Categorie: Esperienze

Fiat Panda Cross alla conquista della Via del Sale

Tempo di lettura: 6 minuti

Nel cuore delle Alpi Liguri, lungo il crinale che separa la pianura dal mare, si sviluppa uno dei tracciati della “Via del Sale”, così chiamata per il prezioso minerale trasportato per secoli a dorso di mulo attraverso questi monti. Va ricordato che il sale, elemento base dell’alimentazione umana e animale, è stato in passato più prezioso dell’oro, tanto che le piste del sale hanno costituito le grandi strade commerciali dell’antichità, in Europa come in Asia e in Africa.

Anche a Limone Piemonte il commercio di questa materia prima ha assunto grande importanza per via della posizione geografica della regione, circondata per una metà dalle Alpi e senza alcuno sbocco verso il mare dall’altra. La Liguria, un tempo Repubblica di Genova, era sempre in contrasto con Casa Savoia, ragion per cui i traffici provenienti da Torino e Cuneo facevano generalmente sosta a Limone, dove avveniva il cambio delle bestie da soma e da traino e dei relativi conducenti, per poi proseguire verso il Colle di Tenda, che fin dall’antichità ha rappresentato una delle poche vie di collegamento tra la pianura e il mare.

Prima della seconda guerra mondiale, gli alpini del I Reggimento avevano il compito di mantenere la strada nelle migliori condizioni di viabilità. Ciò ha permesso l’ottima conservazione di questa importante via di comunicazione che si snoda in alta montagna. La stessa strada era percorsa da numerosi contrabbandieri, che cercavano di trarre qualche guadagno commerciando clandestinamente la preziosa materia prima: pertanto viene denominata anche “via dei briganti”.

Il tracciato militare: un offroad non troppo impegnativo… ma solo d’estate

Il tracciato, interamente sterrato, è totalmente costruito a mezza costa ad una quota compresa tra i 1.800 e i 2.000 m. s.l.m. La sua lunghezza complessiva è di circa 39 chilometri, sviluppandosi in parte sul versante italiano ed in parte francese, attraversando il territorio di Francia (Provence-Alpes-Cote-d’Azur) ed Italia (Piemonte e Liguria) e oltre dieci 10 Comuni (Limone Piemonte, Briga Alta, Tende, La Brigue, Triora, Mendatica, Montegrosso Pian Latte, Pornassio, Carpasio, Cosio d’Arroscia).

Chiunque raggiunge il Colle di Tenda non può che rimanere colpito dalla serie di fortificazioni che costituivano il complesso sistema difensivo eretto lungo il confine italo-francese. Tra il 1881 e il 1895 fu costruito un massiccio sbarramento fortificato, nell’ambito del sistema di difesa che mirava a proteggere il Piemonte da eventuali assalti nemici e che ha fatto nascere fortificazioni sull’intero vallo alpino e appenninico attorno alla regione.

Questa strada è attualmente interessata dal Progetto Europeo Transfrontaliero Alcotra che ha lo scopo di ripristinare le parti dell’infrastruttura a forte rischio di degrado, assicurando ancora tanti anni di vita a questa splendida opera.

La strada è percorribile in mountain bike, a piedi, a cavallo o con i mezzi a motore (moto, quad, auto 4×4) e solo per questi ultimi previo il pagamento di un pedaggio all’ingresso, viene chiusa dal 1° di Ottobre alla primavera causa neve sul percorso.

La Panda Cross: la più piccola delle 4×4

In permesso speciale abbiamo deciso di percorrere questa via con la più piccola delle 4×4 sul mercato: la nuova Panda Cross.

E’ l’estrema evoluzione del concetto di SUV, una “specie” automobilistica che negli anni si è differenziata in una moltitudine di sottocategorie per dimensioni e missioni diverse: dai grandi SUV del segmento E, a quelli medi e, ultimamente, con lo sviluppo del concetto di “downsizing”, si è arrivati ai SUV compatti e di taglia ultra-ridotta come la Panda 4×4, riprendendo in stile moderno e modaliolo la filosofia della “francescana” Panda 4×4 prima serie.

Con la vettura, una vecchia conoscenza Autoappassionati.it (vedi test di Gennaio), vogliamo percorrere la strada che dalla provincia Granda porta al mare, senza passare dal tunnel del Tenda, ma scavalcando le Alpi.

Alla guida: poco assetata, è un piacere in città

In poco più di tre metri e settanta troviamo un sorprendente spazio interno, inoltre la Panda è una delle citycar più rifinite e curate nell’accostamento cromatico e nei materiali. Il divanetto, comodo per due adulti, può ospitare tre persone nei brevi tragitti (optional 230€), peccato non possa scorrere longitudinamente. Il baule è uno dei più grandi del segmento con 225 litri (espandibili fino a 870) e il doppiofondo è studiato per riporre oggetti sporchi o bagnati. Il media player e la predisposizione del navigatore sono all’avanguardia, ma la logica del menù “cartelle musica USB” distoglie un po’ l’attenzione dalla guida. Veramente utile il defrost elettrico per il parabrezza, che in meno di un minuto scongela il vetro anteriore, così come i sedili riscaldati per guidatore e passeggero.

Dopo aver provato la Cross equipaggiata con il turbodiesel 1.3 Multijet II, proviamo ora la benzina Twinair. Lo 0.9 Twinair ci sorprende nella versione da 90cv ha una coppia piena (145Nm) a bassi regimi anche se l’allungo non è emozionante e oltre i 4.500 conviene cambiare marcia, quasi come un diesel. E’ inoltre vero che il timbro del bicilindrico è invadente e vibra un po’ troppo, ma i consumi son interessanti: nel ciclo combinato si registrano 13-14km/l, grazie anche alla sesta marcia. Non è male, anche alla luce dell’aerodinamica poco vantaggiosa, delle gomme M+S, della resistenza della meccanica integrale e del motore dalle dimensioni contenute per l’utilizzo “autostradale”. La modalità ECO taglia sensibilmente la coppia motrice al fine di guadagnare in consumi e ci riesce benissimo, ma se si vuole “spingere” meglio disattivarla.

La Panda è sempre un piacere alla guida: il cambio alto e lo sterzo comunicativo non stancano mai di stupire e strappano più un sorriso alla fine della trasferta, solo il sedile poco avvolgente stanca presto la schiena. Tra le curve l’assetto non proprio rigido e soggetto a rollio, però è ben frenato e, complice il peso ridotto di neanche 1.200kg, le curve in successione vengono digerite bene.

In città, con una misura di 3 metri e 70 fuoritutto, un posteriore così verticale, lo sterzo leggero e il raggio di manovra contenuto non si trova nulla di più facile da parcheggiare, tanto che i sensori, optional, non sono necessari.

La frenata è leggermente lunga e in “staccata”, se scomposta, l’elettronica deve intervenire pesantemente per riallineare i momenti imbardanti: le sospensioni morbide, l’assetto alto e le gomme di “compromesso” 4 seasons M+S non aiutano nelle manovre al limite, ma almeno evitano il fastidioso cambio invernale dei pneumatici. Anche se, a dirla tutta, se si “frequenta” spesso la montagna, meglio optare per delle termiche complete.

Senza problemi sulla Via del Sale con la trazione 4×4 ELD

In offroad le dimensioni ridotte, gli sbalzi corti e il peso contenuto la rendono una rivale di fuoristrada ben più specialistici. Utile il sistema di rallentamento in discesa e il blocco elettronico trasversale del differenziale: basta premere sull’acceleratore per divincolarsi dalla maggior parte delle situazioni, anche in twist.

La Panda Cross, così come la 4×4, adotta un sistema di trasmissione di tipo “Torque on demand”, che si avvale di due differenziali “aperti” e di un giunto “attivo” controllato elettronicamente. Si tratta di una trazione integrale gestita da una centralina elettronica che, attraverso l’analisi dei segnali veicolo, ripartisce la trazione sui due assali anteriore e posteriore in modo omogeneo e proporzionale secondo le condizioni di aderenza del fondo stradale. I vantaggi che offre questo sistema sono l’assoluto automatismo del funzionamento e l’assenza di manutenzione. Inoltre la Panda propone di serie il sistema ELD (Electronic Locking Differential), un ulteriore ausilio alla guida e allo spunto in partenza su percorsi a scarsa aderenza (neve, ghiaccio, fango eccetera), che frena le ruote motrici che scivolano, come nei tornanti stretti sterrati e in salita: una ruota si alza e l’opposta è molto leggera, ma i freni “pinzano” e si sale agevolmente. La prima marcia corta simula una ridotta per l’utilizzo offroad più estremo.

Grazie all’altezza da terra di 158mm e agli ampi angoli di attacco, dosso e uscita 24, 34, 21° la Panda è praticamente inarrestabile su ogni fondo. Le ruote 185/65R15 M+S All Seasons dalla spalla alta e dal profilo intagliato non si fanno problemi ad affrontare il terreno meno adatto. Ogni dettaglio per il fuoristrada è curato: a partire dai ganci traino rossi in bella vista, scudi sottoscocca, alla presa d’aria motore rialzata a 739mm da terra, così la Panda aggredisce senza problemi anche una pendenza massima del 70% e laterale del 55%.

La Cross, infatti, offre una buona dotazione di sicurezza, oltre a quattro airbag, fendinebbia, sono disponibili a pagamento anche la frenata automatica cittadina (sotto i 30km/h) e i side bag.

Prezzo e concorrenti

La Panda Cross Twinair costa 19.950€, per la diesel Cross il prezzo è di 20.400€. Con il colore Giallo Sole, il City Brake Control, lo sbrinamento elettrico del parabrezza, il cargo box e i sedili anteriori riscaldati il nostro esemplare sfiora i 22 mila Euro, non pochi per una piccola citycar benzina, seppur a trazione integrale.

Le concorrenti? Sono veramente poche: l’unica piccola 4×4 è la Suzuki Swift, ma è molto meno votata all’offroad, la Jimny, nonostante sia un progetto datato, potrebbe rivaleggiare ad armi pari in fuoristrada, ma è molto meno confortevole nelle altre situazioni e la Volkswagen Up Cross ha una vocazione simile alla Panda, ma non è integrale.

Dove sta il vantaggio della Panda Cross? E’ l’unica pensata per affrontare ogni tipo di percorso, anche i più impegnativi in offroad, e allo stesso tempo è perfetta per muoversi nel traffico cittadino e, soprattutto, per parcheggiare ovunque, trasportando più cose possibili, con una ricca dotazione ed un occhio di riguardo alla linea modaiola: una ricetta non facile, che però ha fatto la fortuna della piccola “multiruolo” 4×4 Fiat.

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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