Categorie: Tecnologia

Ford Lab Palo Alto 2016 | Smart come la Silicon Valley

Tempo di lettura: 3 minuti

Volkswagen, Hyundai, General Motors, Nissan, Honda, Mercedes, senza contare Tesla, che è nata proprio qui, sono tante ormai le case di auto con una sede nella Silicon Valley. Ford è stata una delle prime, è ormai presente a Palo Alto da qualche anno con un centro di ricerca e sviluppo che ha ormai superato le 100 persone, molte di più della decina presenti la prima volta che siamo stati qui nel 2012 dove i progetti ruotavano in buona parte attorno all’infotainment e la connettività.

Uno dei motivi per cui la casa di Detorit ha deciso di venire in California è l’evoluzione rapida dell’industria dell’automobile, secondo l’analisi dei suoi manager esistono delle aree d’innovazione interconnesse e dei trend a livello sociale che sono destinati a segnare il futuro di questa industria.

Ford in California ha stretto una rete di relazioni, lavora con 200 start up e cinque università e ha messo in campo diversi progetti. I risultati concreti di questi sforzi si vedono solo in parte, noi ne abbiamo visti alcuni, ma la sensazione venendo qui è che i lavori in cantiere siano molti, alcuni dei quali ancora top secret.

Tutto ruota attorno alla guida autonoma

I grossi trend a livello mondiale che secondo la casa cambiano il modo di rapportarsi e utilizzare l’auto sono: l’aumento urbanizzazione, la crescita della classe media, l’importanza di una riduzione drastica dell’inquinamento e una diversa attitudine dei consumatori.

La risposta dell’Ovale Blu a questi cambiamenti si chiama Smart Mobility, una strategia i cui elementi più importanti sono: la connettività, un nuovo tipo di mobilità, la guida automatizzata, un modo di rapportarsi al cliente più diretto e interattivo, ed i big data.

La parte di test che abbiamo avuto modo di vedere riguarda la simulazione virtuale della guida autonoma, l’utilizzo di particolari sensori per rilevare gli spostamenti con bici e motociclette, oltre allo sviluppo della rilevazione dei pedoni basata su una videocamera.

Ford infatti è impegnata ufficialmente nel California Autonomous Vehicle Testing Program, perno centrale della Ford Smart Mobility e argomento attorno a cui ruotano buona parte dei progetti del Palo Alto Research Center.

Virtuale, ma non troppo

Le simulazioni per la guida autonoma vengono realizzate nel Laboratorio tramite la realtà virtuale, con un’interfaccia simile a quella dei videogame in cui il protagonista si muove in prima persona, lo scopo è verifica se l’algoritmo destinato al computer di bordo è in grado di prevedere sempre lo scontro con strutture, pedoni e altri veicoli ed evitarlo. Il fatto che i dati di input in questo caso siano generati dal computer e non reali non altera i test e la ricerca.

In modo simile funzionano le prove per il riconoscimento dei pedoni dove il dove il software deve fare un passo oltre e individuare la sagoma di un umano anche se è sovrapposta al altri elementi o se si tratta di una persona di bassa statura, per esempio un bambino.

Aspetti più pratici già da queste prime applicazioni hanno le ricerche Ford sui mezzi alternativi compatibili con l’auto, per esempio la bicicletta.

Infocycle Project prevede la raccolta delle informazioni e l’analisi dei dati aggregati, su larga scala, nel tentativo di capire tendenze e macro comportamenti di chi si sposta tramite un sensore da applicare alla bici. I dati raccolti sono utili per comprendere a che ora, in che periodi dell’anno, per quanti chilometri e su quali strade, le persone preferiscono la bici all’auto.

L’idea è quella di regolarsi di conseguenza con progetti che possano andare incontro a queste esigenze comprendendo auto e due ruote, magari entrambe elettriche o, ancora, capire in che modo in questo quadro potrebbe essere utile un’auto a guida automatizzata, come complemento alla bicicletta nei giorni di mal tempo o su tragitti più complicati. 

Lino Garbellini

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Lino Garbellini

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