L’ultima volta con una “ST” fu, per chi scrive, con la piccola ma muscolosa Fiesta ST, nuova generazione della hot hatch desiderata da almeno due generazioni di appassionati: 200 CV, tanta voglia di far divertire e un assetto che fa di tutto per raggiungere questo obiettivo. Il sorriso è ancora ben presente nella mia memoria, ecco perchè sono salito sulla nuova Focus ST, prima ancora di iniziare questa prova, sapendo che il divertimento sarebbe stato assicurato. 280 CV, l’Ecoboost 2,3 litri pronto a scalpitare e un look che non passa di certo inosservato non sono gli unici ingredienti di questa vettura che promette scintille e che si fa carico di un’eredità pesante. Perchè?
Anche Ford sta ormai virando verso l’elettrico e sarà quasi impossibile vedere una nuova Focus RS. Ci ricordiamo la Mk III con grande affetto consapevoli che oggi l’appassionato dell’Ovale Blu alla Focus ST dovrà rivolgersi se cercherà sportività oltre le righe. Sì, ma quanto oltre? Scopriamolo nella nostra prova su strada!
Che la Ford Focus ST 2020 sia una sportiva fatta come si deve lo riconosce sia fuori sia dentro. Da una parte abbiamo un “vestito” fatto ad hoc che può solo somigliare a quello di una Focus ST line, l’allestimento più sportivo tra le Focus per tutti i giorni (cambia, ad esempio, il baffo del paraurti anteriore, qui in nero opaco e non nel colore della carrozzeria). C’è, poi, l’appariscente vernice Orange Fury che, al pari delle altrettanto sgargianti vernici Premium Ford Performance Blue e Fantastic Red viene però 1.100 euro in più (di serie viene proposta la “solida” Race Red).
Parlando di dimensioni, la Focus ST è leggermente più bassa (1,45 metri) a causa dell’assetto volutamente sportivo, mentre è uguale al resto della gamma per lunghezza (4,4 metri) e larghezza (1,85 metri). Il bagagliaio non perde nulla del suo spazio proponendo una capacità minima di 375 litri, nella norma del segmento, espandibili fino a 1.354 abbattendo i sedili 60:40. Concludendo con gli esterni, piacciono i cerchi in lega da 19″ Magnetide che tentano di nascondere le aggressive pinze freno di colore rosso.
Passando al lato B, colpisce il doppio terminale di scarico, piuttosto cattivo e in grado di fare il rumore che ci si aspetta da una sportiva così, ma su questo punto torneremo a breve. Di serie ci sono le luci a LED mentre davanti vengono forniti i Full LED a matrice.
Dentro, la Ford Focus ST è meno appariscente rispetto a fuori. Quello che una volta era l’indicatore analogico della pressione di sovralimentazione oggi non c’è più e tutte le informazioni sono raccolte sullo schermino TFT da 4,2″, in mezzo a tachimetro e contagiri. Certo, c’è il logo ST sul volante, ma la Focus ST è una hot hatch tutto sommato comoda sulle sedute comunque sportive, firmate Recaro. Confermato in toto il SYNC 3 e tutte le sue funzioni, mentre le modalità di guida si richiamano, almeno le due più sportive, direttamente dal volante: questa sì, è una meraviglia.
Se il 1.5 tre cilindri da 200 CV della Ford Fiesta ST ci aveva sorpreso per prontezza, capacità d’allungo e vivacità, qui il livello sale e non potrebbe essere altrimenti. I cavalli diventano 280, iniziano a essere parecchi e si sentono tutti: l’erogazione è pronta, brillante, quella che ci si aspetta da una hot hatch di questo segmento. Sale la cilindrata dell’Ecoboost, con il 4 cilindri 2,3 litri capace di erogare 420 Nm di coppia tra i 3.000 e i 4.000 giri/min.
A differenza di alcune concorrenti, la trazione della Focus ST è solo sulle ruote anteriori ma questo non deve far temere la parola “sottosterzo”, tanto temuta dagli appassionati. Merito dell’eLSD, no gli allucinogeni non c’entrano niente: è il nome con il quale l’Ovale Blu identifica il differenziale elettronico a slittamento limitato che contribuisce in primis a migliorare nettamente l’inserimento in curva, così come a dare più stabilità in uscita, una volta spalancato il gas. Lo sterzo in tutto questo è sempre fedele alleato e risulta preciso e diretto, irrigendosi il giusto quando vengono selezionate le modalità più sportive. Sotto questo aspetto, Ford è una garanzia, come lo è notoriamente quando lo sguardo si rivolge un po’ più in basso, al cambio manuale.
L’unità proposta sulla Focus ST cambia, scusate il gioco di parole, le marce nel 7% in meno rispetto alla stessa unità proposta sulle Focus del resto della gamma (grazie al rev-matching). I rapporti sono precisi, puntuali e ci si diverte parecchio tra le curve, fidatevi. Se volete optare per l’automatico, che costa 2.500 euro in più sul listino, beh pensateci bene, benissimo.
Lo 0-100 km/h, poi, è capace di schiacciarti al sedile (5,7 secondi) mentre la velocità massima è di 250 km/h. Insomma, a bordo di questa Focus ST il divertimento è fedele compagno di viaggio, non guasta poi lo scoppiettio (non esagerato ma piacevole) del terminale di scarico (visibile nella nostra galleria), bello da vedere, è anche bello da sentire; come spesso capita su auto di questo tipo, il sound è quella ciliegina sulla torta che esalta la sensazione di trovarsi alla guida di una vettura non certo estrema ma riuscita nel compito di non far rimpiangere eccessivamente la Focus RS della precedente generazione.
Parlando di consumi, la Casa dichiara un misto combinato di circa 7,9 l/100 km, noi abbiamo misurato un consumo medio attorno ai 10 l/100 km. Facile capire che la guida sportiva penalizza i consumi ma la sesta, piuttosto lunga, aiuta sulle strade ad alta percorrenza. Certo, se si esagera con la modalità circuito i consumi ne risentono ma c’era da aspettarselo. Abbiamo accennato alle modalità di guida, approfondiamo. Ce ne sono quattro, delle quali due, come detto, richiamabili direttamente dal volante.
Wet, Normal, Sport e, per gli esemplari dotati di Performance Pack, la modalità Circuito (Track). Selezionando quest’ultima la Focus ST cambia volto: lo sterzo, come detto, diventa ancor più diretto, così come la risposta del pedale del gas si fa più pronta. Con la Sport ci si diverte già abbastanza, con la Track potete veramente sfruttare tutto quello che questa Focus ST riesce a darvi, volendo anche in pista.
Facciamo subito le dovute differenze. Ci sono almeno due Focus ST, se non tre. La ST con il 2.3 Ecoboost e cambio manuale a sei rapporti, proposta a partire da 38.950 euro, è la ST che sentiamo di consigliare. La versione Diesel, sicuramente valida (il turbodiesel da 190 CV è il più potente mai montato su una Focus), non può avere la stessa verve e costa, tra l’altro, di più (39.550 euro). C’è poi il 2.3 Ecoboost anche in versione automatica, ma quando le parole “hot hatch” sono nella stessa frase di “cambio manuale”, e qui Ford raramente sbaglia, vuoi scegliere l’automatico e pagarlo pure 2.500 euro in più? Poi i gusti son gusti…
La dotazione della Focus ST è molto completa: la vettura che vedete nella nostra gallery propone, in più, l’accattivante vernice Orange Fury (1.100 euro), l’head up display (500 euro), il sistema audio premium B&O con DAB e display digitale (650 euro) e il Winter Pack (250 euro), portando così il prezzo a circa 41.500 euro.
Siamo in linea con i prezzi delle principali concorrenti, cioè le berline di segmento C, tutte 5 porte, che giocano a fare le sportive. Stiamo parlando delle varie BMW 128Ti MSport, Mercedes AMG A 35 4Matic (costa un po di più), Honda Civic Typer R, Peugeot 308 GTI by P.S., Renault Megane R.S. e non ultime, le cugine Cupra Leon (disponibile in versione ibrida plug-in) e l’ultima generazione di Volkswagen Golf GTI, con i suoi 245 CV.
Insomma, la rivalità c’è e l’appassionato, perchè queste sopra citate non sono auto proprio per tutti, ha solo l’imbarazzo della scelta!
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