a pieno nel budget di 10.000 euro abbiamo inserito la prima generazione della Swift Sport, nota agli appassionati come ZC31S. Con la successiva ZC32 condivide il motore, il robustissimo 1.6 quattro cilindri aspirato M16A, dotato di 125 CV e di linea rossa oltre i 7.000 giri. Le prestazioni sono simili alla sua principale rivale Twingo RS: lo 0-100 km/h è coperto in 10 secondi e arriva fino a 200 km/h.
Come per la Twingo, anche la Swift Sport punta tutto sul piacere di guida. Agile, precisa, con un retrotreno vivace e uno sterzo preciso, Swift Sport è una vera e propria “nave scuola” per chi vuole imparare ad andare veloce in pista. Grazie ad un cambio manuale a 5 marce molto preciso, una pedaliera ideale per imparare il punta-tacco e un assetto rigido il giusto, la Swift Sport è un’automobile che riesce a regalare un piacere di guida davvero sorprendente per chi non la conosce.
Non per niente, per anni è stata la prima scelta per le società di noleggio in una pista nota in tutto il mondo come il Nurburgring. Scelta per la sua affidabilità e la sua facilità al limite, la piccola Swift Sport riesce a scendere sotto i 9 minuti all’Inferno Verde nel percorso BTG, Bridge to Gantry. Anche lei, come quasi tutte le protagoniste di oggi, ha grande seguito tra gli appassionati, rendendo facile il montaggio di upgrade che ne migliorano ulteriormente le prestazioni e la guidabilità.
Se volete “fare sul serio” e non girate spesso a Monza, sotto i 10.000 euro la Swift Sport è sicuramente una delle migliori auto con cui andare in pista. La successiva ZC32, con i suoi 136 CV, il cambio a 6 marce e un assetto meno nervoso, è ancora più efficace, ma costa di più. Per portarsi a casa una Swift Sport prima serie, infatti, bastano tra i 4.500 e i 8.000 euro, mentre per la seconda serie si parte da almeno 7.500 euro.
Volkswagen Golf V GTI
Anno di produzione: 2005-2008
Motore consigliato: 2.0 TFSI 200 CV
Prezzi: da 5.000 euro
Concludiamo la nostra top 10 delle migliori auto economiche con cui andare in pista con una delle automobili sportive più famose di sempre, la mitica Volkswagen Golf GTI, nello specifico la quinta serie. Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un particolare fenomeno quasi inspiegabile: le cugine SEAT Leòn Cupra e Skoda Octavia vRS, da sempre più economiche della raffinata Golf, oggi hanno prezzi superiori alla “regina” delle Hot Hatch. Per questo, oggi la più abbordabile diventa (a sorpresa) proprio la Golf GTI, che per motore, telaio e per un equilibrio a dir poco riuscito tra piacere di guida, usabilità e prestazioni, la quinta serie della compatta tedesca.
Dopo una terza e una quarta serie a dir poco deludenti in versione GTI, per la Golf V Volkswagen è tornata alla carica, con una GTI davvero gustosa e capace di lasciare il segno tra le Hot Hatch anni ’00. Dotata del potente 2.0 TFSI da 200 CV e disponibile sia con cambio manuale che con il veloce doppia frizione DSG, grazie ad un telaio rigido, ad un assetto riuscito e ad un’impostazione generale capace di unire la versatilità tipica delle GTI con una guidabilità, anche in pista, che riportava alla mente l’indimenticata GTI Mk1, per molti la Golf V GTI è la migliore, seconda solo alla incensata GTI Mk7.5.
Il prezzo, poi, è davvero intrigante. Con esemplari che partono da 5.000 euro e Golf in ottime condizioni proposte sotto gli 8.000 euro, grazie anche alle grandi possibilità di miglioramenti a livello telaistico e soprattutto motoristico, la Golf GTI V è perfetta per chi vuole usare l’auto in piste ampie e veloci. Il 2.0 TFSI ha infatti grandi potenzialità, e la ciclistica può essere ulteriormente migliorata.
Alla guida, non avrà l’indole sovrasterzante e nervosa di altre vetture più piccole, ma grazie alle dimensioni più generose e al passo lungo ha una stabilità maggiore, e garantisce velocità di percorrenza nelle curve veloci davvero importanti. Se volete adottare una guida pulita ma molto efficace, lei è la scelta giusta. Occhio solo al cambio DSG, che non è sempre a prova di bomba, mentre il 2.0 TFSI EA113 è piuttosto affidabile, più del successivo EA888.
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