Correva l’anno 1966 quando i tecnici Lamborghini decisero di fare qualcosa di insolito e mai visto su una vettura stradale. Il tutto comincia con il progetto Lamborghini TP400, un telaio per una vettura con motore centrale. Non si tratterà di un propulsore qualunque, bensì di un V12.
L’azienda di Sant’Agata Bolognese era nata da appena tre anni, quindi poteva e voleva osare. La sua forza risiedeva anche in un giovane team di ingegneri ambiziosi, due dei quali brillavano per la loro grinta e le loro capacità: Giampaolo Dallara e Paolo Stanzani (che ha partecipato in prima linea anche alla creazione dello stesso propulsore V12 per le stradali).
Furono loro due a guidare lo sviluppo di Automobili Lamborghini sin dai primi anni, furono loro a girare il V12 sul citato telaio. Il 4.0 l V12 (V di 60 gradi) da 350 CV (nella sua prima versione) era stato posizionato trasversalmente al telaio, una soluzione tecnica che permetteva di creare più spazio per il resto della componentistica meccanica (e l’abitacolo). Per la prima volta nella storia un V12 veniva montato in questo modo su una vettura stradale.
Il disegno della carrozzeria fu affidato al carrozziere Nuccio Bertone, orgoglioso di poter lavorare al progetto, ma scettico sui numeri di vendita (pensava ne sarebbero state vendute 50 in 3 anni).
La Lamborghini Miura P400 nacque diversa da ogni altra auto, battendo subito il record di vettura di serie più veloce del mondo e poi travolgendo la Casa (e Bertone) con un successo inaudito: furono vendute 763 Lamborghini Miura in 7 anni.
Nei primi tre anni di Lamborghini il suo fondatore, Ferruccio, era fiero del suo marchio e dell’apprezzamento che le sue gran turismo stavano riscuotendo a livello globale. La Miura, una delle prime supercar vere e proprie fu un traguardo importantissimo ed amatissimo anche dall’imprenditore, sempre in corsa per sfidare, sconvolgere e stupire ogni altro produttore di auto sportive.
Lamborghini Miura, una “modella” per cinema e riviste
Il successo della Lamborghini Miura la precedeva, un po’ come la fama degli artisti. Non è un caso che questa vettura fu scelta in numerosi film (43 per la precisione) per coprire “ruoli” importanti e di rilievo. Il più celebre di questi è senza ombra di dubbio “The Italian Job”, la cui scena introduttiva la vede impegnata in un concerto di ben 3 minuti di accelerazione.
Decine di riviste, inoltre, hanno incorniciato questo capolavoro automobilistico nelle proprie copertine sin dal 1966, anno in cui fu raccontata dall’ex pilota Paul Frère, da poco diventato giornalista di Autocar. Va ricordato anche l’articolo di Leonard Setright per il giornale mensile Car, in cui racconta il suo viaggio da Sant’Agata a Londra a bordo di Lamborghini Miura P400. La Miura, comunque, non si limitò a presenziare su pellicole e copertine, ma, come detto, fu un successo commerciale importantissimo. Tra le celebrità che ne sistemarono una nel garage ci sono nomi del calibro di Little Tony, Rod Stewart, Jay Kay, Peter Sellers, Twiggy, Johnny Hallyday, Miles Davis, Jean-Pierre Beltoise, Elton John e Van Hallen.
Autore: Nicola Accatino
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