Il ritorno del Biscione in F1, in qualità di sponsor ufficiale del team elvetico, ha acceso la luce dei riflettori sui due piloti Alfa Romeo Sauber, Charles Leclerc e Marcus Ericsson. Monegasco di nascita uno e un radioso futuro che lo aspetta, in tanti dicono a Maranello, svedese l’altro e concentrato a ben figurare in qualità di pilota esperto chiamato a un pesante confronto alla sua quinta stagione, per ora sostenuto a spalle larghe.
Sono loro i piloti Alfa Romeo Sauber F1 Team, 47 anni in due, chiamati a ben figurare nell’appuntamento casalingo per lo sponsor che proprio a Monza ha scritto pagine memorabili della sua storia sportiva negli anni che furono. Già solo il fatto di associare Monza, in Brianza, ad Alfa Romeo, nata a pochi chilometri di distanza, rappresenta già di per sé un connubio che fa battere i cuori.
Partiamo da Marcus Ericsson, pilota nativo di Kumla, contea di Orebro, classe 1990 e già cinque stagioni di massima formula sulle spalle. Biondissimo, occhi azzurri, vero e proprio stereotipo dell’uomo scandinavo, inizia la sua carriera da protagonista nei kart, per poi convincere in Formula BMW e sbarcare successivamente in Formula 3. Da lì, era il 2009, gli inizi in GP2 Asia e poi GP2, campionato propedeutico dove ha militato per quattro stagioni piene senza risultati di rilievo.
Il debutto in Formula 1 arriva nel 2014 con la derelitta Caterham, prima di approdare nel team Sauber dal 2015. Dopo stagioni altalenanti, con pochi punti all’attivo, la grande occasione arriva proprio quest’anno con la rinsaldata partnership con la Ferrari e il logo del Biscione sul cofano. Quest’anno i punti conquistati (prima di Monza) sono 6, con due noni posti e due decimi posti all’attivo.
Da molti dato per spacciato ancor prima di salire in monoposto contro il più talentuoso compagno di squadra, Ericsson ha cambiato approccio tirando fuori il meglio di sè e bisogna ammettere che sta reggendo piuttosto bene il confronto, nonostante tutti gli occhi siano puntati sul vicino di box. Non è un segreto che la proprieta della squadra elvetica sia nelle mani del proprietario svedese della Tetrapak, grazie al quale il pilota di Orebro ha mantenuto il suo sedile.
Ora che in lui è stata riposta la fiducia della squadra, dipenderà solo da lui l’eventuale riconferma in un mercato piloti che si sta muovendo vorticosamente. Il suo sedile è uno dei più ambiti, staremo a vedere.
Tra i due piloti del team Alfa Romeo Sauber, Leclerc è quello con l’aureola di predestinato sopra la testa. Nato a Montecarlo nel 1997, la sua carriera inizia in giovanissima età nei kart, dove entra da subito sotto le grazie dello sfortunato Jules Bianchi, scomparso nel 2015 e da molti considerato il suo mentore. Gli ottimi risultati nei kart spingono Charles in Formula Renault 2.0 nel 2015 e nel 2016 arriva il primo risultato importante, la vittoria della GP3 Series che inizia ad attirare le sirene dei team di Formula 1.
Una di questi, niente meno che la Ferrari, non se lo fa scappare e lo mette sotto contratto attraverso la Ferrari Driver Academy, ovvero la scuola di talenti che prima o poi, si spera, dovrebbe portare uno dei suoi “adepti” sul sedile più ambito, quello della rossa. Tornando ai risultati sportivi, Leclerc conquista con l’italiana Prema Racing il titolo di Formula 2 nel 2017 e si assicura un volante in Formula 1 per la sua prima stagione ufficiale, accettando la sfida di correre con il Biscione sulla tuta sotto la spinta della stessa Scuderia Ferrari, fornitrice di motore e cambio.
La sua stagione (sempre prima di Monza) parla chiaro: dopo un inizio difficile, considerando i pochi test condotti a bordo della nuova vettura, la stagione inizia a marciare nel senso giusto con lo strepitoso 6° posto di Baku, tanto che da quel momento molti nell’ambiente lo considerano, appunto, un predestinato destinato a grandi cose. L’anno prima, proprio in Azerbajan, il pilota monegasco dal cuore latino andava a vincere una gara memorabile nella formula cadetta a pochi giorni dalla scomparsa del padre, ricordando Schumacher che vinse la memorabile gara di Imola 2003 nel weekend in cui scomparve sua madre.
Dopo il Gran Premio del Belgio, concluso dopo pochi metri dal via a causa dello spaventoso botto che, se non fosse stato per l’Halo, oggi potremmo commentare in tutt’altro modo, Leclerc può vantare 13 punti, con il già citato 6° posto come miglior risultato della stagione seguito da altri tre decimi posti e un nono.
Due piloti sulla cresta dell’onda che verranno osannati più che mai davanti al pubblico italiano, contento di rivedere Alfa Romeo tra i protagonisti delle corse che contano. Intanto, se volete scoprire altre curiosità su di loro, ecco la nostra intervista esclusiva ai piloti Alfa Romeo Sauber registrata durante il passaggio delle Mille Miglia al Museo di Arese, lo scorso mese di maggio.
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