Energia nucleare e automotive hanno davanti un destino che li porterà a essere sempre più in simbiosi. Che sia forzato o fisiologico, il rapporto tra il mondo dell’automotive e quello inerente l’energia nucleare è destinato a intensificarsi, tanto che già nel 2025 si prospetta un’annata da record per quel tipo di energia prodotta dalla reazione tra atomi e che con la transizione elettrica sembra essere l’unica soluzione per far fronte alla decarbonizzazione. Scopriamo meglio cosa si prospetta.
Decarbonizzare nella maniera più veloce? Al momento sarebbe possibile solo con il sostegno dell’energia nucleare. Questo tipo di energia tutt’altro che ecologica e tutt’altro che rinnovabile viene scelta da un numero sempre più crescente di nazioni, le quali stanno investendo su questa fonte energetica per rendere la propria economia meno dipendente dalle fonti fossili. È paradossale come un rimedio non pienamente ecologico sia al momento la soluzione più gettonata per far fronte alla crescita ecologica imposta dall’Unione Europea con il piano Fit for 55 che punta ad accelerare la transizione elettrica. Il picco verrà raggiunto nel 2025, lo certificano i numeri rilevati della International Energy Agency (IEA), che vanno in netta controtendenza rispetto alle scelte intraprese nel Vecchio Continente dal leader verde, la Germania, che punta a chiudere l’era dell’atomo investendo nelle energie rinnovabili.
L’ International Energy Agency prevede che Cina, India, Corea e altri Paesi europei a breve saranno pronti per mettere in funzione nuovi reattori. Non è escluso anche il Giappone che dovrebbe tornare a produrre energia dopo aver fermato i suoi 54 impianti a seguito del disastro di Fukushima. E i nostri vicini? Se l’Italia continua a declinare l’ipotesi del ritorno al nucleare, i vicini di casa non scherzano, basti pensare alla Francia che sta pianificando un aumento di produzione. Quindi l’incremento nella produzione e nell’utilizzo di energia nucleare potrebbe rappresentare la soluzione al problema attuale che presenta una richiesta di energia elettrica in continua crescita: nel 2023 è salita del 2,2% soprattutto a causa di veicoli elettrici, pompe di calore e produzione industriale a bassa impronta di carbonio, mentre dal 2024 al 2026 salirà del 3,4%. L’Italia non può continuare a stare alla finestra oppure acquistare energia da chi la utilizza proprio generandola dalla reazione degli atomi, qualcosa va fatta.
Tutto con l’interessante scenario di cosa sarà, entro qualche decennio, la fusione nucleare. In altri termini, il fenomeno fisico che provoca la fusione tra gli atomi e che alimenta l’energia del sole e che ha dato la vita a tutti gli esseri che popolano questo pianeta.
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