One-off, due parole che fanno, da sempre, sognare gli appassionati. One-off del passato, one-off del presente, quando l’esemplare è unico fa sempre brillare gli occhi. Di one-off Ferrari, visto che di questo si tratta, ne abbiamo viste tante. L’ultima è stata la SP3JC, dagli anni ’80 arriva invece la storia della F40 LM Barchetta, un nome che è tutto un programma.
Già possedere una F40, modello da cui derivano tutte le LM, compresa la Barchetta, è un’impresa. Eppure un certo Jean Blaton, fortunato nonché fortunato collezionista, può dire di…aver fatto l’impresa. Principali differenze con la F40? L’assenza del tetto, qualche centinaio di cavalli in più (sotto il cofano trova spazio un V8 bi-turbo da 750 cavalli, contro i 478 originali, e un rapporto peso potenza inferiore a 1 CV/Kg) e un roll-bar di sicurezza per soprassedere alla sicurezza per girare in pista.
Chi frequenta track day sui circuiti di tutta Europa, e qui sotto ne avrete testimonianza, dice di averla vista sfrecciare a 370 km/h, una velocità folle considerata l’assenza del tetto. Facciamo però un passo indietro. Negli anni ’80 possedere una F40 significava possedere un tesoro.
Fu Michelotto, da sempre concessionario padovano di Ferrari, a occuparsi della creazione delle LM, destinate, su pressione di Ferrari France, a partecipare alla classica 24 Ore di Le Mans, cosa che poi avvenne nei primi anni ’90. Sempre Michelotto si occupò di portare la potenza a 720 CV, ma c’era ancora margine di miglioramento…
Nel 1989, intanto, una Ferrari F40 LM correva in IMSA GT, al suo debutto ufficiale, dietro al volante un certo Jean Alesi, giungendo terza. Altri risultati arrivarono tra il 1989 e il 1990 e, proprio in quell’anno, ecco apparire il nome di Jean Blaton, gentlemen driver belga, classe 1929, che correva all’epoca sotto il nome di Jean Beurlys, e un passato fatto di alcune partecipazioni, quasi sempre su Ferrari, alla classicissima francese degli anni ’50 e ‘60.
Messe le mani su una F40 LM, lui non si accontentò. Ferrari stessa, saputa della sua intenzione di snaturare un progetto agli occhi del mondo perfetto, chiese addirittura di rimuovere i loghi ufficiali dalla carrozzeria. Niente da fare, il buon Blaton proseguì dritto per la sua strada: nacque così la F40 LM Barchetta.
Tolto il tetto, le modifiche volute espressamente dal proprietario furono lo spostamento degli scarichi davanti alle ruote posteriori, e non più in mezzo al diffusore come sull’originale F40 LM, e furono aggiunte varie prese d’aria per alimentare il motore potenziato. Il vetro di protezione fu in realtà ottenuto da un pezzo unico di policarbonato, mentre gli interni rimasero “inviolati”.
Una curiosità riguarda il nome di questa one-off unica nel suo genere. Noi la chiamiamo F40 LM Barchetta, all’estero è conosciuta anche con il nome di F40 Beurlys, in onore del nome d’arte di Blaton.