Mentre proseguono i colloqui fra il governo Meloni e le Case auto cinesi su eventuali fabbriche da avviare nel Belpaese, i Gruppi orientali si indirizzano altrove: stavolta il colosso SAIC (di MG) sceglierà fra Spagna, in pole position, e in subordine Ungheria.
Tenendo come terza scelta la Repubblica Ceca. Ignoti i motivi per cui la nostra nazione neppure venga presa in esame, così come ha fatto a suo tempo il gigante del Dragone BYD, insediatosi in Ungheria, e Chery, con base a Barcellona. Al momento, la Cina da associare all’Italia resta la nostrana DR, che assembla in Molise i pezzi provenienti dal Paese della Grande Muraglia, e la cinese Leapmotor, che userà la rete vendita Stellantis.
SAIC pare opti in particolare per la Galizia. Con maggiore decisione ora, perché l’Ue ha piazzato extra dazi sulle elettriche cinesi: tasse da non pagare producendo in loco. La “made in Europe” del Gruppo asiatico la vedremmo così nel 2027. Essendo vicina al Regno Unito, la Spagna sarebbe pure l’ideale trampolino di lancio di MG in Europa. All’interno della stessa penisola iberica, la Galizia e altre due comunità autonome spagnole, Aragona e Cantabria, si contendono la corteggiatissima SAIC con pacchetti di sussidi.
Chissà, forse per risultare più attraente agli occhi dei ricchissimi cinesi, la nostra nazione necessiterebbe di una reale svolta a livello di burocrazia, costi energetici, diritto, propensione ai cambiamenti. Cambio di marcia non pervenuto né con questo governo né tantomeno coi precedenti.
Autore: Mr. Limone