Gli appassionati di pellicole americane e di motori a stelle e strisce non possono non conoscerla. Torniamo con la memoria al 1968, quando nelle sale uscì “Bullitt”, storica pellicola diretta da Peter Yates e interpretata magistralmente da Steve McQueen. C’era, però, un’altra protagonista, la Mustang GT nel suo colore verde scuro; da quel momento, la storia stessa di questo modello ha preso una svolta entrando nella leggenda e, per il cinquantesimo, Ford ha pensato bene di lanciare un’edizione limitata che riprendesse il fascino di quell’icona, la Ford Mustang Bullitt.
Quei 10 minuti di inseguimento del film Bullitt hanno fatto la storia e meritano di essere visti, poiché si vedono una Mustang GT390 in grande spolvero e una Dodge Charger R/T nera, guidata da Bill Hickman. 10 minuti di storia del cinema, per uno degli inseguimenti più famosi di sempre.
La leggenda oggi è tornata e noi l’abbiamo provata per dirvi quali sono le sue peculiarità, ma soprattutto cosa si prova a guidare quel 5.0 V8 (leggermente più potente dell'”originale”), che fa venire il mal di stomaco all’Unione Europea e ai suoi limiti di emissioni, ma che è ancora in grado di far venire dei sorrisi grossi così.
Partiamo da ciò che la differenzia da una “normale” Mustang GT, ossia quei dettagli che balzano subito all’occhio. La Mustang Bullitt, infatti, per onorare la sua celebre antenata protagonista di Hollywood, viene proposta di serie con la caratteristica vernice Dark Highland Green, la stessa della fastback anno 1968, comprensiva di cerchi in lega da 19” Torq Thrust, dal look retrò nella loro semplicità. Un’altra particolarità, anzi due? Davanti sparisce il classico logo del cavallo che da sempre caratterizza le Mustang e che sull’ultima generazione fa bella mostra di sè all’interno dell’ampia calandra a bocca di squalo, mentre dietro, e non solo lì, viene ripreso il logo Bullitt dedicato.
Per il resto, siamo di fronte alla stessa Mustang lanciata nel 2015 e già frutto del restyling di metà carriera dell’ultima generazione. Troviamo infatti fari LED, il look filante e sinuoso tipico della fastback, con il lungo cofano e il posteriore raccolto che ospita un magnifico doppio terminale di scarico sdoppiato, capace di volare alto quando si spinge sul gas e si liberano tutti i 459 CV del V8 cilindri americano.
Dentro, invece, l’attenzione viene catturata da due particolari: il primo sono i sedili in pelle nera firmati Recaro il cui logo viene qui proposto di colore verde, per riprendere gli esterni; il secondo, invece, è il pomello del cambio rotondo e di colore bianco, colore che omaggia a sua volta quello del passato, visto che la Mustang Bullitt è disponibile solo con questa opzione, preferibile rispetto all’automatico a 10 rapporti che abbiamo provato sulla GT Convertible. Anche qui, come per gli esterni, l’abitacolo risulterà familiare a chi già conosce le novità introdotte sull’ultimo restyling, a partire dal generoso display da 12” del quadro strumenti passando per il sistema di infotainment basato sul SYNC 3 e ospitato dallo schermo touch da 8”, dotato di radio DAB e di Rear View Camera utile nei parcheggi.
Nonostante l’abitacolo sia maestoso e nel complesso ben realizzato, in Ford avrebbero potuto spendere qualche materiale migliore in alcune zone della vettura, soprattutto nella parte alta del cruscotto, dove il bel logo Bullitt con la numerazione del modello viene ospitato da un “rigonfiamento” in plastica dura. Un peccato, per un elemento così in vista.
Rimane poco lo spazio per i passeggeri posteriori, mentre è quello di sempre il bagagliaio, con capacità da 408 litri, superiore alla maggior parte delle vetture sportive.
5.0 V8 da 459 CV e 529 Nm di coppia. Numeri di altri tempi, come di altri tempi è questa Mustang Bullitt, ispirata al passato e con un propulsore aspirato che sta diventando sempre più raro, soprattutto se abbinato a un cambio manuale. Il risultato è un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi, per una velocità massima di 250 km/h.
La posizione di guida è studiata ottimamente per restituire una sensazione di guida sì sportiva ma anche capace di accogliere guidatore e passeggero in comodità, visto che i sedili non sono troppo rigidi e contengono piuttosto bene il corpo. Trovato il gusto feeling, bisogna avere a che fare con volante, che, a causa delle dimensioni, ricorda più un timone, anche perché purtroppo non è così preciso come si aspetterebbe da una sportiva. Questo comando, infatti, è un po’ troppo filtrato e a volte gratuitamente pesante. Nel complesso, però, fa parte delle sensazioni di guida da tipica vettura sportiva americana.
Il cambio a 6 marce, invece, è molto ben realizzato, con innesti precisi, una leva corta e lo scenografico Rev Matching, con i giri del motore che si allineano alla marcia quando si scala, per un effetto “doppietta” assicurato e un sound, di cui vi parleremo a breve, che coinvolge in maniera perfetta, facendovi sentire “piloti”. Attenzione, però, alla pesantezza della frizione, che ha bisogno di forza e resistenza nell’utilizzo cittadino.
Con le sospensioni adattive MagneRide, la Mustang propone continuamente un “volto” diverso alla guida: si passa facilmente, infatti, da un assetto da vera “cruiser” americana, abbastanza morbida da assorbire le asperità dell’asfalto e capace di farti percorrere lunghi viaggi nel comfort, a una vettura più rigida, ma mai inutilizzabile. Questo permette anche di “sentire” meglio l’auto in caso di perdita di aderenza, cosa molto semplice quando si disattivano i controlli o si guida in modalità Track/Circuito, che scioglie le briglie dei vari controlli, ma non del tutto.
Tante le modalità di guida, Wet, Normal, Sport+ con le immancabili funzioni del launch control e del Line Lock System, il blocco delle ruote anteriori, per uno spettacolare burnout.
Tornando al motore, questo 5.0 è di un’elasticità unica. Le marce lunghe e il propulsore dalla grande potenza, permettono, ad esempio, su una strada di montagna di non cambiare mai marcia. Questo V8 non è quasi mai brusco, ma ti incolla al sedile e ha un allungo che non finisce mai, se non al limitatore. Il peso di oltre 1.700 kg penalizza l’auto tra le curve, non riuscendosi mai a scrollare di dosso quello stile di guida molto “made in USA”, dove le curva rappresentano spesso un problema rispetto a un’opportunità di divertimento e piacere di guida.
I passi in avanti, però, sono notevoli rispetto alle prime auto sportive americane, perché le curve la Bullitt le fa, eccome se le fa, precise o di traverso o come volete voi, bisogna solo saperla prendere e prevedere il suo comportamento. In ingresso, infatti, la vettura si appoggia sull’anteriore, ben supportata dall’impianto frenante Brembo, riuscendo a trasmettere quello che accade, comprese perdite di aderenza, volontarie e non. Se premete l’acceleratore troppo presto, infatti, l’auto si mette comodamente “a bandiera” e risulta abbastanza controllabile, grazie al lungo passo e all’assenza del turbo, che potrebbe dare scossoni indesiderati.
Quello che rende quest’auto veramente valevole del prezzo del biglietto (peraltro uno dei “biglietti” meno costosi se rapportiamo il prezzo alla potenza) è il sound. Se prima la Mustang GT non emetteva suoni degni di essere ricordati, oggi la Bullitt offre qualcosa di spettacolare, da registrare sul proprio smartphone e riascoltare quando si è tristi. Il merito è dell’Active Valve Performance Exhaust, che permette di ottenere una corposa sinfonia, piena ed emozionante come poche auto al mondo. Note di un V8 “macho e arrogante” al punto giusto. Se volete passare più inosservati, invece, c’è la possibilità di silenziare questo scarico, senza svegliare i vicini. Complimenti vivissimi a Ford per il lavoro svolto, che vale molto, soprattutto di questi tempi, dove i nuovi filtri stanno spegnendo la componente uditiva, che tante soddisfazioni ci regalava.
Chiudiamo con i consumi, che migliorano rispetto alla GT pre restyling, ma si mantengono su cifre importanti, attorno ai 7-8 km/litro in un utilizzo misto.
Una versione speciale, questa Ford Mustang Bullitt, visto che il suo prezzo differisce rispetto alle Mustang GT, Fastback o Convertible, che partono rispettivamente da 48.000 e 52.500 euro. La Bullitt, così come nasce, ossia dotata praticamente di tutto, parte invece da 58.400 euro.
Tutto quello che vi abbiamo descritto in questa prova su strada dell’icona americana che fa l’occhiolino al passato è, come dicevamo, di serie. Ricapitolando, pinze rosse dei freni Brembo, cerchi in lega da 19” Torq Thrust, vernice metallizzata Dark Highland Green e i sedili con rivestimento in pelle di colore nero firmati Recaro.
Concorrenti? Praticamente inesistenti qui in Italia, la Mustang è la Mustang, meglio ancora se in versione limitata…
Grande stupore ha destato l’ultima concept presentata dal costruttore tedesco Audi a Shangai. Il motivo…
Un’evoluzione della tecnologia di Mazda Mazda ha recentemente annunciato, in una presentazione per gli investitori,…
Microlino, la simpatica e tecnologica microcar dal DNA svizzero ma creata in Italia, si è…
La Alpine A290 rappresenta l’ingresso nel mondo dell’elettrico per un marchio come Alpine, che ha…
Le vendite di auto Diesel in Italia nel 2024 sono dominate dalle case automobilistiche tedesche,…
Il ministro Adolfo Urso ha annunciato la fine degli incentivi auto dal 2025, affermando che…