Il dispositivo Halo che aumenta del 17% la sicurezza dei piloti è l’ultimo colpo basso al Circus che è sempre meno affascinante.
Se gli americani di Liberty Media intendono affossare completamente l’appeal che la Formula 1 ha avuto per tanti anni sugli appassionati, sono sicuramente sulla strada giusta. Se invece l’aver acquistato il business della F1 da Bernie Ecclestone prevedeva anche qualche forma di guadagno, allora qualcosa non va.
Lasciamo stare la polemica sulla scomparsa delle ombrelline dalla griglia di partenza, in nome di non meglio precisati valori e di un supposto rispetto delle norme sociali di oggi. Che poi non sono proprio gli americani quelli che hanno inventato le ragazze pon pon o cheerleader, che dir si voglia? Lasciamo stare anche la nuova gestione dei diritti televisivi che ha estromesso del tutto la televisione pubblica in favore di TV8, che comunque trasmetterà solo quattro gare in diretta in chiaro (Monza, USA, Messico e Abu Dhabi). Lasciamo stare pure il complesso e difficilmente comprensibile regolamento tecnico, che ha portato alla progettazione di monoposto che hanno lo stesso sound dell’aspirapolvere di casa.
Lasciamo stare, inoltre, il costo dei biglietti, che è sempre stato alto, e la siderale distanza dei piloti e dei team dal pubblico. Insomma, facciamo finta che la Formula 1 sia ancora, quasi, quella di una volta.
L’Halo era proprio necessario? Certo, proteggere la vita e la salute dei piloti è importante, e anche un aumento della sicurezza passiva del 17% – quello che porta Halo secondo gli stessi test condotti dalla FIA – è una ottima ragione, ma vogliamo parlare di quanto sia brutto questo strano “attrezzo” fissato sopra l’abitacolo? In questi giorni sono state presentate la maggior parte delle monoposto, Ferrari e Mercedes incluse, e il giudizio è impietoso. Ma non soltanto il nostro, anche quello del team principal della Mercedes, Toto Wolff, che non è proprio l’ultimo arrivato “Questo dispositivo non mi piace per niente e se potessi lo farei subito sparire con una motosega. Ovviamente sono convinto che dobbiamo preoccuparci della sicurezza dei piloti, ma Halo esteticamente lascia molto a desiderare, dunque penso che per il futuro dovremmo semplicemente trovare una soluzione migliore”.
Ma secondo Wolff non è solo un problema di estetica “L’Halo ha un peso enorme sulla parte superiore della monoposto e viene avvitato direttamente al telaio, tanto che può reggere un carico pari a quello del peso di un autobus a due piani. Tuttavia non ci dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di vetture da Formula 1”.
Sebastian Vettel, invece, è stato più positivo “Non credo che l’Halo darà fastidio, ritengo che sia molto meno intrusivo di quello che pensavo. Tutti ci abitueremo al suo utilizzo”. Fatta la tara di tutto, la sensazione che rimane è che Halo sia stata una soluzione trovata in fretta e furia, una risposta a un’esigenza sollevata non si sa bene da chi – non certo dai piloti – a favore di un aumento della sicurezza che alla fine è anche abbastanza ridotto. Forse ci potevano essere altre soluzioni, come l’aeroscreen che nella Indycar è in fase di sperimentazione, o forse si poteva pensare a qualcosa di radicalmente diverso. Quello che è certo è che le nuove monoposto sono davvero brutte da vedere e la Formula 1 è anche bellezza, oltre che pura velocità. O almeno lo era una volta.
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