Per quanto per noi italiani il nome Forthing non rappresenti nulla di storico, questo marchio, proprietà del colosso cinese Dongfeng Liuzhou Motor Group nato nel 1954, rappresenta una realtà ben consolidata nel mercato mondiale con una distribuzione di veicoli che ha superato i 2 milioni di unità vendute negli ultimi due decenni. Forthing arriva nel mercato italiano grazie al gruppo FTH, che ha studiato una società ad hoc per l’importazione e la distribuzione chiamata TC8. Ma come si inserirà Forthing nella folta foresta di brand presenti sul mercato?
I modelli saranno tre e tutti full optional: un SUV con motorizzazioni termiche, uno con motorizzazione elettrica e una monovolume a 7 posti. Alla fine dell’anno si aggiungerà alla gamma una berlina a batteria basata su piattaforma nativa elettrica.
I prezzi di queste vetture si rivelano molto competitivi se confrontati con auto dello stesso segmento con allestimenti di pari livello. Tutte le vetture offrono infatti di serie cockpit digitale, sistema infotainment con telecamere a 360°, sedili in similpelle, vano refrigerato nel poggiabraccio, climatizzatore automatico monotona, cerchi in lega da 19”, fari full-led e tetto panoramico. La Forthing T5 EVO è proposta ad un prezzo di 32.900 euro per la motorizzazione a benzina e 34.500 euro per la Dual-Fuel a GPL. La versione sportiveggiante con alimentazione full-hybrid T5 HEV da 245 CV ha un prezzo di 37.900 euro.
La proposta elettrica del brand cinese Forthing Friday in versione Long Range con batteria da 86 kWh ha un prezzo di 43.500 euro, ma siamo in attesa di scoprire il prezzo della versione Standard Range in arrivo a fine anno. Per la grande monovolume Forthing U-tour in configurazione 5 posti il prezzo è di 33.900 euro in versione benzina e 35.500 euro per la versione GPL. Per la 7 posti a benzina il prezzo è di 34.900 euro, mentre la versione a GPL costa 36.900 euro.
La prima vettura, Forthing T5, è un SUV lungo 4,56 metri, dimensione che la fa entrare di pieno diritto nella categoria dei SUV di segmento C. Si presenta con un design abbastanza dinamico, con tratti chiaramente ispirati a due alcuni marchi di lusso europei, uno italiano e uno tedesco, che insieme alla presenza di 4 terminali di scarico danno un’idea marcata di sportività alla vettura nonostante le motorizzazioni decisamente non estreme. Molto caratteristici i gruppi ottici anteriori, con una firma luminosa data dalla luce diurna ben separata dai gruppi ottici a sviluppo verticale, posizionati agli estremi del paraurti. Tutte le versioni montano cerchi da 19” e l’unica scelta è il colore della carrozzeria. Come anticipato, Forthing T5 viene proposto in due versioni, che differiscono per la motorizzazione. La prima versione è chiamata T5 EVO ed è spinta dalla motorizzazione a benzina o Dual-Fuel benzina/GPL, composta dal collaudato motore 4A95TD di origine Mitsubishi: il 1.5 turbo è in grado di esprimere una potenza di 177 CV e viene abbinato ad un cambio a doppia frizione a 7 rapporti prodotto da Magna. La seconda versione, la T5 HEV, si distingue per un frontale chiaramente ispirato al SUV di successo della casa di Sant’Agata Bolognese ed è mossa dal più potente powertrain full-hybrid, che vede lo stesso motore abbinato ad una unità elettrica da 55 kW per una potenza complessiva di 245 CV.
Gli interni di Forthing T5 EVO si presentano molto bene, con scelte estetiche poco azzardate, assemblaggi curati e tantissimi vani portaoggetti sparsi all’interno dell’abitacolo, compreso un vano refrigerato inserito sotto al bracciolo centrale. Anche la dotazione tecnologica è buona, ma con qualche limitazione: il quadro strumenti digitale è facile da leggere ma non è configurabile, ed è difficile accedere ai dati sul viaggio e sui consumi. Il display centrale è in posizione molto comoda e mostra la vista a 360° in manovra o quando si inserisce l’indicatore di direzione. Però la logica di funzionamento delle schermate è decisamente migliorabile: è difficile accedere alla schermata del climatizzatore, necessaria in quanto dalla plancia dedicata non è possibile visualizzare le impostazioni inserite. Le sedute sono molto comode anche per i passeggeri posteriori, e il pavimento completamente piatto consente di star comodi in 5 anche nelle lunghe percorrenze. Lo spazio per le gambe è abbondante e la sensazione di benessere a bordo è amplificata dalla presenza del tetto panoramico, di serie su tutte le versioni. Bene anche il bagagliaio, con 370 litri si conferma la media del segmento.
La proposta elettrica di Forthing è rappresentata dalla Friday: basata sulla stessa piattaforma EMA della T5 EVO, si presenta con un frontale smussato rispetto alle versioni termiche per migliorare l’aerodinamica e un disegno dei gruppi ottici leggermente differente con una cornice nera che ingloba i proiettori e le luci diurne. Il motore ha una potenza di 150 kW (204 CV) ed è alimentato da una batteria da 86 kWh (garantita 8 anni o 160.000 km) che consente percorrenze dichiarate di 510 km con una ricarica. Peccato per la potenza di ricarica in DC, limitata a soli 80 kW di assorbimento massimo. È prevista l’introduzione di una versione con batteria più piccola alla fine dell’anno con un’autonomia di 400 km che sarà proposta ad un prezzo più competitivo.
L’ultimo veicolo è la monovolume U-tour, vettura da 4,85 metri di lunghezza basata anch’essa sulla piattaforma EMA della T5 EVO e della Friday opportunamente allungata per ospitare comodamente 7 persone. Le motorizzazioni sono le stesse della T5 EVO, quindi benzina o Dual-Fuel GPL da 177 CV. L’estetica è decisamente “asiatica”, con una linea di cintura molto alta e un frontale con una grande griglia nera e tante cromature. Il logo centrale è illuminato ed è incastonato sopra la calandra. Il gusto è decisamente poco europeo, ma la versatilità di questa vettura è indiscutibile: gli interni sono veramente spaziosi e configurabili grazie ai sedili della seconda fila con guide per lo scorrimento laterale e la disposizione dei sedili nella versione a 7 posti, con due poltrone molto comode per la seconda fila e un divanetto a tre posti per l’ultima fila, garantendo spazio abbondante per tutti gli occupanti. Gli interni sono molto simili a quelli della T5 EVO e della Friday, con sedili comodi in materiale morbido, inserti morbidi in tutte le parti a contatto con i passeggeri e un tetto panoramico che illumina lo spazioso abitacolo. In versione 7 posti, il bagagliaio ha una capacità di 380 litri, che diventano 1.960 abbattendo seconda e terza fila.
L’esemplare in prova è la Forthing T5 EVO nella sua versione a benzina, la più economica del lotto. Nonostante l’estetica indichi una certa sportività, il carattere della vettura è decisamente più pacifico. I comandi sono tutti molto leggeri, con uno sterzo non molto preciso e un pedale dell’acceleratore poco consistente. Il freno tende a mordere subito ed è necessario fare l’abitudine al suo comportamento, specie in manovra o in coda dove arrestare il veicolo può diventare poco piacevole. L’assetto è morbido e invita ad una guida tranquilla, con rollio e beccheggio molto marcati dati dalle sospensioni tarate per il comfort degli occupanti. Ma è il comportamento del propulsore a confermare l’indole turistica della T5 EVO: il motore Mitsubishi spinge solo agli alti regimi, con un suono non proprio piacevole che invade l’abitacolo in ripresa.
Il comportamento del cambio DCT a 7 rapporti è valido se la guida è tranquilla, con cambiate morbide e mai veloci anche selezionando la modalità sportiva. Nonostante il comportamento pacifico del powertrain, i consumi non sono proprio dei migliori: circa 10 litri per 100 km in città, complice il mancato intervento dello start&stop. La vettura è dotata di ADAS abbastanza completi, con centraggio della corsia e cruise control adattivo con guida autonoma in coda. Peccato siano stati tarati in maniera un pò approssimativa, con il volante che tende a muoversi in maniera aggressiva quando si attiva l’anti abbandono della corsia e il cruise control adattivo che tende ad arrivare molto lungo nelle frenate durante la marcia in coda. Dietro al volante troviamo un quadro strumenti digitale, simile a quello visto sulle concorrenti coreane, piacevole alla vista e ben leggibile, ma è difficile trovare le informazioni relative al viaggio e ai consumi. In manovra e nei cambi di corsia le telecamere a 360° permettono di avere piena visibilità in tutti e 4 i lati della vettura, con immagini di alta qualità disponibili anche in vista 3D. La meccanica è comune con la U-tour, quindi possiamo immaginare un comportamento molto simile anche per la monovolume.
Autore: Alessandro Pittau
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