Abbiamo provato la nuova Hyundai Ioniq ibrida plug-in 2020: nuovi dettagli estetici e sistemi di assistenza alla guida ottimizzati per ridurre ancor più i consumi.
Hyundai Ioniq possiede un primato, uno di quelli importanti. È stata infatti la prima vettura a offrire, sotto la stessa carrozzeria, ben tre motorizzazioni differenti, tutte nel segno dell’elettrificazione. La ibrida, la plug-in e, come ciliegina sulla torta, la versione full electric. Era il 2016 e a tre anni di distanza ecco il MY2020 di Ioniq, un’auto che punta in alto pur tenendo fede ai suoi cavalli di battaglia. Ioniq diventa così manifesto della mobilità secondo Hyundai, senza dimenticare la Kona elettrica, assente tre anni fa, e l’inedita Nexo a idrogeno, auto frenata dall’indisponibilità di impianti di ricarica (in Italia) ma sulla quale Hyundai stessa sta scommettendo una fetta importante del suo futuro.
Avendo provato in passato lo stesso modello prima del restyling, abbiamo voluto toccare con mano gli aggiornamenti del restyling, un restyling che ha interessato non solo la parte estetica, specie negli interni, quanto la batteria, la cui capacità è aumentata del 36%, e di conseguenza l’autonomia in elettrico. Andiamo, però, con ordine: ecco come va la nuova Hyundai Ioniq ibrida plug-in in questo primo contatto nelle strade della periferia di Milano.
Partendo da un coefficiente aerodinamico, o Cx, di 0,24, mantenuto uguale rispetto alla “prima” Ioniq, gli uomini di Hyundai sono andati ad intervenire sui classici dettagli, quelli, però, che fanno subito una grande differenza. Stiamo parlando delle nuove luci diurne a LED, ora con un doppio artiglio nella parte bassa dei paraurti anteriori e di diverso disegno al posteriore , così come sono nuovi, e più luminosi, i full LED. Nuova anche la calandra.
Entrano in gamma anche nuovi cerchi, da 16” e 17”, con i primi specifici per la versione PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) che abbiamo testato in questo nuovo contatto. Si nota poi una certa cura, risultante nel Cx di cui sopra, nello studio delle linee, sempre gentili e aggraziate ma, soprattutto, molto aerodinamiche.
La due volumi coreana si presenta così uguale in termini di dimensioni così come è uguale la parte spiovente del tetto, avvicinandosi al lato B. Permane, però, un problema già riscontrato in passato: il lunotto posteriore, ancora una volta, è inframmezzato dall’elemento della coda sul quale giace il terzo stop e che funge da leggero spoiler aerodinamico: in termini di visibilità posteriore, senza contare la telecamera, si poteva fare qualcosa di più.
Parlavamo di dimensioni e la Ioniq si conferma molto spaziosa anche dentro, dove si sta davvero comodi in cinque, grazie al passo di 2,7 metri. Dentro, invece, lato conducente, si apprezzano le tante novità introdotte in abitacolo. Partiamo dal nuovo cluster dei comandi virtuali, da 7”, molto curato esteticamente e dal quale si tengono sotto controllo tutti i parametri della vettura. Confermata la modalità Sport, è molto più avvincente il gioco di luci rosse che si viene a creare inserendo la suddetta modalità, quando si dice piccoli dettagli in grado di fare la differenza.
Se il volante si è arricchito di pulsanti, centralmente è completamente cambiato il sistema di infotainment: via il vecchio sistema con display LCD da 8” con grafiche migliorabili per lasciare spazio al nuovo schermo, posto più in alto, a mò di tablet, con dimensione da 10,25” sul secondo allestimento (rimane da 8” sul primo) sotto il quale prendono spazio i nuovi comandi a sfioramento, molto gradevoli, sia del clima sia delle varie funzioni disponibili.
Un’altra novità è rappresentata dal “debutto” del freno di stazionamento elettronico che ha mandato in pensione il vecchio pedale, ancora presente su alcune giapponesi/coreane, mentre i paddle dietro il volante ora svolgono un’altra preziosa funzione che vedremo su sempre più ibride in futuro. Con il paddle di destra (+) si diminuisce il recupero di energia (sulla logica di funzionamento, bisognerebbe chiedere ai coreani perchè il + va a diminuire…) mentre con il paddle a sinistra (-) accade il contrario, potendo settare su tre livelli il recupero di energia quando si vuole massimizzare la ricarica della batteria durante la marcia.
La capacità del bagagliaio è rimasta invece la stessa, pari a 341 litri.
Escludendo la versione elettrica (la cui nuova batteria ha aumentato l’autonomia) e concentrandoci sull’ibrido, le nuove Ioniq Hybrid e plug-in Hybrid combinano invece il quattro cilindri Kapp 1.6 GDI da 105 CV e 147 Nm di coppia a due differenti motori elettrici. Nel caso della Hybrid si tratta di un motore elettrico a magneti permanenti che eroga 43,5 CV (32 kW) e 170 Nm di coppia massima, alimentato da una batteria a ioni polimeri di litio da 1,56 kWh posizionata sotto al divano posteriore, capace di operare in modalità completamente elettrica fino alla velocità di 120 km/h.
Il motore elettrico della versione Plug-in Hybri d eroga invece 60,5 CV (44,5 kW) e 170 Nm grazie a una batteria agli ioni polimeri di litio da 8,9 kWh che garantisce fino a 52 km di guida esclusivamente elettrica. Nella combinazione di motore elettrico e propulsore a combustione interna, i due modelli sviluppano un massimo i 141 CV (106,6 kW) e fino a 265 Nm di coppia massima.
Molto breve, sia in termini di tempo sia in termini di chilometraggio, per valutare quanto sia cambiata la nuova Hyundai Ioniq ibrida plug-in al capitolo “impressioni di guida”. Avevamo lasciato una vettura sincera, non certo sportiva ma capace di offrire un buon se non ottimo assetto di guida, votato alla neutralità, e caratterizzato da una progressione costante del motore ibrido, la cui potenza è rimasta la stessa.
Ci ritroviamo su una vettura che, come abbiamo visto, si è affinata nei contenuti, specie di tipo tecnologico all’interno, e che offre sempre un buon piacere di guida supportato dal piacere di potersi muovere in elettrico senza inquinare, sempre a patto di avere le batterie completamente cariche.
Ad aumentare è la sensazione di frenata “indotta” dalla rigenerazione che, come abbiamo visto, è ora impostabile su più livelli, cosa che non avveniva in passato. I consumi, invece, difficilmente giudicabili in un test così breve, dichiarano un promettente 1,1 l/100 km in WLTP, il tutto quando il sistema lavora alla sua massima performance.
Una nuova e utile funzione per massimizzare il rendimento energetico è invece l’Eco-Driving Assist System, o Eco DAS, il quale legge le informazioni del navigatore per segnalare al conducente i migliori punti dove effettuare il cosiddetto lift and coast, ovvero alzare prima il piede dal gas in prossimità di una sosta per recuperare più energia e allo stesso tempo diminuire i consumi (in modalità Eco tra i 40 e i 160 km/h).
Essendo il motore rimasto lo stesso, il dato di poco superiore ai 2 l/100 km da noi registrato in passato non può che offrire un ottimo biglietto da visita anche per questo model year. Non possiamo esprimerci sulla ricarica, non avendola effettuata, possiamo però dirvi che in dotazione c’è il cavo per effettuare la ricarica a 3,3 kW, così come quella dalla presa domestica (circa 6 ore per ricaricare completamente le batterie).
Sul fronte della sicurezza la novità di Ioniq è la funzione eCall, ossia la chiamata automatica che parte al servizio di emergenza nazionale in caso di scoppio degli airbag. Ora il sensore di angolo cieco rileva anche i ciclisti.
Sono semplicemente due gli allestimenti previsti per Hyundai Kona ibrida plug-in MY2020, Tech e Prime, il primo proposto al prezzo di 36.800 euro (per il finanziamento, meglio dare uno sguardo al sito ufficiale Hyundai) il secondo a partire da 39.450 euro. Prima di dare un’occhiata agli equipaggiamenti di serie, a sottolineare quanto sia completa, rimangono escluse le sole vernici metallizzate (di serie la sola metallizzata Fiery Red) proposte a un prezzo di 650 euro, mentre i colori pastelli costano 250 euro in più.
Confermando la garanzia 5 anni/km illimitati, troviamo di serie sull’allestimento Tech 7 airbag, i sistemi di assistenza alla guida Hyundai SmartSense (tra gli altri, frenata d’emergenza, Smart Cruise Control, abbaglianti automatici), cerchi in lega da 16”, fari anteriori full LED, specchietti riscaldabili e ripiegabili elettricamente con indicatori di direzione integrati, cavo per la ricarica domestica, clima bi-zona, Cluster Super Vision (display LCD TFT 7”), Drive Mode Select, radio touchscreen da 8” con DAB, presa USB e Apple CarPlay più Android Auto, retrocamera posteriore con assistenza al parcheggio (e sensori), interni in tessuto.
La più ricca Prime aggiunge a tutto ciò ulteriori sistemi di assistenza alla guida (Rear Cross-Traffic Collision Warning, sistema di mantenimento al centro della carreggiata, sistema di monitoraggio degli angoli ciechi, sistema di monitoraggio dei limiti di velocità) vetri posteriori oscurati, sedile guidatore con regolazione elettrica e funzione memory, sensori di parcheggio anteriori, caricatore wireless per smartphone, sistema di navigazione con schermo touchscreen da 10,25” con Blue Link e mirroring.
Bernie Moreno, neo-senatore eletto dell’Ohio e venditore di auto, si è messo in testa di…
Tempo di lettura: < 1 minuto La produzione di auto in UK è crollata ai…
La Kia Syros è la nuova SUV compatta pensata per l'India ma con contenuti adatti…
In un contesto di rialzo generalizzato dei listini, il noleggio a lungo termine costituisce un’alternativa…
Sono stati consegnati i primi settanta esemplari di Alfa Romeo Stelvio in dotazione alla Polizia…
Dal 10 al 19 gennaio Alfa Romeo sarà protagonista dell’imminente edizione del Bruxelles Motor Show…