La sveglia arriva come sempre troppo presto. Sono le 9.30, il nostro fotografo è distrutto, beve circa 4 caffè nel giro di mezz’ora e siamo pronti a lasciare Pisa. Destinazione finale Roma con tappa intermedia Grosseto: trovandosi sul tragitto, abbiamo deciso di fare una piccola deviazione (vedi giorno 1) per visitare questo caratteristico comune toscano.
Il tempo è grigio, ma almeno non piove. Il cielo carico di nuvoloni non è certo il mio clima ideale, mentre ad essere felice è Alessandro (il nostro fotografo, Ndr): dice di riuscire a lavorare meglio con queste condizioni di luce. Sarà, ma io avrei preferito una bella giornata di sole, anche se grazie al sound del V10 da 550 CV ogni giorno è un giorno felice.
Dopo pochi chilometri di viaggio siamo a Grosseto, il capoluogo più a sud tra quelli toscani. È inoltre uno dei pochi capoluoghi di provincia (con Ferrara, Bergamo, Lucca) il cui centro storico è rimasto completamente circondato da una cerchia muraria, nell’insieme integra, che ha mantenuto pressoché immutato il proprio aspetto nel corso dei secoli. Per questo abbiamo scelto la splendida Piazza Dante come scenario fotografico a testimonianza del nostro passaggio attraverso questa splendida cittadina.
Avendo fatto un’abbondante colazione, niente pranzo. Prima di rimetterci in viaggio però abbiamo posteggiato la nostra Gallardo LP 550-2 davanti ad un bar per prendere un veloce caffè. Immaginatevi la quantità di sguardi che avevamo addosso scendendo dal nostro bolide Arancio Borealis. Ma l’aspetto più divertente sono stati i commenti dei curiosi che, approfittando della nostra sosta, si sono assiepati intorno all’auto. Qualcuno ha iniziato dicendo “è la nuova Miura, quella con il motore rotante”, un altro ha proseguito “ma no, è la nuova Lamborghini con il motore ibrido”, qualcuno è addirittura arrivato ad affermare che si trattava della versione con due motori da 800 CV. Prima che uno dei curiosi dichiarasse di avere davanti a sé un Transformer siamo saliti in auto, anzi scesi vista l’altezza da terra della Gallardo, e abbiamo ripreso il nostro viaggio. Dopo pochi chilometri, nonostante i buoni propositi di cui sopra, ci siamo concessi una pausa pranzo. È vero, ci eravamo ripromessi di non pranzare, ma abbiamo facilmente ceduto alla tentazione di una fiorentina da 1 kg e di altre bontà toscane. Tra un antipasto e un primo abbiamo fatto le 16: tardi, troppo tardi per la nostra tabella di marcia. Abbiamo quindi impostato il navigatore verso l’hotel NH Vittorio Veneto di Roma e ci siamo rimessi al volante. Il tragitto da Grosseto a Roma è stata un’esperienza di guida unica che ci ha portato ad attraversare paesaggi incantevoli, come la zona dei vini, la Maremma toscana e l’arco tirrenico, dove si affacciano le isole dell’arcipelago toscano, tra cui l’Elba, il Giglio e Capraia.
Entriamo in Roma verso le 18.30, orario pessimo. Il traffico è a dir poco allucinante e i motorini sfrecciano a destra e a sinistra della nostra Lamborghini. Guardo il navigatore, 5 km all’arrivo; penso, siamo salvi, è quasi fatta. Quaranta minuti dopo siamo ancora a 2 km dall’arrivo, ma almeno i passanti ci hanno fatto sorridere con le escavazioni più bizzarre. C’è chi ci ha urlato ‘Bravi, Complimenti, Auguri’, chi ci indicava stupefatto, persino alcune scolaresche – sentendo un rombo avvicinarsi – abbandonavano l’inquadratura del monumento di turno per spostare l’obbiettivo delle loro compatte verso di noi. Nonostante Roma sia una città ricca di bellezze architettoniche, una Lamborghini non passa certo inosservata. Provate a immaginare decine, centinaia di vetture col toro sul cofano che fanno il loro ingresso trionfale in occasione del Grande Giro: sarà indubbiamente un evento suggestivo.
Arrivati in albergo decidiamo di riposarci e far riposare la nostra vettura, che ha già fatto oltre 800 km dalla partenza. Dopo una cena nel quartiere dei Paroli a Roma, verso le 23.30 approfittiamo del calo del traffico e della scomparsa dei turisti e ci avventuriamo tra i pavé romani fino ad arrivare al Colosseo. Impossibile resistere al fascino della Roma imperiale: nonostante l’abbia già visto tantissime volte, resto sempre colpito dalla magnificenza di quest’opera. Mentre contemplo il Colosseo un gruppo di turisti canadesi si è radunato intorno alla nostra Lamborghini Gallardo. ‘Amazing’ è la parola che ripetono quasi all’infinito, ci chiedono se siamo il Top Gear Italiano e chi sia il Jeremy Clarkson del nostro gruppo. La traduzione inglese del nome della nostra testata non è certo emozionante: car enthusiasts, ma a loro piace e sorridono. Salutati i canadesi veniamo circondati da un gruppo di persone che sta festeggiando il diciottesimo compleanno di una ragazza, foto di rito tutti attorno alla vettura e solito vociare di varie amenità sul modello in questione. Qualcuno si spinge a dire che abbia addirittura un doppio motore a idrogeno: o la Lamborghini ispira, oppure evidentemente alla festa avevano alzato un po’ il gomito.
Capito che il Colosseo non è il luogo più adatto per gli scatti fotografici, ci dirigiamo accompagnati dal rauco tuono del V10 in Piazza dei Cavalieri di Malta, dove basta sporgere giusto un occhio dalla serratura del monastero del Sovrano Militare Ordine di Malta per godere di uno spettacolo incredibile: coronato dalla vegetazione sistemata ad hoc, ecco in prospettiva l’imponente “Cuppolone”, come i locali amano chiamare la Cupola di San Pietro, che appare come per magia.
In verità, siamo andati in quella piazza su consiglio di un collega residente nella Capitale, per fare alcuni scatti alla Lamborghini accanto a dei gargoyle. Ci siamo guardati attorno più volte ma, a parte un muro neoclassico decorato da obelischi e trofei militari, dei gargoyle nemmeno l’ombra. Sono le 3 di notte e inizia a piovigginare, ci dirigiamo verso Viale della Conciliazione per un ultimo scatto fotografico. Nonostante sia tardi Alessandro (sempre il fotografo, Ndr) monta i suoi trabicoli infernali: luci, cavalletti, ombrelli e quant’altro ci siamo dovuti portare da Torino all’interno del piccolo abitacolo della Gallardo, mentre io cerco di pulire al meglio la carrozzeria della vettura dalle gocce di pioggia. Anche l’ultimo scatto è fatto, si rientra in hotel. Sono di nuovo le 4.30 e la sveglia suona tra meno di 5 ore. Domani si va a Bologna, il Grand Tour al volante della Gallardo LP 550-2 per celebrare il 50° anniversario Lamborghini continua, restate con noi.
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