Ferrari si scorpora definitivamente da FCA e scende in pista da sola. L’atmosfera è quella delle feste, con Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa Italiana, ricca di bandiere della Casa di Maranello con tanto di vetture esposte sul piazzale, su tutte la nuovissima F12 TDF.
L’apertura delle contrattazioni è avvenuta alle 9 di questa mattina alla presenza dell’A.D. Sergio Marchione, John Elkann, azionista di riferimento, e il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Come il 21 ottobre 2015 a New York, Ferrari fa il suo debutto in Borsa, ma questa volta è l’Italia la protagonista: il “made in Italy” per eccellenza del Cavallino, unito ad un mercato italiano (soprattutto quello dell’auto) che aspetta l’input giusto per ripartire e tornare a crescere come da mesi ci auguriamo, ascoltando le parole di Renzi. Il premier anche in questo caso ha speso parole importanti, parlando di un’Italia “che ce la fa”, un’Italia “che torna in pista per ripartire”.
Anche Marchionne ha condiviso l’ottimismo di Matteo Renzi accennando ad un “ritorno alle origini” aggiungendo che “non faremo mai mancare investimenti a Ferrari per garantire ritorni significativi agli azionisti, guardando con attenzione a quello che succede negli altri mercati” e chiudendo con la conferma degli “obiettivi 2018 di FCA nonostante la perdita di Ferrari. Sono piuttosto soddisfatto del 2015 e non ho nessuna ragione di pensare che 2016 sarà diverso”.
Il titolo Ferrari ha aperto al prezzo di 43 euro, salvo poi scendere durante la giornata fino ad una quota di circa 41,5 e recuperare in seguito, chiudendo a +0,53%.
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